Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport
ceferin infantino
Il mercato di gennaio - che non a caso si chiama di riparazione - è l’urgenza di tanti club, le cui casse sono al solito vuote. L’aspetto inquietante è tuttavia un altro: sono le infermerie strapiene, il numero e la qualità degli infortunati per stress da calendario impossibile, sono gli allarmi inascoltati di tanti allenatori: da noi Sarri, Mourinho, Pioli, Mazzarri e in Premier, il torneo dell’intensità come valore, Ten Hag, Klopp, Pochettino, Kompany e Guardiola, secondo il quale «spetta proprio ai giocatori fare pressioni su Fifa e Uefa per dire basta e cambiare strada».
A pochi giorni dalla diciottesima di campionato, mostrerei volentieri a Ceferin e Infantino, che continuano a moltiplicare tornei e partite, l’incidenza su risultato sportivo e spettacolo degli stop da campo.
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In serie A il campionario delle sofferenze è praticamente completo: comprende gemelli, muscoli semitendinosi, flessori (oh, quanti flessori), legamenti collaterali, metatarsi, crociati anteriori, malleoli peroneali, bicipiti femorali, caviglie, adduttori, tendini d’Achille, tibie, cosce, polpacci, infrazioni costali, spalle, lombalgie, solei, scafoidi e affaticamenti diffusi.
E adesso viene il brutto: squadra per squadra, ecco l’elenco aggiornato, ma quotidianamente modificabile, degli appiedati del momento: Toloi, Palomino e Touré dell’Atalanta; Ndoye, Soumaoro e Karlsson del Bologna; Shomurodov e Rog del Cagliari; Pezzella, Caputo e Bereszynski dell’Empoli; Bonaventura, Dodô, Castrovilli e Nico Gonzalez della Fiorentina; Baez, Lirola, Oyono, Marchizza, Reinier e Kalaj del Frosinone; Messias e Retegui del Genoa; Lautaro, Dumfries, Cuadrado e Dimarco dell’Inter; Chiesa, Locatelli, Alex Sandro, Kean e De Sciglio della Juventus;
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Immobile, Luis Alberto e Romagnoli della Lazio; Almqvist e Dermaku del Lecce; Tomori, Thiaw, Pellegrino, Okafor, Pobega, Kalulu, Caldara e Musah del Milan; Andrea Carboni e Caprari del Monza; Lobotka, Natan, Lindstrøm e Olivera del Napoli; Aouar, Dybala, Smalling, Abraham e Kumbulla della Roma; Dia e Ochoa della Salernitana; Ra?i?, Boloca, Obiang, Viña, Viti, Defrel e Alvarez del Sassuolo; Schuurs e Linetty del Toro; Zemura, Bijol, Brenner, Deulofeu, Semedo, Davis e Ebosse dell’Udinese; Serdar e Faraoni del Verona.
Fatti due conti, sono attualmente lontani dal campo settantasei giocatori, il 13% dei tesserati. Vi sembrano pochi?
Allenatori, tifosi, presidenti (e agenti) sono terrorizzati al punto da considerare un successo, alla fine di ogni partita, l’assenza di infortunati: sii felice, oggi nel mondo sono accaduti milioni di incidenti che non ci hanno neanche sfiorato (cit.).
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