Mario Gerevini per ''L'Economia - Corriere della Sera''
villa tattilo
Silvio Berlusconi ha acquistato due nuove ville, per nulla anonime. Una è la splendida villa «La Lampara» di Cannes, in Costa Azzurra, che era della seconda ex moglie di Paolo Berlusconi, indebitata con Banca Mps. L’altra, in Sardegna, confinante con Villa Certosa, era degli eredi (figli e nipoti) di Adelina Tattilo, editrice di Playmen, e di Saro Balsamo, il re delle riviste porno anni ’70 (lanciò «Le Ore»).
Le due operazioni immobiliari sono state chiuse già da diversi mesi ma non se ne era mai saputo nulla. A gestirle è stato il team «operazioni riservate» dell’ex premier. Ovvero i fidatissimi professionisti con base a Segrate che si occupano degli affari personali del Cavaliere: Giuseppe Spinelli, Marco Sirtori, Salvatore Sciascia e Giuseppino Scabini.
La villa di Cannes
villa la lampara cannes
Villa «La Lampara» è un gioiello da 500 metri quadrati più 2mila di giardino con piscina e vista mare. Fu costruita dal marchese George De Cueves, marito di Margaret Rockefeller e poi è passata di mano più volte. Era finita sulle pagine dei giornali tre anni fa per lo sfogo di Antonia Costanzo, l’ex moglie di Paolo Berlusconi che acquistò la villa nel 2007 con un prestito milionario di Mps e l’incoraggiamento – lei disse - di Silvio Berlusconi che gli mandò anche i suoi giardinieri a sistemare il parco. Lui, secondo quanto fu scritto, fece da garante fino a oltre 8 milioni.
VILLA LA LAMPARA CANNES
Poi le rate e il debito furono «dimenticate» per anni. Una «distrazione» che costrinse la banca nel 2015 a chiedere (e ottenere) dal Tribunale un decreto ingiuntivo contro i beni della signora Costanzo. Alla fine Berlusconi subentrò nel debito e rimborsò Mps diventando egli stesso creditore dell’ex cognata con annessi pignoramenti e connesse ipoteche.
silvio berlusconi
Da lì lo sfogo della Costanzo per essere «liberata»: «Sono pronta a dargli la villa di Cannes …». Ora il cerchio si è chiuso: una delle società immobiliari del leader di Forza Italia ha acquistato «La Lampara» per 3,55 milioni. Prezzo presumibilmente al lordo dei debiti e anche degli oneri di ristrutturazione che dovrebbero essere piuttosto consistenti.
Villa Tattilo
La proprietà nell’entroterra di Porto Rotondo, a Punta Lada, a poche decine di metri dall’immenso parco (oltre 100 ettari) di Villa Certosa, è stata per anni il buen retiro di Adelina Tattilo, f ondatrice dell’omonima casa editrice e pioniera dell’eros con le sue riviste erotiche a partire dall’esordio di Playmen nel 1967. L’immobile sardo era intestato, prima della cessione a Berlusconi, a Federico (24 anni) e Orsetta Balsamo (39) che a loro volta l’avevano ricevuto per donazione dal padre.
saro balsamo
I nonni sono morti da tempo: Adelina, appunto, e l’ex marito Saro Balsamo, ricchissimo e spregiudicato imprenditore a luci rosse che per primo portò la pornografia in edicola con «Le Ore». Gli eredi hanno venduto l’immobile, che era intestato a una società, alla Immobiliare Idra di Berlusconi per 2,4 milioni, liquidati con quattro assegni provenienti dai conti del patron di Fininvest al Montepaschi: 1.188.000 euro a Orsetta Balsamo e 1.212.000 a Federico Balsamo.
playmen
È una cifra apparentemente bassa ma non si sa se l’ex premier si sia accollato anche eventuali debiti. Si sa però che la superficie è di 436 metri quadrati e la rendita di 3.876 euro. La categoria catastale, nonostante la posizione esclusiva, è A7 cioè quella dei villini più economici. L’operazione rientra probabilmente nel piano di Berlusconi di allargare progressivamente i confini (e la sicurezza) della Certosa comprando le proprietà adiacenti.
2. CHI ERA ADELINA TATTILO: MEZZO SECOLO DI HARD-CORE ALL'ITALIANA
Peppe Aquaro per il ''Corriere della Sera'' del 31 marzo 2017
«Raffaella Carrà. Nuda e privata». Perché poteva capitare di imbattersi anche in questo, in una sorta di «Carrambata», sfogliando Playmen, la rivista per soli uomini pubblicata per diversi anni da una sola donna: Adelina Tattilo, pugliese di Manfredonia, fondatrice dell’omonima casa editrice. Ed appena pochi mesi prima dell’avventura in solitaria di Playmen, moglie di Salvo Balsamo, siciliano di Catania, l’inventore in Italia del Porno di carta. Che è poi il titolo di un libro pubblicato in questi mesi da Iacobelli editore. Erano gli anni Sessanta del secolo scorso: quando il comune senso del pudore faceva nascondere con una pecetta seni nudi e parti più intime di donne bellissime e sensuali.
tattilo edizioni
Dieci anni con il re del porno
Il libro è stato scritto da Gianni Passavini, il giornalista che all’International Press di Milano (era il nome della casa editrice di Balsamo, in vita, come il suo fondatore, fino all’inizio del Terzo Millennio, e che ha pubblicato, tra gli altri, Le Ore, Cronaca italiana e Supersex con i suoi «Foto film fanta-erotici») ha trascorso dieci anni della sua primissima vita professionale.
