Gabriele Santoro per l’ANSA
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La prima cosa che gli archeologi hanno visto tra le rovine è stata una crocchia di capelli mossi, in marmo bianco, tenuta assieme da un nastro, incrostata di terra vecchia di secoli.
Poi, delicatamente ripuliti, sono tornati a guardare la luce di Roma gli occhi di una divinità femminile, dai lineamenti delicati, bellissima. Tanto da far pensare, agli esperti, alla stessa Afrodite.
E' emersa integra, dagli scavi della riqualificazione del Mausoleo di Augusto curati dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l'ennesima meraviglia del mondo antico: una testa in marmo greco, spiega il soprintendente Claudio Parisi Presicce, a una prima datazione risalente all'età augustea.
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"Roma continua a restituire preziose testimonianze del suo passato - ha annunciato il ritrovamento il sindaco Roberto Gualtieri - Gli archeologi e i restauratori sono adesso impegnati nella pulitura e nello studio del reperto". Il sovrintendente intanto è già in grado di dare alcune prime informazioni: "La testa appena ritrovata - racconta Parisi Presicce - di elegante fattura, scolpita in marmo greco, appartiene probabilmente a una statua di divinità femminile, forse Afrodite, di dimensioni naturali. Mostra una raffinata acconciatura di capelli raccolti sul retro grazie a una 'tenia', un nastro annodato sulla sommità del capo. Il reperto è stato rinvenuto nella fondazione di un muro tardoantico ma si conserva integro".
Avevano utilizzato l'opera come materiale da costruzione, a faccia in giù: nel tardo medioevo si usava così. "Una pratica molto comune - spiega il soprintendente - che ha consentito, come in questo caso, la fortunata preservazione di importanti opere d'arte". Ora la testa è nelle mani dei restauratori e degli archeologi, per ripulirla e per datarla. E chissà se questo nuovo reperto potrà essere valorizzato in modo speciale nei prossimi mesi.
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Lo scorso inverno, scavando per realizzare la metro C a Porta Metronia, il sottosuolo di Roma aveva sbalordito gli archeologi con un reperto unico al mondo. Dagli scavi emerse un'altra 'signora' dell'antichità, stavolta dal profilo fiero, con tanto d'elmo e di lancia: una personificazione della Città di Roma, l'unica nota al mondo eseguita su vetro dorato.
La 'Roma di Porta Metronia' è stata poi riprodotta il 25 aprile successivo sulla medaglia commemorativa per il Natale di Roma, ed esposta al pubblico. Oggi c'è la 'testa di piazza Augusto Imperatore', il cui valore scientifico non è in discussione: grazie a questa fanciulla in marmo di duemila anni fa, conclude il soprintendente, "siamo in grado di approfondire la conoscenza di un quadrante della città che stupisce per la ricchezza della sua storia millenaria".
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