1 – NOEMI, PRESI I DUE FRATELLI DI GOMORRA. ASCESA E CADUTA DEGLI EREDI DEL NARCOS
Dario Del Porto e Conchita Sannino per “la Repubblica”
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Il bersaglio sapeva d' essere un morto che cammina. Tanto che Salvatore Nurcaro aveva avvertito: «Se mi fanno fuori, sapete da chi andare». I suoi aggressori invece, erano gli eredi di una nota famiglia di narcos che non contempla il perdono.
Non sono uomini da ingoiare una lite, foss' anche per una " semplice" questione di soldi, i due fratelli Armando e Antonio Del Re, 28 e 18 anni: catturati ieri per l' agguato che, venerdì 3 maggio, ha ferito gravemente la piccola Noemi, tenendo l' Italia col fiato sospeso.
Puntare alla faccia, sparargli in bocca, questo voleva il codice delle cosche: è un altro dei dettagli che svela l' inchiesta. Come l' altro spiazzante particolare che si affaccia dai post pubblicati sui social del presunto killer. Armando è padre di tre bambini, pubblicava come tanti le foto dei loro compleanni, con palloncini e bottiglie: festeggiava coi figli, sparava su Noemi.
Punizione in pubblica piazza, dunque, quel venerdì. A costo di ammazzare chiunque: nonostante il via vai, i negozi aperti, la gente ai tavolini del bar e quelle giostre tanto vicine. I fratelli ritenuti responsabili dell' efferata spedizione sono i figli di Vincenzo ' a Pacchiana, storico capo di una piazza di spaccio di Scampia che, a sua volta, è fratello di altri pregiudicati, Cristoforo, Roberto e Salvatore, cioè Totore o' Pazzo.
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Armando, arrestato dai carabinieri in un autogrilli a ridosso di Siena ( dove sarebbe verosimilmente andato a trovare il padre, detenuto in quel carcere) è accusato di essere il killer che si distingue bene nel filmato: tarchiato e con la pancia, casco integrale e abiti neri, che ha fatto fuoco e colpito ai polmoni gravemente la bimba, addirittura scavalcando - indifferente, per ben due volte - la piccola mentre insegue e colpisce Nurcaro (ferito ma ancora vivo). Il " fratellino", bloccato dalla squadra Mobile, maggiorenne solo da quattro mesi, è ritenuto il complice del raid: lo avrebbe accompagnato e coperto.
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Una giornata che resterà per l' emozione collettiva: proprio mentre si spegneva la fuga dei due indagati, Noemi riapriva gli occhi. Un risultato che premia il lavoro delle forze dell' ordine impegnate senza sosta: la Mobile d' intesa con lo Sco, il reparto operativo dei carabinieri, il Gico della Finanza che già nelle prime ore avanza sospetti su Armando, il figlio della Pacchiana dell' area nord. Il procuratore di Napoli Gianni Melillo - che ha seguito direttamente l' inchiesta delle tre pm Antonella Fratello, Simona Rossi e Gloria Sanseverino, coordinate dall' aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli - rileva che il raid è maturato «in pieno contesto camorristico » . Agli indagati si contestano le aggravanti della premeditazione e del metodo mafioso. Il fermo di Armando Del Re sarà convalidato oggi a Siena, davanti al giudice Alessandro Buccino Grimaldi e alla presenza del suo difensore di fiducia, l' avvocato Claudio Davino.ù
noemi, la bambina ferita durante una sparatoria a napoli
Il movente: misto. Camorra e contesa su vecchi soldi. Denaro di vari affari. Somme che i Del Re maneggiato, da decenni, anche a fiumi. Dagli atti processuali che inchiodavano il padre Vincenzo, metà degli anni Duemila, piena Gomorra delle piazze di droga, versava al clan Di Lauro ben 25mila euro al mese: frutto del mercato di stupefacenti.
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Oltre dieci anni dopo, quella famiglia vanta negozi, agenzie di scommesse, traffici vari.