«Sono entrato al numero 15 di via Fatebenefratelli, a due passi dalla Questura, nel 1982, quando Balsamo era ormai un miliardario, elegantissimo e con orologi preziosi al polso: uno di quelli che si spostavano ogni giorno in Lamborghini o con l’aereo privato», ricorda l’autore di Porno di carta (da poco presentato al Book Pride di Milano), il cui sottotitolo è proprio «Vita, morte miracoli di Saro Balsamo: l’uomo che diede l’hard-core all’Italia». E anche più di uno scappellotto a sua moglie Adelina.
playmen giovanna ralli tattilo editrice
Il marito fedifrago e il blitz di Adelina
Proprio la Tattilo, divenuta editore nel 1967 — dopo aver cacciato dal tetto coniugale e dagli uffici della casa editrice romana l’impenitente marito fedifrago, costretto a fare armi e bagagli in direzione Milano, per reinventarsi editore — fece decollare Playmen che nel giugno di quell’anno aveva preso il posto di Men. «Balsamo, in seguito ad uno dei suoi numerosi guai giudiziari, appena uscito di galera, dovette rientrarvi immediatamente a seguito delle percosse inferte alla moglie», dice Passavini, il quale dipinge benissimo un’epoca (mezzo secolo fa) in cui non esistevano ancora dvd, videocassette, né cinema porno. Soltanto carta. Tonnellate di carta. Sistematicamente sequestrata dalla magistratura.
Il sotterraneo del sesso vietato
Nell’aprile del 1969, nei sotterranei del palazzo di Giustizia di Milano erano stipate 500 tonnellate di riviste requisite nel giro di due anni: da Playmen a Caballero, da Kent a Strip, da Belfagor a Supersex, Due Amiche e il mitico King. Mitico per due motivi. Neanche il tempo di fare capolino dall’edicolante, e il primo numero — febbraio del ’67 — viene subito sequestrato. Una cosa da nulla rispetto al sequestro degli otto primi numeri di Men, altra geniale invenzione del ‘66 di mister Balsamo, «scippatagli», tre anni più tardi, dalla moglie Adelina, donna «Bella, bionda e piacente, dalla voce roca resa baritonale per le tante sigarette fumate, gli occhi miopi e gli occhiali enormi, che arriva spesso in ufficio in blazer, pantaloni, camicia e cravatta».
adelina tattilo playmen
La descrive così Passavini, ricordando come il look manageriale di Adelina abbia ispirato il personaggio della direttrice senza scrupoli, interpretata da Florinda Bolkan, nel film «Il comune senso del pudore» (1976, nella foto sotto, la Bolkan in una scena del film).
Paul Newman e la Andrews sotto le lenzuola
adelina tattilo
Tornando a King, e al secondo mitico motivo, galeotta fu la foto in copertina dall’evidente sapore «lascivo»: un grande letto, una coppia intravista sotto le lenzuola, e gli indumenti lasciati a casaccio nella stanza. I due sotto le lenzuola sono Paul Newman e Julie Andrews. Sì, perché l’immagine è tratta dal film, «Il sipario strappato» di Alfred Hitchcock. Ma si sa, la magistratura non ama il brivido, soprattutto quando è troppo caldo. Ancora numeri. Passavini: «Nel 1968, saranno sequestrate 377 riviste e denunciate 1.800 persone». E tra queste, diverse figure di intellettuali, collaboratori fedeli di riviste come Kent, sul quale scrivevano nomi del calibro di Mario Soldati, Gianni Brera, Gian Carlo Fusco e Luciano Bianciardi.
le ore copertina sul papa
I Settanta, la pornografia sdoganata e Cicciolina
Qualche anno dopo, negli anni Settanta, quelli della pornografia ormai sdoganata, seni, pubi e fondoschiena di attrici e modelle non intervalleranno più i romanzi a puntate degli scrittori. Al posto delle «Ragazze del venerdì», che potremmo definire fin troppo caste e rassicuranti, irromperà su Le Ore, pensato e realizzato da Balsamo all’inizio del 1970, una giovanissima ragazza svedese, Ilona Staller, più conosciuta col nome d’arte di Cicciolina. Un’altra trovata, indovinata, su suggerimento di Riccardo Schicchi, dell’editore che inventò il porno. Insieme alla sua ex-moglie Adelina. Due vite parallele — e neanche più di tanto — perché destinate a incontrarsi comunque, tra Milano e Roma, sul numero delle copie vendute.
Lo scandalo dei Casati-Stampa
le ore rivista
Quello delle vendite era un punto sul quale la Tattilo sembrava imbattibile: sono suoi, rispettivamente con Men e con Playmen, gli scoop realizzati nelle estati del ’70 e del ’71, con le foto dei marchesi Casati-Stampa, ripresi sull’isola di Zannone come mamma li ha fatti (soprattutto la moglie Anna Maria Fallarino, nella foto sotto, che poi venne da lui uccisa insieme all’amante); e quello su Jacqueline Onassis (ex signora Kennedy) immortalata tutta nuda sull’isola greca di Skorpios. Quando il porno stava ormai seppellendo il piacere della scoperta. Paradossi della pornografia classica, che come ha scritto Andrea Di Consoli sulla pagina Opinioni del Corriere (leggi sfiorando l’icona blu), «è sempre più vintage» rispetto al mondo dei video online.
le ore rivista adelina tattilo con angelo rizzoli ADELINA TATTILO adelina tattilo al lavoro delitto casati stampa delitto casati stampa PAOLO BERLUSCONI VISITA IL FRATELLO SILVIO AL SAN RAFFAELE silvio e paolo berlusconi silvio e paolo berlusconi tattilo edizioni