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    IMPRENDITORI, COSA VOLETE: DIPENDENTI O SCHIAVI? – IL GESTORE DI UN ALIMENTARI IN PROVINCIA DI PORDENONE HA AFFISSO IN VETRINA UN CARTELLO CON SU SCRITTO: “CHIUDIAMO IL NEGOZIO PER MANCANZA DI PERSONALE CHE ABBIA VOGLIA DI LAVORARE” – E SPIEGA: “SI PRESENTANO SOLO OVER 50 A CUI NON VA BENE NIENTE: LAVORARE IL SABATO NO, INIZIARE IL TURNO ALLE OTTO È TROPPO PRESTO” – MA IL SINDACO DEL PAESE LO BECCA IN CASTAGNA: “BISOGNEREBBE FORNIRE TUTTE LE INFORMAZIONI SU STIPENDI E GESTIONE DEL POSTO DI LAVORO PRIMA DI LANCIARE ACCUSE COSÌ PESANTI...”


     
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    Da www.leggo.it

     

    cartello sullo spaccio a valvasone cartello sullo spaccio a valvasone

    «Chiudiamo il negozio per mancanza di personale che abbia voglia di lavorare». Lo spaccio Cospalat di Valvasone (Pordenone), ha sospeso l'attività e ha spiegato il motivo ai clienti con un cartello che ha scatenato l'ira dei cittadini. Il messaggio, appeso in vetrina, ha ricevuto una replica altrettanto dura: «Vergognatevi».

     

    Il negozio si trova in piazza Mercato, nel cuore del borgo medievale. È uno di quelli storici, conosciuti da tutti, riporta il Gazzettino. «Cerchiamo due persone per mantenere in attività lo spaccio di Valvasone - spiega il consigliere di Cospalat Riccardo Zampa -, ma non riusciamo a trovarle. E sapete perché? Perché anche solo lavorare il sabato sembra essere un problema per i candidati».

     

    E qui inizia il racconto dettagliato di quello che sarebbe avvenuto nelle ultime settimane tra i datori di lavoro (la Cospalat appunto) e chi si è presentato ai colloqui. «L’incarico che offriamo - spiega sempre Zampa - consiste in un lavoro da commesso, dietro al banco dello spaccio di Valvasone. Quaranta o trenta ore settimanali, con tanto di formazione che ovviamente garantiamo. A quel punto sono iniziate grosse difficoltà: su dieci appuntamenti fissati, si presentano di norma solo tre persone. Calcoliamo che al momento per tenere aperto lo spaccio siamo stati costretti a spostare dipendenti da altri negozi del territorio friulano».

     

    La polemica

    negozio a valvasone negozio a valvasone

    Cosa si sono sentiti rispondere dai candidati i datori di lavoro? «Prima di tutto voglio dire che praticamente di giovani non se ne vedono - attacca ancora il consigliere della Cospalat che “firma” la polemica -: sotto i trent’anni non si presentano proprio. Le candidature sono rappresentate da over 50, nella stragrande maggioranza dei casi. Poi iniziano i problemi: lavorare il sabato non va bene, iniziare il turno alle otto è troppo presto, gli spostamenti sono troppo lunghi. Ecco perché con quel cartello ho voluto provocare. Sarà un caso, ma da quando è comparso il messaggio ho ricevuto tre telefonate. Speriamo che i prossimi colloqui vadano meglio».

     

    Cosa ha detto il sindaco

    risposta al cartello sullo spaccio a valvasone risposta al cartello sullo spaccio a valvasone

    Markus Maurmair, sindaco di Valvasone, ha commentato così la vicenda su Facebook: «Un messaggio molto preoccupante dal punto di vista del rapporto datore di lavoro con i propri dipendenti. Bisognerebbe fornire tutte le informazioni del caso (stipendi garantiti, contesto lavorativo adeguato, come le temperature dei locali, e capacità di gestire il personale) prima di esternare affermazioni così pesanti.

     

    Da anni l’attività funziona grazie alla buona volontà delle persone che vi lavorano, credo non si meritino una cosa del genere. Non vorrei fosse una sorta di giustificazione per una chiusura preventiva collegata al fatto che nelle vicinanze aprirà un’altra attività similare». Dura la replica: «Accuse infondate e totalmente false. Abbiamo sempre pagato tutti gli stipendi».

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