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    CHI VA PER TRUFFARE... FINISCE IN MANETTE – LA STORIA DI UN 47ENNE, PERCETTORE DEL REDDITO DI CITTADINANZA, CHE DA NAPOLI È ANDATO A ROMA PER TENTARE DI FREGARE UN ROLEX DA OLTRE 11MILA EURO PAGANDOLO CON UN ASSEGNO FALSO – L’UOMO ERA STATO “ARRUOLATO” DA UNA BANDA CRIMINALE CHE GLI AVEVA PROMESSO MILLE EURO IN CAMBIO DELLA REALIZZAZIONE DELLA TRUFFA - AL MOMENTO DELLO SCAMBIO, IL VENDITORE SI È INSOSPETTITO E...


     
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    Estratto dell’articolo di Erika Chilelli per “il Messaggero”

     

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    A Roma in trasferta per commettere una truffa in cambio di mille euro. Così un napoletano di 47 anni, ha pensato risolvere i suoi problemi economici mettendosi in contatto con un'organizzazione criminale e commettere reati per commissione in cambio di un ritorno finanziario.

     

    A Vincenzo C., non bastava il reddito di cittadinanza: è arrivato nella Capitale mercoledì, in possesso di documenti d'identità e assegni bancari falsi, per commettere una truffa ai danni di un uomo con il quale aveva preso contatti fingendosi interessato a comprare un Rolex del valore di 11 mila e 500 euro.

     

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    Il venditore, però, insospettito ha chiamato la polizia e al momento del passaggio di proprietà il 47enne è stato arrestato. Accusato di truffa e possesso e fabbricazione di documenti falsi è stato condotto in aula dove, ieri, con giudizio per direttissima.

    Il suo arresto è stato convalidato, ma è tornato in libertà, anche se non ha indicato chi fossero i suoi committenti.

     

    Aveva risposto a un annuncio online, mostrandosi interessato all'acquisto di un Rolex modello Milgauss del valore di 11mila e 500 euro. Così, dopo aver preso accordi con il venditore, i due hanno fissato un incontro davanti a un istituto di credito della Capitale, dove era depositato in custodia l'orologio.

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    Nel mattino di mercoledì il compratore è partito da Napoli ed è arrivato a Roma con l'intenzione di tornare a casa con il bottino, ma nulla è andato secondo i piani: il 47enne, infatti, non voleva acquistare il Rolex per sé, né intendeva pagarlo, ma impossessarsene per consegnarlo ai suoi superiori appartenenti ad un'organizzazione criminale.

     

    Ad attenderlo al momento dello scambio, però, non c'era solo il venditore dell'orologio, ma anche gli agenti di polizia, allertati proprio dall'inserzionista che era preoccupato per via della modalità di pagamento scelta da Vincenzo: un assegno circolare che, in seguito ad accertamenti condotti dall'istituto bancario, è risultato falso.

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    Ad essere contraffatto anche il documento d'identità, valido anche per l'espatrio, sul quale era scritto un altro nome. L'uomo è stato così arrestato con l'accusa di truffa, possesso e fabbricazione di documenti falsi. […]

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