Estratto dell’articolo di Jeanne Perego per www.lastampa.it
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Non sanno quando sono nati. Non sanno neppure se i loro genitori volessero veramente darli in adozione. L’ultimo scandalo che scuote la Danimarca è quello delle adozioni facili dalla Corea del Sud negli anni Settanta e Ottanta, uno scandalo in cui l’unica certezza è quella che in quegli anni agenzie di adozione danesi erano a conoscenza del fatto che i loro partner sudcoreani non si facevano remore a cambiare l'identità dei neonati prima di inviarli alle loro nuove famiglie nel Paese scandinavo.
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La verità sconvolgente emerge dal nuovo rapporto del Ankestyrelsen, l’ente nazionale danese per i ricorsi sociali […]
Secondo il rapporto, in base alle norme vigenti all'epoca in Corea del Sud, era «possibile modificare le informazioni sul passato del bambino e darlo in adozione senza che i genitori biologici ne fossero a conoscenza». […]
Secondo la DR numerosi bambini sudcoreani sono stati “trasformati in orfanelli” e adottati in Danimarca all'insaputa dei genitori biologici.
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L’emittente ha portato l’esempio della lettera che Louise Kwang, che è stata adottata, ha ricevuto dall'agenzia di adozione sudcoreana Korean Social Service: “Ci dispiace, ma c'è stato un errore nel suo file di adozione. Sulla carta lei è un'orfana, ma in realtà è una cosa che è stata inventata per rendere più facile il processo di adozione".
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All’epoca in Danimarca erano due le agenzie responsabili adozioni internazionali, AC Børnehjælp e DanAdopt. Secondo le ricerche dei media danesi, nel corso degli anni avrebbero pagato circa 54 milioni di corone (7,2 milioni di euro) a orfanotrofi coreani e altri enti per facilitare le adozioni. E le autorità danesi preposte non hanno vigilato. […]
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Dagli anni Cinquanta più di 9000 bambini sudcoreani furono adottati in Danimarca, una piccola parte dei 250.000 che lo furono a livello internazionale. […]
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