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JOE BIDEN GIORGIA MELONI - G7 HIROSHIMA
Istantanea da Hiroshima. Eccola Giorgia Meloni al G7: occhione svenuto, sorriso sfolgorante, mano nella mano con Joe Biden, come due fidanzatini al primo incontro. Maddai! Quanti anni sono passati dalla dichiarazione della Ducetta alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, dove ruggì: "A Biden dico che non saremo i muli da soma dell'Occidente”?
Appena un anno! Era un’Ansa del 29 aprile 2022 che faceva seguito a quella del 7 aprile, dove ospite di “Porta a Porta”, la Coatta Premier così sistemò il presidente degli Stati Uniti: "In Usa non c'è una leadership salda: Biden non ha dato una massima prova di sé". Sempre nella stessa ospitata da Vespa, non risparmiò strali all’Unione Europea: “Ci dobbiamo preparare a una nuova guerra fredda. L'Ue non esiste perché non ha una politica estera”.
ABBRACCIO GIORGIA MELONI JOE BIDEN - G7 HIROSHIMA
Al G7 giapponese ha annunciato trionfante che l’Italia potrebbe far parte della cosiddetta jet coalition a favore dell’Ucraina. Ma dato che il nostro disgraziato Paese non dispone di caccia F-16, quelli richiesti da Zelensky, che ha abbracciato e incontrato prima di lasciare Hiroshima, “Io so’ Giorgia” ha ammiccato che d’intesa con gli alleati europei, “anche se una decisione ancora non è stata presa, il nostro Paese potrebbe partecipare all’addestramento di piloti ucraini” nella basi italiane.
giorgia meloni joe biden g20 1
Altro giro, altro ribaltamento. Quello che proclama oggi sulla guerra russo-ucraina fino alla sua ascesa a Palazzo Chigi, manco 8 mesi fa, non era immaginabile. In data 29 marzo 2022 l’allora reginetta dei camerati di Colle Oppio si spara un video su Facebook di tale tenore, rilanciato dall’Ansa: "E' di fronte alle grandi sfide della storia che si valutano i leader, quelli che possono fare la differenza fra il successo e la catastrofe. Un fatto che sta emergendo con la guerra in Ucraina è la realtà desolante delle leadership di sinistra in Occidente".
giorgia meloni volodymyr zelensky g7 hiroshima 1
Non è finita: "Biden, che è stato osannato dai media in chiave anti Trump, si sta dimostrando inadeguato, come inadeguato si sta dimostrando Macron, altro idolo della sinistra, incapace di ogni visione più ampia del piccolo tornaconto francese e dei suoi interessi politici. Inutili e inesistenti come sempre i vertici Ue, sempre presenti se ci sono da imporre regole assurde ai cittadini, ma evanescenti se ci sono da affrontare le grandi sfide del nostro tempo".
giorgia meloni volodymyr zelensky g7 hiroshima
"Il frastuono della guerra - conclude - ha fatto crollare la narrazione progressista ed è anche per colpa di questa debolezza politica della sinistra se siamo in questa situazione, perché la sinistra è incapace di leggere la realtà, presa com'è dai suoi deliri ideologici. Per questo sono ancora più convinta che in Occidente, negli Usa, in Europa, in Italia serva una svolta conservatrice, perché serve tornare ad affrontare la realtà".
giorgia meloni donald trump
Biden, quel vecchietto che oggi prende romanticamente per mano sbattendo gli occhioni, sprizzando filo-americanismo da tutti i pori, è stato per anni il bersaglio preferito da sbertucciare. L’Ansa batte il 15 agosto 2021 il seguente lancio: "Disastrosa gestione del dossier Afghanistan da parte dell'amministrazione democratica Biden. I talebani riprendono con estrema facilità Kabul e l'intera nazione afgana, entrando anche in possesso di armi e mezzi occidentali.
Gli alleati locali dell'Occidente abbandonati al loro destino. Una figuraccia per tutto l'Occidente che fomenterà gli integralisti e che avrà gravi ripercussioni anche per la nostra sicurezza. Peggio di così non era proprio possibile fare. Diamo il bentornato alla cinica dottrina Obama-Clinton-Biden: 'Se non puoi vincere, crea caos'".
BANNON MELONI 4
Era il settembre del 2018 quando Steve Bannon, ex stratega di Trump, fu ospite di Atreju, l’evento annuale di Fratelli d’Italia e celebrava l’adesione di Meloni al cartello sovranista “Movement” di Bannon.
