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1. SALVINI E I PRIMI SCRICCHIOLII NEL GOVERNO
Marcello Sorgi per ''La Stampa''
Chissà come faranno Salvini e La Lega a tirare avanti dopo quello che gli è capitato negli ultimi giorni: il leader e vicepresidente del Consiglio è sotto inchiesta per sequestro di persona e l' avviso di garanzia recapitatogli ieri dal procuratore di Palermo avvia un processo davanti al Tribunale dei ministri che potrebbe concludersi con una condanna a quindici o venti anni: impossibile, se e quando accadrà - ma anche prima, basterebbe il rinvio a giudizio, previsto in novanta giorni - che Salvini possa restare in carica, specie come ministro dell' Interno, cioè guardiano dell' ordine pubblico e del rispetto della legge.
salvini
Quanto al partito, è senza un soldo, sotto sequestro della magistratura, per l' oggi e per il domani: vuol dire che se anche la Lega si risolverà a cambiare nome, accettando il suggerimento di uno dei suoi giudici, dal momento che il blocco dei fondi avviene per quella brutta storia di uso improprio di fondi pubblici di cui l' attuale gruppo dirigente del Carroccio non ha alcuna responsabilità, il nuovo partito, chiamiamolo così, ripartirebbe da zero e non sarebbe in condizione di sostenere i costi delle campagne elettorali che lo attendono per le elezioni regionali e europee, a meno che non sia Berlusconi a scucire, come faceva ai tempi di Bossi, senza sapere che fine avrebbero fatto i suoi soldi.
Salvini ha scherzato un po' troppo col fuoco negli ultimi tempi, dopo aver gestito a modo suo, e non certo come avrebbe dovuto fare il responsabile del Viminale, la vicenda della nave "Diciotti". Anche ieri sera, con in mano la comunicazione giudiziaria che per lui è l' inizio dei guai, ha fatto capire che si batterà, in nome del fatto che è eletto dal popolo mentre i magistrati no.
DI MAIO BONAFEDE
Detto dal leader di un partito manettaro che tutti i giorni promette (anche a ragione) sgomberi, galera e espulsioni e invita la gente a difendersi dalla criminalità, non sta in piedi: significa due pesi e due misure, protezione per il ministro e arresti per gli altri, anche prima di sapere se davvero hanno commesso reati. Per questo, sebbene anche ieri sera Salvini si sia mostrato baldanzoso, parlando delle accuse come "medaglie", dev' essere consapevole di essere messo male. E bastava guardare la faccia disperata del sottosegretario Giorgetti per capire che è così.
2. CHI VUOLE MORTO SALVINI
Alessandro Sallusti per ''il Giornale''
alfonso bonafede, luigi di maio e giuseppe conte
L' organizzazione sequestrata, il capo - notizia di ieri - indagato per sequestro di persona aggravato. Non stiamo parlando della Banda Bassotti ma del primo partito italiano, la Lega, e del ministro dell' Interno, al secolo Matteo Salvini. A questo punto i casi sono due. O la Lega si arrende e viene dichiarata fuorilegge, oppure vanno internati i magistrati in quanto colpevoli di attentato alle istituzioni. La terza via, cioè quella di presentarsi al mondo come un Far West o un qualsiasi Paese sudamericano in balìa di pazzi non si addice, fosse solo per forma, a una delle più importanti democrazie occidentali.
Spero nella seconda ipotesi, cioè nella messa al bando di una certa magistratura (come ci spiega nel Giornale di oggi anche Carlo Nordio, uno dei più prestigiosi pm che abbiamo mai avuto), ma onestamente non ci scommetterei. E mi viene un dubbio. Forse non è un caso che la Lega sia rimasta l' ultimo - probabilmente imprevisto - ostacolo sulla piena e assoluta presa del potere da parte dei grillini, costretti oggi a mediare ogni loro assurdo progetto con ciò che resta del centrodestra.
salvini giorgetti
E non è un mistero che l' ala della magistratura più ideologica (e potente) sia molto vicina ai Cinquestelle, a partire dal famigerato e giustizialista Piercamillo Davigo e dall' eroe antimafia Nino Di Matteo. Fino a che la Lega era un socio di minoranza si poteva fare buon viso a cattiva sorte. Ma ora che tutti i sondaggi danno per certo il sorpasso del partito di Salvini su quello di Di Maio, la faccenda si complica e il progetto Cinquestelle si indebolisce assai.
Che fare, quindi, per ripristinare l' idea originale di un Paese teleguidato dalla piattaforma Rousseau, cioè dalla Casaleggio & Associati casa madre del partito di Grillo? Detto più chiaramente: come togliersi dai piedi Salvini e soci? La strada maestra, percorsa con successo, è quella del trattamento Berlusconi. Salvini può resistere al sequestro economico della Lega, pure al ridicolo avviso di garanzia per sequestro di persona. Ma alla prossima dovrà arrendersi.
NINO DI MATTEO CON DI BATTISTA
La magistratura ha sempre dei mandanti perché da sola non osa muoversi, essendo pure vigliacca. E il mandante di questo attacco a Salvini ha un nome, che non possiamo scrivere per evitare querele milionarie. È un' organizzazione che inizia per C e finisce per E.
Caro Salvini, da buon lombardo ricordati un saggio proverbio: dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io.
3. ''CHE FARANNO I GRILLINI CHE APPLAUDIVANO IL PM PALERMITANO DI MATTEO DAVANTI ALL'INDAGINE DELLA PROCURA DI PALERMO SU SALVINI?''
Enrico Mentana su Facebook
NINO DI MATTEO
"Io sono stato eletto da voi, siete miei elettori, miei sostenitori, miei complici. Loro invece, i magistrati, non sono stati eletti da nessuno e non rispondono a nessuno". La risposta via Facebook del ministro alla notifica dell'avviso di garanzia (sequestro di persona aggravato per i migranti della Diciotti) farà il pieno di consensi tra i suoi, e certo anche tra gli ex alleati di Forza Italia.
Ma come reagiranno gli alleati del Movimento cinque stelle? Se una frase così, davanti a un'indagine simile, l'avesse pronunciata un ministro di qualche governo passato ci sarebbe stata una sventagliata di attacchi scarnificanti. Ora Di Maio e i suoi sono a un bivio. O seguono l'alleato e abbandonano la linea che ancora tre mesi fa li portava a scatenare un'ovazione per il pm palermitano Di Matteo.
Oppure mettono in discussione l'intesa di governo con la Lega sovranista. A meno che non scelgano la formula pilatesca già abbozzata su attriti minori: la questione dei pm non è nel contratto..
ENRICO MENTANA