Massimiliano Peggio per "La Stampa"
CRACK
«Volevano farmi del male. Forse gambizzarmi, perché ho cercato di portare in salvo Paolo, strapparlo da un giro di predatori sessuali, dai loro festini privati, dalle loro belle case in centro con sale cinema, terrazze sulla città e tavolini pieni di crack». Un'altra denuncia, agli atti dei carabinieri, ripercorre i segreti e le presunte perversioni violente dei due amici imprenditori torinesi che accoglierebbero nelle loro abitazioni giovani sbandati, tossicodipendenti, offrendo fiumi di droga in cambio di prestazioni sessuali.
LA DROGA NEI FESTINI DI TORINO
Festini in cui sarebbero state utilizzate anche sostanza medicinali, note come droghe dello stupro. E dove, a causa di un malore, lo scorso aprile sarebbe morto un uomo di 35 anni. Un episodio avvolto nel mistero.
«Queste persone vanno in cerca di giovani con problemi economici, dipendenti dal crack, che non possono permettersi di comprare le dosi. Sono i pusher a portarli in quelle case. Anch'io ci sono stato. Le ho viste con i miei occhi. Ho filmato gli interni. Ho visto la droga, ho assistito agli approcci sessuali, e il via vai di spacciatori».
CRACK
Questa la testimonianza di Luca, un amico di Paolo, il giovane di 25 anni che nei giorni scorsi, prima di presentare formale denuncia ai carabinieri, ha raccontato la sua storia all'inviato delle Iene Luigi Pelazza e alla Stampa.
«È stato Paolo a chiedermi aiuto, un giorno, mentre si trovava in uno di quegli alloggi. L'ho raggiunto e ho scoperto quel mondo. Entrando in una stanza, ho subito visto un tavolino con la droga. C'era una bottiglia per fumare il crack. Il padrone di casa è arrivato e si è spogliato. Ero allibito. Sono uscito, invitando Paolo a seguirmi. Il giorno dopo l'ho sentito al telefono, gli ho detto che non poteva continuare a fare quella vita. E che il crack l'avrebbe ucciso».
crack DA FUMARE
Ma Paolo ha continuato per mesi a frequentare quegli alloggi, di proprietà di due ricchi imprenditori, uno dei quali già finito nel mirino della procura per una vicenda analoga. Qualche anno fa aveva patteggiato una pena per favoreggiamento della prostituzione. Adescava giovani di strada in cambio di rapporti omosessuali. Sullo sfondo piatti colmi di cocaina.
crack NEI FESTINI DI TORINO
Luca, nella sua denuncia, ha spiegato ai carabinieri di aver frequentato anche la seconda abitazione, una sorta di «Terrazza Sentimento» in stile torinese, dove i pusher sarebbero di casa. «Ogni volta che finiva la droga, bastava chiamare lo spacciatore di turno e la consegna era assicurata. Li ho visti arrivare in taxi, anche durante il periodo di lockdown. Uno di questi andava in giro con la moglie incinta per giustificare le uscite in caso di controlli».
LA DROGA DELLO STUPRO
Paolo, il ragazzo torinese che ha svelato questo mondo sommerso di ricatti sessuali, era «assuefatto». Così lo descrive il suo amico, ripercorrendo a ritroso i mesi scorsi. Un viaggio nell'abisso di una Torino bene solo in apparenza. «Un amico dei due imprenditori, un uomo che partecipava spesso ai festini - aggiunge Luca - lo ha perseguitato anche quando lui è tornato a casa e mentre era in ospedale. Non voleva lasciarlo andare. È stato quell'uomo a dirmi che mi avrebbe gambizzato». Ora Paolo è in una comunità. «Ho denunciato per raccontare la violenza di quegli incontri - dice -. L'omosessualità non c'entra nulla».