R.Amo. per “il Messaggero”
gianni zonin con i figli
Il secondo atto della Commissione d'inchiesta sulle banche, dopo l'elezione dell'ufficio di presidenza, è di fatto rinviato a domani mattina, con l'approvazione della bozza di regolamento (22 articoli) messo a punto dal presidente Pier Ferdinando Casini e dai vice Mauro Marino e Renato Brunetta e con la definizione dell'arco temporale in cui si concentrerà il lavoro della bicamerale. Un passaggio cruciale che viene compiuto proprio nelle ore in cui a Vicenza viene chiesto il rinvio a giudizio per l'ex presidente della Popolare cittadina, Gianni Zonin.
GIANNI ZONIN E VINCENZO CONSOLI
Dunque, secondo la bozza di regolamento che ricalca a quanto pare i paletti della Commissione parlamentare antimafia, potrà «apporre il segreto funzionale su atti o documenti da essa formati o acquisiti».
Questo uno dei punti cruciali dello schema che detta anche tutte le linee di funzionamento della commissione stessa: dall'ufficio di presidenza, al numero legale, all'ordine del giorno delle sedute fino alle modalità procedurali e agli strumenti dell'inchiesta. Un altro punto centrale è contenuto nell'articolo 13, dove si prevede che la Commissione possa «procedere all'acquisizione di documenti, notizie e informazioni nei modi che ritenga più opportuni, anche mediante indagini conoscitive e libere audizioni».
GIANNI ZONIN
LE TAPPE
Si tratterà domani di esaminare gli emendamenti al regolamento avanzati dalle opposizioni (Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia ed esponenti di Forza Italia e M5S) e presentabili fino ad oggi alle 18. Poi andrà fissato l'arco temporale di indagine. Ed è possibile che già nel pomeriggio si riunisca l'ufficio di presidenza per valutare le proposte dei capigruppo sul tema. Se saranno dieci o dodici gli anni da indagare si vedrà. Dipenderà dal metodo che decide di darsi la Commissione per arrivare fino alla crisi delle banche venete.
pierferdinando casini impugna la spada
Intanto ieri, dopo appena due mesi dalla conclusione delle indagini preliminari, è arrivata la chiamata alla sbarra per i presunti responsabili del crac della Popolare di Vicenza. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex presidente Gianni Zonin e per altri sei ex dirigenti della BpVi al termine dell'inchiesta per aggiotaggio, ostacolo alle attività di vigilanza e falso in prospetto.
Con Zonin, che si dice «fiducioso della magistratura», è stato chiesto al gip di processare l'ex ad e dg dell'istituto, Samuele Sorato, l'ex consigliere, Giuseppe Zigliotto, l'ex vice dg responsabile della divisione mercati, Emanuele Giustini, l'ex vice dg dell'area finanza, Andrea Piazzetta, l'ex vice dg della divisione crediti, Paolo Marin, e il dirigente proposto alla redazione dei documenti contabili, Massimiliano Pellegrini. Zonin e i sei ex dirigenti della banca sono indagati per ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto.