Paolo Mastrolilli per “La Stampa”
la redazione del WASHINGTON POST
Contrordine, nei giornali si assume. O almeno lo fa il Washington Post, che prenderà 150 giornalisti. Naturalmente per andare in controtendenza non guasta avere un proprietario di nome Jeff Bezos, che oltre a essere la persona più ricca al mondo, è anche un pioniere del mondo digitale.
Fatte le dovute distinzioni, però, ci sono diverse lezioni da apprendere per tutti. La notizia è venuta dal publisher Fred Ryan, con questo memo: «Aggiungeremo 150 nuove posizioni, il numero più alto di sempre in un anno. La redazione, con oltre mille giornalisti, diventerà la più grande nella storia del Post».
Jeff Bezos Washington Post
Questo perché le sottoscrizioni digitali sono triplicate dal 2016, arrivando a oltre 3 milioni. Ancora non siamo ai livelli del New York Times, 6,1 milioni, ma l'idea è potenziare la redazione per lanciare la sfida alla concorrenza sul piano tecnologico.
Bezos aveva comprato il Post nel 2013 per 250 milioni. Quando Donald Graham gli aveva proposto di acquistarlo, lui era rimasto perplesso. Poi però si era posto due domande: si tratta di un'istituzione importante? Sei ottimista sul futuro? La riposta era stata positiva in entrambi i casi, e ciò gli era bastato.
la sede del WASHINGTON POST
La strategia era la stessa di Amazon: concentrare l'attenzione sui clienti, invece della pubblicità. Tanto se i clienti sono soddisfatti, i ricavi seguono. Per farcela era necessario puntare sul digitale, con questo obiettivo spiegato da Bezos: «Il Washington Post ha fatto storicamente una grande quantità relativa di soldi per lettore, con un numero relativamente piccolo di lettori. Ora dobbiamo fare una piccola quantità di soldi per lettore, con un numero molto più ampio di lettori».
La formula è stata mescolare conservazione e innovazione, e il "barbell" approach. Direttore è rimasto Martin Baron, focalizzato sulle notizie, come quando al Boston Globe aveva denunciato gli abusi sessuali nella Chiesa.
IL DIRETTORE DEL WASHINGTON POST Martin Baron
Al suo fianco si sono insediati Shailesh Prakash, chief information officer con esperienze da Microsoft a Netscape, e Joey Marburger, director of product, definito da Digiday.com la "punk rock star" del Post. Entrambi fissati su rapidità e varietà dell'offerta, dai podcast alle newsletter, brand, coinvolgimento e fidelizzazione dei visitatori.
Trump ha aiutato creando fame di notizie, perché metteva a rischio l'anima degli Usa. Scrivere in inglese, poi, è un ovvio elemento che allarga il mercato. Secondo il Neiman Lab di Harvard, però, ci sono almeno cinque lezioni che ogni giornale potrebbe imparare.
jeff bezos washington post
Primo, avere una proprietà privata dà vantaggi; secondo, essere grandi aiuta; terzo, non serve cambiare tanto per cambiare; quarto, la tecnologia, tipo strumenti come Bandito e Loxodo, è centrale; quinto, bisogna abbracciare l'innovazione anche quando non la controlli, ad esempio condividendo i contenuti con Facebook Instant Articles, Apple News, Google AMP. A patto di privilegiare qualità e unicità.