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"Un giorno sei decisivo per formare un governo in Spagna, il giorno dopo la Spagna ordina il tuo arresto". Così Carles Puigdemont, leader di Junts, ha commentato su Twitter la decisione dell'Ufficio del Procuratore della Corte Suprema che ha chiesto al giudice istruttore Pablo Llarena di emettere mandati di cattura internazionali contro di lui e l'ex ministro Antoni Comin. La richiesta segue la sentenza del Tribunale dell'Unione europea che revocherà l'immunità agli europarlamentari indipendentisti catalani.
SPAGNA
Estratto dell’articolo di Alessandro Oppes per repubblica.it
alberto nunez feijoo elezioni in spagna 2023
Azzoppato da una vittoria risicata che non gli ha spianato la strada verso la Moncloa, il leader del Pp Alberto Núñez Feijóo è comunque intenzionato a provarci.
Inizierà un giro di contatti “come vincitore delle elezioni”, ha spiegato il portavoce della campagna elettorale dei Popolari, Borja Semper, per cercare di formare “una alternativa di governo” che non dipenda da Esquerra Republicana, Bildu e Junts, i partiti indipendentisti catalani e baschi di cui la coalizione tra Psoe e Sumar avrebbe bisogno per raggiungere la maggioranza.
pedro sanchez elezioni in spagna 2023
Il problema di Feijóo è che i suoi 136 deputati, sommati ai 33 dell’ultradestra di Vox, protagonista di un tracollo rispetto a quattro anni fa, tengono le destre a una distanza incolmabile da quota 176, il numero di seggi necessari per ottenere l’investitura presidenziale.
(…)
Particolare su cui il Pp sorvola: il Psoe non è uscito affatto indebolito, ha incrementato (di poco) il numero di seggi passando da 120 a 122, è cresciuto in percentuale, dal 28 al 31 per cento circa, e ha ottenuto un milione di voti in più rispetto al 2019.
pedro sanchez elezioni spagna 2023
(…) l’unico con concrete possibilità di mettere insieme una maggioranza di governo sarebbe il premier uscente Pedro Sánchez (“questa democrazia troverà la formula della governabilità”, ha assicurato il leader socialista), ma a patto che, oltre alla scontata alleanza con Sumar e al prevedibile sostegno di gruppi nazionalisti e indipendentisti (i baschi di Bildu e Pnv, i catalani di Erc e i galiziani del Bng), l’altra formazione indipendentista catalana, Junts, guidata da Carles Puigdemont, accetti quantomeno di astenersi sull’investitura.
Ipotesi che si allontana, tuttavia, dopo che questa mattina la procura del Tribunale supremo spagnolo ha chiesto al giudice Pablo Llarena di emettere un nuovo ordine europeo di detenzione contro Puigdemont, in “esilio volontario” a Bruxelles dal 2017.
pedro sanchez elezioni in spagna 2023
Puigdemont subito dopo ha ironizzato in un tweet: “Un giorno sei decisivo per formare il governo in Spagna, il giorno dopo la Spagna ordina il tuo arresto”. Poco prima, il segretario generale di Junts, Jordi Turull, aveva assicurato: “L’astensione non è uno scenario, in questo momento non vedo l’investitura di Sánchez da nessuna parte”, ha detto in un’intervista radiofonica a Rac1.
Le condizioni di Junts sono sempre le solite: amnistia e referendum per l’indipendenza. Un terreno sul quale non esiste la minima possibilità di trattativa con il leader socialista. Resta da vedere se, nelle prossime settimane, la riflessione nel campo secessionista sul magro risultato del voto di ieri (in Catalogna hanno trionfato i socialisti con 19 seggi, molto al di sopra dei 14 complessivi degli indipendentisti di Erc e Junts) non determinerà un cambiamento di posizioni. L’alternativa è un ritorno della Spagna alle urne prevedibilmente entro Natale.
carles puigdemont