Michelangelo Borrillo per il ‘Corriere della Sera’
Ha cercato il governo per tutta l' estate, lo ha trovato quasi a fine stagione, in Puglia. Davanti al ricco buffet di panzerottini e mozzarelle di Bisceglie, Arnaud de Puyfontaine ha incontrato il premier Giuseppe Conte. Da una parte il ceo di Vivendi, la multinazionale francese di media e tecnologia che ha investito in Italia 5 miliardi nel capitale di Tim e Mediaset; dall' altra il presidente del Consiglio italiano, che in Puglia è di casa.
GIUSEPPE CONTE ARNAUD DE PUYFONTAINE
Per de Puyfontaine, invece, è una novità.
Resa possibile dall' invito del pd Francesco Boccia, ideatore di Digithon, la maratona digitale italiana che ha contattato il numero uno di Vivendi a inizio 2018, quando le elezioni politiche del 4 marzo erano ancora lontane, come i problemi di Tim. A seguito dei quali l' investimento di Vivendi in Tim, in Borsa, si è dimezzato, con il primo azionista francese che nel frattempo in cda è stato messo all' angolo dal nuovo socio Elliott, il fondo che ha trovato l' appoggio della Cdp, la lunga mano dello Stato italiano in economia.
Per questo, Vivendi, cerca di recuperare l' appoggio del governo. «Crediamo nell' Italia che per noi resta un investimento di lungo termine», ha spiegato de Puyfontaine nell' intervista pubblica, in piazza, a Myrta Merlino. Nel pubblico anche il vice premier Luigi Di Maio, salito sul palco subito dopo per essere intervistato da Massimo Giletti, a cui ha spiegato che «il peccato originale di Telecom è stato quello di essere messa sul mercato in maniera ideologica, seguendo l' ideologia delle privatizzazioni».
bollore de puyfontaine
Chi ha assistito all' aperitivo di de Puyfontaine con Conte, riferisce che più o meno questo è stato anche il discorso fatto al premier: Vivendi crede nell' Italia e vuole dimostrarlo al governo e agli italiani. La spiegazione è duplice: strategica e pratica.
«C' è bisogno di un campione europeo - ha spiegato il numero uno di Vivendi, facendo riferimento alla visione strategica - se la capitalizzazione della nostra società è di 30 miliardi e si confronta con i 1000 di Apple e Amazon. Vogliamo fare massa critica in Europa e crediamo nell' Italia».
La questione pratica è un' altra, ed emerge quando gli viene chiesto cosa pensa di Cdp che appoggia un fondo e non una società industriale: «Sorprendente - la sua risposta - per usare un eufemismo. Hanno preferito un investitore di breve termine rispetto a uno di lungo termine. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti».
AMOS GENISH
Quindi, alla fine, l' endorsement, magari interessato, al governo: «Cosa pensiamo dell' ipotesi di cessione di Sparkle - la società di cavi sottomarini messa in vendita dal ceo di Tim Amos Genish - annunciata nei giorni scorsi? Sono d' accordo con le dichiarazioni del vice presidente del Consiglio, Di Maio: Sparkle non si deve vendere, perché strategica per l' Italia».
sparkle rete sparkle