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    CHICO HA DESANTIS IN PARADISO - IL RIENTRO DI FORTI IN ITALIA NON È STATO UN TRIONFO DI "I AM GIORGIA", MA È TUTTO MERITO DEL GOVERNATORE DELLA FLORIDA RON DESANTIS. O MEGLIO, DEL SUO RITIRO DALLE PRESIDENZIALI AMERICANE! LA TRATTATIVA SI È POTUTA SBLOCCARE SOLO QUANDO IL MINI-TRUMP DI ORLANDO SI È RITIRATO, TOGLIENDO UN ARGOMENTO DI CAMPAGNA ELETTORALE A BIDEN. A QUEL PUNTO, "SLEEPY JOE" HA FIRMATO. NON È STATO MERITO DEGLI "OTTIMI RAPPORTI" DELLA MELONI CON WASHINGTON, MA UNA CORTESIA DISINTERESSATA. SE DESANTIS FOSSE ANCORA IN CORSA PER LE PRESIDENZIALI, FORTI SAREBBE ANCORA IN CELLA IN AMERICA...


     
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    GIORGIA MELONI - CHICO FORTI - ILLUSTRAZIONE DEL FATTO QUOTIDIANO GIORGIA MELONI - CHICO FORTI - ILLUSTRAZIONE DEL FATTO QUOTIDIANO

    Altro che grande successo della Melona! Il caso Chico Forti è l’ennesima dimostrazione di quanto la stampa italiana sia piccola e debole. Negli Stati Uniti tutti sanno che la vicenda si è sbloccata soltanto perché Ron DeSantis, governatore della Florida, si è ritirato dalla corsa alla Casa Bianca.

     

    Con l’uscita di scena – ufficializzata il 22 gennaio - del mini-Trump di Orlando, Biden non aveva più alcun motivo per non firmare le carte presso il Ministero della giustizia federale (una pratica già avviata dal Governo Conte II, con Di Maio alla Farnesina).

     

    “Sleepy Joe”, non dovendo affrontare alle presidenziali DeSantis, che avrebbe potuto sfruttare elettoralmente il caso Forti, ha così deciso di fare un favore disinteressato (per lui senza grossa importanza) alla sora Giorgia. Se DeSantis non si fosse ritirato, Chico sarebbe ancora in galera in Florida.

     

    meloni biden meloni biden

    Tutti negli Usa, compresi i funzionari di ambasciata, danno ufficiosamente questa ricostruzione dei fatti. Eppure, a leggere i giornali italiani, sembra un trionfo di “I am Giorgia”. Pare addirittura, a leggere certi retroscena, che prima non ci fosse mai stato mai avuto un premier con un ottimo rapporto con l’omologo statunitense. E allora il tweet di Trump all’amico “Giuseppi”, in cui si augurava che Conte restasse al governo?

     

    E PER IL GOVERNO CHICO È L’ANTI-SALIS: «SUCCESSO OTTENUTO GRAZIE AL SILENZIO»

    Estratto dell’articolo di Andrea Bulleri per “il Messaggero”

     

    Qualcuno, negli ambienti diplomatici, la chiama la regola del silenzio. E il principio suona più o meno così: meno si alza la voce in pubblico, più alte sono le probabilità di portare a casa un risultato, quando in ballo ci sono rapporti delicati con un altro Paese.

     

    giorgia meloni elon musk giorgia meloni elon musk

    È il codice di condotta che 18 mesi fa ha consentito di riportare in Italia senza troppi clamori Alessia Piperno, la blogger trentenne romana detenuta per un mese e mezzo in una prigione irachena. Lo stesso modus operandi, rivendica chi ha lavorato al caso alla Farnesina, che l'estate scorsa ha permesso il rientro a Bologna di Patrick Zaki.

     

    Poi della famiglia Langone, tenuta prigioniera in Mali per due anni. E che nelle ultime settimane è stato decisivo per il via libera a riportare a casa Chico Forti. Un lavorìo diplomatico intenso, […] che per mesi è andato avanti sottotraccia attorno al rientro del 65enne trentino condannato all'ergastolo a Miami.

     

    CHICO FORTI IN ITALIA - LA SCRITTA SUL PIRELLONE CHICO FORTI IN ITALIA - LA SCRITTA SUL PIRELLONE

    Tutto era cominciato già durante il governo Conte II, quando il ministro degli Esteri era Luigi Di Maio. La svolta però è stata più recente. Ed è maturata anche grazie alla preziosa opera di mediazione portata avanti da due diplomatici italiani di stanza negli Stati Uniti: l'ambasciatrice a Washington Mariangela Zappia e il console generale a Miami Michele Mistò.

