F. CAP. per la Stampa - Estratti
CHIARA FRANCINI
Nel nome di Franca Rame, e della sua personalità sfaccettata, poliedrica, spiazzante, Chiara Francini porta al cinema, in veste di produttrice e interprete, la rilettura di Coppia aperta quasi spalancata, il testo in cui Fo e Rame, all'alba degli Anni 80, esploravano le mille possibilità dell'amarsi, in due, in tre, o anche di più:
«La storia è emblematica – spiega Francini -, si apre con una donna che tenta il suicidio dopo che suo marito le ha proposto di spalancare la loro unione per poter fare il proprio comodo.
Pensa di non poter vivere senza di lui, accetta la proposta per paura di perderlo, prende coscienza di se stessa, e arriva perfino a innamorarsi di un altro uomo». Un evento sconvolgente visto che il marito «era convinto che la moglie fosse un pezzo inamovibile di sofà».
Ieri, alla Mostra, con il film, diretto da Federica Di Giacomo, che ha aperto le Giornate degli Autori e da oggi è nei cinema, Francini ha parlato di poliamore e sincerità, il tutto con l'abituale pragmatismo:
franca rame dario fo foto di marcellino radogna
«Monicelli diceva sempre che bisogna abbracciare la vita, magari sfruttando qualche rinforzino, ma consapevoli del fatto che è bucata e amara, che si cade e che si patisce. D'altra parte, come dice la mia mamma, "chi è bello sempre non è bello mai", ovvero le storie d'amore sono belle anche se si soffre"».
Cos'è per lei il poliamore?
«Uno dei tanti modi con cui si cerca di agguantare la felicità. Tutti noi siamo convinti che la nostra scelta sia la migliore, ma, in realtà, la monogamia è difficile. In una bellissima lettera la Rame diceva a Fo di amarlo tantissimo, ma anche di volerlo strozzare per via dei suoi tradimenti. Concludeva dicendosi convinta, nonostante tutto, di aver riposto bene il suo amore, perché lui, alla fine, sarebbe sempre tornato da lei. Insomma, la monogamia non è facile, ma anche il poliamore ha i suoi problemi».
Per esempio?
Chiara Francini - Coppia Aperta Quasi Spalancata
«Nel film dialogo con Carlo Consiglio, il poliamoroso più vecchio di Italia, 93 anni e tre fidanzate. Parla di quanto sia bello il poliamore perché non contempla la gelosia, poi, però interviene una delle sue compagne e dice "però quando devi vedere la fidanzata di Mantova, lei vuole che io e l'altra andiamo fuori di casa". E allora? Allora consenso il cavolo, insomma, la verità è che noi esseri umani siamo tutti impegnati a sfamare il nostro bisogno di amore. La formula giusta non esiste, vale solo quella che funziona».
Ha scelto di mettersi in gioco direttamente, facendo entrare in campo anche il suo fidanzato Fredrik. Perché?
«Volevo che il film fosse sincero, così ho usato la verità, e poi non avevo i soldi per fare diversamente. Il risultato è spontaneo, gli incontri, il pranzo con mia madre…il film fa porre domande, mi auguro che chi lo vedrà capisca che la diversità non è mai fuori di noi, che la strada scelta, anche se magari non è quella giusta, va comunque bene perché l'abbiamo scelta noi».
Com'è stato lavorare con il proprio compagno?
dario fo e franca rame - canzonissima 1962
«Volevo tanto che ci fosse, non è stato conciliante, ma ha accettato perché gli ho spiegato che non potevo prendere un attore per interpretarlo, volevo che certe dinamiche fossero simili a quelle che viviamo in casa, che il film rispecchiasse tutti i colori del mio arcobaleno»
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