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    CHI HA PAURA DEI PAESI EMERGENTI? LE BORSE, CON PIAZZA AFFARI GIU' DELLO 0,44% - CROLLANO IL BANCO POPOLARE (-15%), DOPO LA NOTIZIA DELL'AUMENTO DI CAPITALE, BPER (-8%) E BPM (-5,61%), CHE SCONTA ANCHE L'EFFETTO BONOMI. SI SALVANO FIAT (+2%) E TELECOM (+2,52%)


     
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    Carlotta Scozzari per Dagospia

    GABRIELE BASILICO FOTOGRAFA CATTELAN IN PIAZZA AFFARIGABRIELE BASILICO FOTOGRAFA CATTELAN IN PIAZZA AFFARI

    Sulle Borse continua a pesare la minaccia dei mercati emergenti. E così, dopo le massicce perdite della scorsa settimana, l'indice Ftse Mib di Piazza Affari ha lasciato per strada un altro 0,44% attestandosi a 19.273,58 punti. La tanto attesa correzione sembra così avere fatto irruzione sui mercati, spinta questa volta dalla crisi dei paesi emergenti, con la Cina che rallenta, l'Argentina che vede crollare il peso, la Turchia che deve fare i conti con l'instabilità di governo e la caduta della lira, l'Egitto e l'Ucraina nel caos, e così via. Come evidenzia Peter Marber, responsabile dei mercati emergenti per Loomis Sayles & Company (Gruppo Natixis Global Am) in un recente studio, "gli eventi di questi giorni rappresentano una sveglia per alcuni governi degli emergenti: o le necessarie riforme vengono attuate o dovranno affrontare gli attacchi potenziali dei mercati".

    Ma ad affondare il listino italiano, oltre a motivazioni comuni a tutte le Borse come la crisi dei paesi in via di sviluppo, sono state anche ragioni specifiche. Prima fra tutti, la nuova stagione di aumenti di capitale che sta per aprirsi. Proprio venerdì sera, a mercato chiuso, alla pattuglia di istituti di credito in cerca di risorse si è aggiunto il Banco Popolare guidato da Pier Francesco Saviotti, che a sorpresa ha annunciato una ricapitalizzazione da 1,5 miliardi, che segue quella da 2 del 2011. E dopo la corsa dei titoli del Banco che ha caratterizzato i primi 15 giorni dell'anno, oggi a Piazza Affari, prima sessione utile dopo l'annuncio di venerdì sera, il brusco risveglio del mercato, dove le azioni sono affondate di quasi il 15% (-14,92 per cento).

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    Seduta in forte ribasso anche per le altre Popolari, con Bper giù del 7,89%, mentre salgono sempre di più le probabilità di una fusione con un altro istituto di credito (la più accreditata è la Popolare Etruria e Lazio), con Ubi Banca in flessione del 5,14% e Bpm in calo del 5,61 per cento. La Popolare di Milano, dopo l'uscita dall'azionariato annunciata venerdì sera dall'ex presidente del consiglio di gestione Andrea Bonomi, sconta una maggiore incertezza sull'aumento di capitale da 500 milioni che il neo consigliere delegato Giuseppe Castagna sta preparando. Tanto più che si dice che a breve possa chiamarsi fuori dalla compagine soci anche il finanziere Raffaele Mincione. Oltre al comparto bancario, seduta da dimenticare sul Ftse Mib anche per le azioni Yoox, in flessione del 5,62 per cento.

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    Seduta in controtendenza per i titoli Telecom Italia, che hanno terminato la giornata in rialzo del 2,52%, in scia all'interesse espresso nel weekend dal magnate egiziano Naguib Sawiris per la controllata Tim Brasil. Va tra l'altro ricordato che esperti e addetti ai lavori indicano che in caso di un "effetto contagio" della crisi argentina potrebbe essere particolarmente penalizzato il vicino Brasile, dove per l'appunto Telecom è (al momento ancora) presente. Discorso analogo per la Fiat, che presidia in forze il paese. Tuttavia, oggi il mercato non ha tenuto conto di questo rischio e ha premiato le azioni del gruppo automobilistico con un balzo dell'1,97 per cento.

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