Chissà se alla Casa Bianca si ricordano della Ducetta del 2020 che agitava la bandierina di Trump, unico politico italiano invitato al National Prayer Breakfast, presente il presidente Usa.
giorgia meloni a washington national prayer breakfast
Riporta l’Agi: “A Washington, Giorgia Meloni ascolta il presidente degli Stati Uniti …Ma la leader politica italiana si concentra sulla parte del discorso in cui il capo della Casa Bianca si schiera a favore della "protezione della libertà religiosa". "Nel nostro Paese non si tirano giù croci o altri simboli religiosi e non si perseguitano le persone per motivi religiosi. Tuteleremo il diritto costituzionale di pregare nelle scuole pubbliche", garantisce Trump.
giorgia meloni a washington national prayer breakfast
Continua la nota dell’Agi: “E subito Meloni si accoda. "Dio, patria, famiglia nel discorso del presidente Trump al 'National prayer breakfast': parole che in Italia sembrano quasi eversive, negli Stati Uniti sono al governo e danno risposte importanti", sostiene. Al centro del discorso del presidente Usa, abbiamo identificato i temi della "difesa dell'identità, dei confini, delle imprese, dei prodotti, delle famiglie americane - aggiunge -. L'orgoglio dell'identità, nelle altre nazioni del mondo, sta dando ottimi frutti e ottimi risultati. È la ricetta che vogliamo portare in Italia, dove anche noi vogliamo difendere i nostri prodotti, le nostre aziende, i nostri confini e le nostre famiglie. Lo faremo, quando finalmente l'Italia avrà un governo di patrioti capace di difendere i suoi interessi nazionali e avere, al contempo, ottimi relazioni internazionali".
SOLLEVANTE - MEME BY EMILIANO CARLI
Conclude la nota dell’Agi: “Seduta nella sala della riunione conservatrice, che ha invitati bipartisan, provenienti da 140 Paesi, Meloni segue il discorso di Trump, quindi, come un "insegnamento" da portare a casa, un esempio da applicare in Italia. "Trump può piacere o meno, ma i risultati che ha ottenuto a livello economico sono straordinari: gli porteranno la rielezione. E sono un buon insegnamento per noi: perché alla fine la ricetta di Trump è stata shock fiscale e investimenti pubblici, taglio delle tasse, soldi sugli investimenti, difesa del prodotto, difesa dell'azienda. Ed è una decisamente una ricetta che ha funzionato molto simile a quella che Fratelli d'Italia propone in Italia", dice”.
GIORGIA MELONI CONFERENZA STAMPA G7 DI HIROSHIMA
E’ la geopolitica, bellezza! Una volta preso possesso di Palazzo Chigi, con la stessa velocità di un cambio di mutande, Giorgia si è convertita di botto a un filo-americanismo così esibizionista, così extra-large, così inginocchiato ai piedi di Biden, che la sta mettendo contro l’Europa di Macron e Scholz. Purtroppo il suo consigliere diplomatico, Francesco Maria Talò, è latitante e non le spiega la differenza in geopolitica tra ‘’essere filo-Usa’’ ed essere ‘’alleati di Washington’’.
Essere filo-Usa, come Meloni, vuol dire semplicemente mettersi un guinzaglio al collo e scodinzolare “io sono il tuo cagnolino”. Essere alleati, come Macron e Scholz, vuol dire: se hai bisogno di me, ci sono. Quando lo scorso aprile il toyboy dell’Eliseo è volato con Ursula a Pechino ha parlato apertamente di “equidistanza” tra Usa e Cina, ricicciando il vecchio pallino del concetto di “autonomia strategica” dell’Ue. Del resto, Macron non è nuovo a teorizzare un’Unione Europea non più vassallo degli Stati Uniti: già nel 2019 dichiarò la “morte cerebrale” della Nato.
TRUDEAU VON DER LEYEN MELONI SUNAK AL G7 DI HIROSHIMA
Il filo-americanismo senza se e senza ma della Meloni si troverà ben presto alla prova dei fatti: che deciderà di fare il governo italiano sull’accordo, siglato nel 2019 dal governo Conte con la Cina, sulla Belt and road initiative, meglio conosciuta come "Via della Seta"? Gli americani vorrebbero che l’Italia si sfilasse ben prima di dicembre, termine ultimo entro il quale è necessario dare una risposta a Pechino.
GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON AL G7 DI HIROSHIMA
Per la Ducetta non sarà facile decidere, perché uscire dalla "Via della Seta" potrebbe sì accontentare la Casa Bianca, ma l’incazzatura di Pechino avrebbe forti ripercussioni economiche e commerciali sull’Italia. A Hiroshima, in conferenza stampa, la premier ha buttato la palla in tribuna: “La scelta va fatta con tutti gli attori in campo: il Parlamento e alcuni organismi del Parlamento. L’Italia è l’unica nazione del G7 ad aver sottoscritto il memorandum ma non è l’unico Paese europeo ad avere rapporti stretti con la Cina”. Insomma, come nel caso della ratifica del Mes, che vede la Lega contraria, Giorgia si trasforma in Pilato e porta la rogna in Parlamento.
URSULA VON DER LEYEN - JUSTIN TRUDEAU - JOE BIDEN - FUMIO KISHIDA - G7 HIROSHIMA
meloni bannon