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    CHI HA "SUICIDATO" ALBERTO AGAZZANI? SI RIAPRE IL GIALLO DEL CRITICO D’ARTE TROVATO IMPICCATO IL 16 NOVEMBRE 2015 NELLA SUA CASA DI REGGIO EMILIA - PER LA CONSULENTE DELLA PROCURA, ASCOLTATA AL PROCESSO SUL TESTAMENTO, LA MORTE DI AGAZZANI NON È DOVUTA A UN SUICIDIO: "PIÙ PLAUSIBILE È L’AZIONE DI TERZI” – LA CAMICIA SPIEGAZZATA, L’ALTEZZA, LA CINTA: TUTTE LE ANOMALIE CHE FANNO PENSARE A UN OMICIDIO…


     
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    Margherita Montanari per corrieredibologna.corriere.it

     

    ALBERTO AGAZZANI ALBERTO AGAZZANI

    Potrebbe non essersi tolto la vita Alberto Agazzani,ma essere vittima di un delitto successivamente mascherato da suicidio. Se il dubbio sollevato da un medico consulente della Procura fosse accertato, sarebbe un colpo di scena capace di sparigliare le carte di un caso che sembrava chiuso al giorno uno.

     

    La storia del critico d’arte trovato morto

    Il critico d’arte reggiano di 48 anni, fu trovato morto il 16 novembre 2015 nella sua casa in centro storico, in via Farini a Reggio Emilia. Quando lo trovarono, era in piedi, impiccato a una ringhiera con una cintura di cuoio al collo, a cui era stato attaccato un pezzo di stoffa.

     

    Le forze dell’ordine si trovarono davanti a quella che sembrava la scelta di uomo che aveva compiuto un gesto estremo. Più tardi arrivò l’indagine. Mesi dopo, quando il corpo era già stato cremato. Un sopralluogo avvenne a marzo 2016, sulla base di «solo quattro foto, di qualità non ottimale».

     

    Il processo sull’eredità

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    Ma durante l’udienza per il processo sull’eredità di Agazzani (che vede imputato Marco Lusetti, ex vicesindaco di Guastalla, per falso in testamento olografo e truffa) sono emerse nuove ipotesi sconcertanti. Davanti al giudice Matteo Gambarati sono stati presentati i dubbi sulle ultime ore del critico d’arte e un’ipotesi clamorosa sulla morte è stata sollevata.

     

    «Pur con tutti i limiti degli accertamenti che ho svolto, l’ipotesi più plausibile è che ci sia stata l’azione di terzi», ha riferito Maria Paola Bonasoni, dottoressa specializzata in anatomia patologica, nominata consulente tecnica dal pm Maria Rita Pantani, titolare dell’inchiesta. Se diversamente il suicidio di Agazzani fosse stato invece frutto di un copione scritto da qualcun altro, si prospetterebbe un caso di omicidio.

     

    I dubbi crescenti sul suicidio

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    Fu omicidio o suicidio, dunque? Per chi lo conosceva bene, Agazzani negli ultimi mesi prima di morire non era più quello di un tempo. Aveva iniziato la sua carriera di critico musicale nel 1986, poi era passato all’arte. Aveva incasellato una serie di risultati professionali, facendosi largo anche all’estero. Ma un incidente, in cui era rimasto coinvolto a luglio 2015, lo aveva cambiato, facendolo diventare più fragile.

     

    Le nuove indagini sul decesso: «Dubbi sul fatto che si sia impiccato»

    A sette anni di distanza dalla sua morte, potrebbero forse prendere il via nuove indagini sul suo decesso. Con la nuova ipotesi di omicidio basata su alcune anomalie che sono saltate all’occhio di Bonasoni.

     

    Come la camicia di Agazzani, stirata ma spiegazzata sotto le ascelle, un elemento che potrebbe far pensare a una persona che è stata sollevata e spostata di peso. C’è poi la scarsa altezza scelta per l’impiccagione a riempire di dubbi: dal corrimano al pavimento c’erano 2 metri e 5 centimetri, forse troppo poco per il critico d’arte, che era alto 1,86 e pesava oltre 90 chili. E ancora: «Sembra che la cintura al suo collo sia stata chiusa dall’alto», ha notato la consulente. Infine, la possibilità che fosse sedato con farmaci prima del gesto. La prossima udienza è fissata a maggio.

    ALBERTO AGAZZANI ALBERTO AGAZZANI

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