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    ALGA AZZURRA, ALGA CHIARA - CHIARA APPENDINO ESAGERA COL “FAI DA TE”: INSIEME AI VOLONTARI TENTA DI RIPULIRE A MANO E CON LE RETI IL PO DALL’ALGA CHE LO HA INVASO (VIDEO) - MA L’OPERAZIONE NON RIESCE, ANZI L’ALGA SI DIFFONDE ANCORA DI PIU’! E ORA BISOGNA CHIAMARE UNA DITTA E SGANCIARE UN BEL PO' DI QUATTRINI...


     
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    Stefania Carloni per “Giornalettismo.com

     

    ALGHE PO - APPENDINO 2 ALGHE PO - APPENDINO 2

    A Torino la sindaca 5 stelle Chiara Appendino deve lottare contro una alga, la myriophyllum aquaticum, che invade il Po all’altezza dei Murazzi. Si tratta di una pianta acquatica pericolosa perché, anche se non rischiosa per l’uomo, rischia di propagarsi mettendo a rischio l’intero ecosistema fluviale.

     

    ALGHE PO - APPENDINO ALGHE PO - APPENDINO

    Come rimediare a tutto ciò? Il Comune ha a disposizione per la pulizia ordinaria del Po poche migliaia di euro l’anno. Pochissimi, le casse piangono e quindi davanti ai 40 mila euro chiesti da una ditta specializzata (non sono tante le aziende in Italia che prestano questo servizio) i 5 stelle hanno pensato a una soluzione fai-da-te. Una task force di volontari e associazioni ambientaliste, guidata dall’assessore comunale all’Ambiente Maria Lapietra, si è data appuntamento ai Murazzi per sradicare. A mano o con le reti simili a quelle usate dalle mondine.

     

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    Inutile aggiungere che la soluzione appendiniana è stata sponsorizzata su tv, social con scatti e clip. L’emergenza Po verde è stata risolta? No. La situazione è peggiorata. L’alga si è propagata ancora più velocemente perché non si è riusciti a sradicare il resto delle piante, nascoste sotto il pelo dell’acqua.

     

    E se non si sradica bene è un problema perché, come sottolinea l’Arpa che ha presenziato all’operazione, anche piccoli frammenti dell’alga possono portare all’aumento della stessa «creando un danno ambientale diffuso e importante sull’intero ecosistema fluviale». La massa è cresciuta ed è sotto l’analisi dei tecnici del Comune e dell’Arpa. Ebbene sì. Forse si poteva far meglio. Riporta Repubblica Torino:

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    “A questo punto, a differenza di quanto era stato annunciato l’altro ieri dall’assessora alle Vie d’acqua, Maria Lapietra, l’apertura della diga Michelotti, prevista mercoledì prossimo per ripulire il fiume anche dalle altre piante come la lenticchia d’acqua che in questi mesi gli hanno dato una colorazione verde, dovrà essere rimandata. Il millefoglio, la piantina spinosa che di solito viene usata per abbellire gli acquari, rischierebbe infatti di propagarsi a valle. È molto infestante.

     

    E basta un piccolo rametto, anche strappato, perché attecchisca altrove. Prima di passare alla potatura e alla pulizia delle altre piante innocue (non solo le “lenticchie” che galleggiano e colorano la superficie di verde, ma anche le brasche di colore marrone) bisognerà dunque eliminare l’infestazione.

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    «L’intervento di estirpazione manuale è stato efficace nell’eradicare la maggior parte delle piante infestanti e per contenerne la diffusione — ha chiarito ieri l’assessora Lapietra — Adesso, però, in collaborazione con la Regione e l’Arpa, stiamo valutando seriamente di affidare la rifinitura del lavoro di pulizia, che dovrà riguardare anche il fondale, a una ditta specializzata in questo tipo di operazioni. Che non solo garantisca uno sradicamento totale, ma che si occupi anche dello smaltimento dei resti».

     

    Essendo aumentata l’area su cui agire il preventivo delle ditte specializzate potrebbe salire anche oltre i 40 mila euro. Ora Appendino dovrà trovare una soluzione. Soldi inclusi.

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