     

    […] Antonio Tajani, che appena insediato alla Farnesina aveva dato vita a un gruppo di lavoro ad hoc nella direzione italiani all'estero, e poi sollevato il caso con Anthony Blinken nel primo colloquio col segretario di Stato americano, ne è convinto: «Si ottengono questi risultati quando si lavora in silenzio, senza fare polemiche». Parole […] in cui è facile leggere tra le righe un paragone col caso di Ilaria Salis. Nel quale invece, è convinzione di chi alla Farnesina si occupa del dossier, toni più bassi avrebbero giovato alla causa della maestra 39enne detenuta a Budapest, alla quale sono stati da poco riconosciuti i domiciliari.

     

    ilaria salis ilaria salis

    […] Un profilo basso invece, è convinzione dell'esecutivo, in questi casi aiuta. Come dimostra il caso Chico Forti: per il rientro si temeva di dover attendere mesi, invece le pratiche per l'estradizione sono state gestite «speditamente» dal ministero della Giustizia di Carlo Nordio.

     

    Dove un ruolo centrale nella partita viene attribuito agli ottimi rapporti tra Meloni e Biden, con la premier italiana che aveva sottoposto il caso di persona al presidente Usa.

     

    chico forti intervista tg1 5 chico forti intervista tg1 5

    Dall'alleato a stelle e strisce è arrivata però una condizione: non accogliere Forti come un eroe. Anche per questo, Meloni ha scelto un approccio "light": un'unica foto insieme e un breve post. «Fiera del lavoro del governo, ci tengo a ringraziare nuovamente la diplomazia italiana e le autorità degli Stati Uniti per la loro collaborazione».

     

    Un risultato al quale ha contribuito nessuno lo nega il fatto che Ron DeSantis, il governatore della Florida, da due mesi non sia più in corsa per la nomination repubblicana alla Casa Bianca: in quel caso, la prevedibile accusa di aver lasciato andar via «un ergastolano», come è percepito Forti negli Usa, difficilmente avrebbe detto sì all'estradizione.

     

    MARIANGELA ZAPPIA MARIANGELA ZAPPIA

    Già, perché anche gli equilibri politici del Paese in questione contano (e parecchio), quando si tratta del rimpatrio di un connazionale detenuto. «Ed è quasi sempre meglio chiosano dalla Farnesina entrare in queste dinamiche con il passo felpato della diplomazia, piuttosto che con dichiarazioni roboanti».

     

    2. CHICO FORTI, COSÌ MELONI È RIUSCITA A RIPORTARLO IN ITALIA: IL RAPPORTO CON BIDEN, I CONTATTI DI ELON MUSK E LE CHIAMATE (IRRITUALI) AL GOVERNATORE DELLA FLORIDA

    Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

     

    […] È difficile anche per una parte delle opposizioni non riconoscere il successo del governo. Di Chico Forti, che si è sempre dichiarato vittima di un errore giudiziario, negli ultimi anni si sono occupati diversi esecutivi, di diversi colori, diversi Guardasigilli, diversi ministri degli Esteri (Luigi Di Maio si spese in modo personale, come pure Marta Cartabia).

     

    Ron DeSantis donald trump florida Ron DeSantis donald trump florida

    Attraverso un lavoro quasi sempre sottotraccia, che in più occasioni ha rotto i protocolli internazionali per far valere i rapporti personali, a Giorgia Meloni è riuscito quello che ad altri era stato negato. Ed è accaduto per l’eccellente rapporto personale con Biden e con la sua amministrazione, per il flusso costante di lavoro congiunto che fra i nostri apparati è strutturato nell’asse Roma-Washington ormai da quasi due anni a livelli senza precedenti, ma anche perché si è investito sulla pratica una mole di lavoro e relazioni che nessun altro governo aveva messo in campo.

     

    Ci sono state due visite di Meloni alla Casa Bianca, due in un anno, con gli staff il dossier è in cima alla lista in entrambe le occasioni. Il capo del governo fa capire che per lei il caso è personale, ne ha fatto oggetto di promessa elettorale, auspica e ottiene che venga trattato di conseguenza.

     

    giorgia meloni - chico forti - meme by vukic giorgia meloni - chico forti - meme by vukic

    Lei stessa scompagina il cerimoniale: riceve Elon Musk a Palazzo Chigi, gli chiede un contatto con il governatore della Florida, Ron DeSantis, che ha l’ultima parola sull’estradizione: non tocca a un premier chiamare un governatore americano, lei non si fa scrupolo di alzare la cornetta più volte. Tocca a DeSantis firmare il trasferimento verso un carcere federale, dal quale sarà poi possibile l’estradizione.

     

    Le tessere del puzzle si incastrano anche grazie al lavoro costante e silenzioso della nostra rappresentanza a Washington, l’ambasciatrice Maria Angela Zappia viene pubblicamente ringraziata da Meloni quando a marzo il caso si sblocca, mentre Meloni è a Toronto. Nelle ultime ore la richiesta degli Stati Uniti è invece esplicita: «Si deve mantenere la massima riservatezza». Meloni accetta ma non rinuncia ad andare a Pratica di Mare e questo le vale gli attacchi social per una presidente del Consiglio che va a ricevere un condannato all’ergastolo per omicidio. […]

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