Sette giorni. Il tempo frenetico delle vie di fuga dei fratelli. Il ritmo febbrile delle indagini. E ora i vicepremier e ministri si precipitano a Napoli. Il capo del M5s Luigi Di Maio annuncia la sua visita a Noemi, alle 15.11 di ieri. Passano solo 4 minuti e Matteo Salvini corre al recupero, «Vado subito a Napoli», e arriva ieri: contestato davanti alla Prefettura. Entrambi riservano all' indagato uno sprezzo da strada. Salvini: « Quello str... » . Di Maio: «Quell' animale». Campagna elettorale travestita da anticamorra. Mentre Noemi continua a lottare.
solidarieta' a noemi, la bambina ferita durante una sparatoria a napoli
2 – La prima richiesta al papà «Mi porti le bambole?» La mamma in lacrime: organizzeremo una festa
Walter Medolla per il “Corriere della Sera”
L' incubo è finito ieri mattina. Noemi, la bambina di quattro anni colpita da un proiettile vagante venerdì scorso nella centralissima piazza Nazionale a Napoli, ha riaperto gli occhi verso le 8. E ai medici ha detto: «Dove mi trovo, che ci faccio qui? Dov' è mamma?». Ma Tania, la giovane madre era lì, accanto a lei, con un sorriso accennato sulle labbra e gli occhi pieni di lacrime.
solidarieta' a noemi, la bambina ferita durante una sparatoria a napoli 1
Una settimana durata un' eternità, aspettando dietro il vetro della sala di rianimazione dell' ospedale pediatrico Santobono-Pausilipon, fissando il monitor con i parametri vitali, guardando impotente la propria figlia immobile e intubata. La piccola ce l' ha fatta, i polmoni hanno iniziato a funzionare da soli, senza l' ausilio della ventilazione meccanica.
Ora è supportata solo da una mascherina d' ossigeno che l' aiuta nella respirazione.
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Quando la sedazione a cui era sottoposta è iniziata a diminuire, la piccola ha aperto gli occhi e ha trovato al suo fianco i genitori che non l' hanno lasciata sola un secondo. «Noemi, Noemi», hanno ripetuto il suo nome più volte come se fosse rinata, sorridendo e rassicurandola mentre le accarezzavano la mano.
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Appena i medici hanno visto la bimba aprire gli occhi è partito un applauso nel reparto di rianimazione, alcuni di loro hanno incitato la bambina: «Vai Noemi che ce la fai».
La prognosi resta ancora riservata, ma i miglioramenti che ha fatto nel giro di una settimana sono stati stupefacenti. «La situazione è migliorata», assicura Massimino Cardone, primario della Rianimazione del Santobono.
Gli step per permettere l' estubazione sono stati lenti e graduali, bisognava allenare i polmoni a un normale funzionamento, «svezzarli» come si dice in gergo. E così Noemi ha stupito tutti, la sua voglia di tornare ad abbracciare mamma e papà l' ha fatta risvegliare, nonostante un proiettile calibro 9 parabellum le abbia attraversato il torace da parte a parte. «Ringraziamo tutti, i medici, gli infermieri e tutte le persone che ci sono state accanto», dicono i genitori della piccola.
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Dopo i sorrisi e le carezze, Noemi ha espresso il desiderio di avere le sue bambole preferite, le Lol, da vestire e pettinare a proprio piacimento. È l' ultimo ricordo che la bambina aveva, l' ultima cosa vista prima di arrivare al pronto soccorso del Santobono. «Quando eravamo in ambulanza verso l' ospedale - racconta zia Jessica - le abbiamo fatto vedere sul cellulare il video delle Lol per farla distrarre». Dopo qualche ora è arrivato in ospedale un pacco gigante, dentro tutto il playset delle bamboline preferite di Noemi. Ma è rimasto lì, nella sala d' aspetto della rianimazione, assieme a un' altra decina di buste contenenti giocattoli e regali per la piccola.
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Non è ancora il momento della festa, Noemi sta meglio, respira da sola, ma la sua prognosi resta riservata. «Quando i medici ci diranno che nostra figlia è totalmente fuori pericolo parleremo e festeggeremo con tutti quelli che ci sono stati vicini», hanno fatto sapere Tania e il marito Fabio.
«Non ci aspettavamo una mobilitazione tale da parte della città - ha aggiunto zia Jessica -. Siamo rimasti molto colpiti, ringraziamo tutti. Naturalmente siamo soddisfatti per l' arresto del presunto autore dell' agguato di piazza Nazionale, ma ci interessa soprattutto lo stato di salute di mia nipote». Ad aspettare Noemi fuori dall' ospedale c' erano anche Carol e Aurora, le sue amichette.
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«Di solito ci incontriamo al parco di piazza Nazionale - ha raccontato la nonna delle bambine - e le mie nipoti giocano con Noemi, sono coetanee. Quel pomeriggio, per una fatalità non eravamo alle giostrine, ma siamo venute qui per salutarla». Aurora, la più piccola, ha indicato la foto della sua piccola amica stampata su uno striscione: «Ma quando viene Noemi?». «Presto, molto presto», le ha risposto la nonna.