Chiara Maffioletti per corriere.it
silvio testi lorella cuccarini
«Quando ci dipingono come la famiglia del Mulino bianco, mi viene un po’ da ridere». Lorella Cuccarini, 37 anni di carriera, il sorriso come firma anche nei momenti meno semplici, da 31 anni è sposata con il produttore Silvio Testi ma ci tiene a rendere tridimensionale un rapporto che non è (solo) una favola
Un legame solido, quattro figli, ma non siete la famiglia del Mulino Bianco, dice.
«La famiglia perfetta non esiste. I momenti difficili ci sono stati, ma abbiamo sempre cercato di superare insieme l’impatto delle crisi personali di ognuno di noi».
Sono state molte?
«Nel corso di una vita ce ne possono essere tante, sì: dalla perdita delle persone care, a quelle lavorative. Il segreto è cercare sempre di tamponare, da una parte e dall’altra. Essere di supporto, ma anche non creare ingerenze»
In che senso?
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«Vedo come gestisce le difficoltà mio marito: ha un approccio molto diverso dal mio. Io sono una che tira fuori quello che prova, affronto le cose di petto. Anche insieme, perché penso che i pesi condivisi diventino più leggeri. Ma Silvio non è come me: ha bisogno dei suoi spazi, dei suoi silenzi. Se tu questa cosa non la comprendi rischi di non valorizzare la persona che ami. Quindi io rispetto quei momenti di silenzio che fanno parte del suo carattere come lui rispetta il mio modo vulcanico di fare le cose. Siamo due facce di una stessa medaglia. Però funziona».
La diversità dell’altro, prima di essere accettata può risultare un po’ pesante?
«Basta ricordarsi che siamo individui singoli prima che coppia. Non ho mai forzato Silvio per accompagnarmi agli eventi o anche solo per fare delle foto assieme. So che nasce come uomo che sta dietro le quinte, non ha mai amato il lato più frivolo di questo mestiere. Però io non ho smesso di andare alle prime: ci vado sola o con un figlio, ma non vivo la sua assenza come un affronto così come lui non mi tiene il broncio se esco. Siamo molto liberi».
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Anche fisicamente? C’è chi ha bisogno di spazi separati.
«No, non ci pensiamo minimamente. È così bello stare insieme, specie nelle rare volte in cui ci ritroviamo con i ragazzi, figuriamoci se potremmo mai allontanarci».
Eppure il vostro inizio è stato una scommessa, vero?
«Ci siamo sposati dopo sei mesi di fidanzamento. A me lui è piaciuto subito: era il produttore musicale di Pippo in Fantastico 6. L’avevo trovato molto bello e mi piaceva il suo mondo creativo. Ma io ero ai miei inizi, poi avevo una relazione e lui pure, quindi l’ultima cosa che avrei voluto era lanciare dei messaggi: tutto era rimasto nell’ambito della stima. Poi, quando ci fu il mio passaggio in Mediaset, avevo bisogno di una persona che lavorasse per me sul piano musicale, quindi l’ho richiamato. A quel punto eravamo liberi tutti e due...».
E sei mesi dopo eravate marito e moglie. Molto rock.
«Tutto era talmente bello che sembrava proprio il pezzo del puzzle che completa un disegno stupendo e che sarebbe stato complicatissimo trovare, disperso tra tanti altri pezzi. Insieme avevamo creato l’incastro perfetto: mi ha chiesto di sposarlo a Natale e non ci ho pensato un attimo»
In famiglia come furono le reazioni?
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«Mia madre all’epoca era un po’ perplessa, ma solo per la velocità della cosa. Ma si è sempre molto fidata di me. Disse: “Se è quello che senti, va bene”».
Se uno dei vostri figli vi dicesse che sposerà qualcuno conosciuto sei mesi prima?
«Beh noi non potremmo proprio fiatare. Credo che i ragazzi sappiano dare la giusta importanza al matrimonio. Ho la sensazione che oggi questo passo venga vissuto con leggerezza, come se si potesse fare e disfare tutto. Per quanto mi riguarda non è così, poi io sono credente: il matrimonio davanti al Signore per me ha un valore immenso. Ai miei figli ricorderei solo che non è un gioco».
Le sorprese più belle che lui le ha fatto?
«Ce ne sono state talmente tante... quelle che mi colpiscono di più sono quelle che valgono dei sacrifici: Silvio è stato capace di fare viaggi anche di sei ore in macchina per stare con me due ore e tornare indietro. Per me questi sono regali pazzeschi».
E lei a lui?
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«Silvio ama andare in barca, ma non l’ha mai avuta. Suo papà era un pescatore, questa cosa gli è rimasta dentro. Qualche anno fa, a sua insaputa, ho organizzato un giro in barca in Grecia: è venuto in aeroporto all’oscuro di tutto e ha apprezzato molto».
Cosa ne pensa lui delle sue prese di posizione? Si è espressa anche sui vaccini Covid, dicendo che non l’aveva fatto.
«Credo che siamo persone libere e sufficientemente intelligenti per capire cosa è più giusto per noi. A prescindere dal tema, Silvio mi consiglia sempre di “stare buona”: sa come funzionano le cose, come possono essere riportate le opinioni e ogni tanto si discute per questo. Ma io sono trasparente, non riesco a nascondere nulla, sono fatta così. E poi penso sia brutto non prendere delle posizioni. Certo, io agisco molto di pancia e di cuore e, alle volte, poco di testa. Viceversa lui è troppo riflessivo e cervellotico: rischi di costruire dei castelli che non esistono nella realtà».
A proposito dell’agire di pancia, ha commentato su Instagram con delle faccine che si tappano la bocca le parole di Heather Parisi dette in tv da Cristiano Malgioglio...
«Mi faceva molto sorridere sentire che siamo sempre in contatto quando sono stata anche bloccata da lei, sui social. Detto questo, io contro Heather non ho niente, anche se l’epilogo del nostro programma, Nemica amatissima, è stato diverso da come speravo... Insomma, anche se ero dispiaciuta per come ci eravamo lasciate e anche se non ci sono stati più rapporti, per me rimane la stima per una professionista che ho sempre apprezzato. Però, ecco, da allora non ci siamo più sentite. Non ho visto la trasmissione, quindi forse anche lei era sarcastica».
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Nella sua carriera c’è stato qualche momento di difficoltà, degli anni meno brillanti. Come li ricorda?
«Quando fai i conti con un percorso che dura da 37 anni, non esiste personaggio che non abbia avuto alti e bassi, è normale. L’importante è non perdere mai il senso del proprio valore, cosa che ho sempre cercato di mantenere ben chiara. A volte le cose non vanno, ma quando ci sono momenti critici non devi mettere in discussione anche te stesso. Ecco, io non ho mai perso il senso del mio valore e non lo dico con spavalderia. Però so quello che valgo e quello che potrei fare. I più grandi nemici di noi stessi siamo quasi sempre noi».
Uno sguardo lungimirante che aiuta a superare anche le turbolenze inevitabili in un lungo matrimonio?
«Io e Silvio siamo della generazione di quelli che aggiustavano tutto: quando qualcosa si rompeva, non la rimpiazzavi subito, perché magari per averla avevi fatto sacrifici. Ora trattiamo tutto, anche i sentimenti, come le cose che possediamo: se si rompono si buttano. Ma i rapporti, salvo quando non sono sani, si devono sistemare perché altrimenti non troveremo mai una nostra pace. Ecco, io sono molto brava ad aggiustare».
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