Paolo Mastrolilli per “Affari & Finanza - la Repubblica”
RECESSIONE
Il titolo è oggettivamente raggelante: "That August 2007 feeling", ossia quella perversa sensazione di ritrovarsi come nell'agosto del 2007. Poi il sito Axios si affretta a chiarire che solo di questo si tratta, una sensazione, e loro non stanno in alcun modo annunciando l'arrivo di una crisi economica globale come quella seguita poi nel 2008. Resta però l'esistenza di segnali che ricordando quella calma (per la verità oggi assai relativa) prima della tempesta della Grande recessione.
JEROME POWELL
Axios ricorda che l'agosto del 2007 era stato in superficie un mese decente, per l'economia Usa e per quella del resto del pianeta: disoccupazione bassa, qualche tonfo di Wall Street, ma nulla di davvero drammatico. Grosso modo come l'agosto del 2021, quando il presidente della Federal Reserve Jerome Powell aveva rassicurato il mondo che l'inflazione in crescita era soltanto un trascurabile fenomeno passeggero, destinato ad aggiustarsi da solo con la soluzione di problemi contingenti come quello degli imbuti nella supply chain.
recessione usa
Eppure gli analisti sono ormai quasi unanimi nel ritenere che proprio allora si stessero mettendo in moto le dinamiche della crisi. I segnali concreti più evidenti stanno ovviamente nelle iniziative che le banche centrali stanno prendendo per limitare la liquidità sui mercati, perché è chiaro che dopo la frenata del Covid non siamo più tornati alla normalità, e non solo per l'inflazione galoppante.
Gli effetti sulla borsa sono il "bear market" in cui è scivolata Wall Street, dopo un calo del valore dei titoli superiore al 20%, e il raddoppio dall'inizio dell'anno della rendita dei buoni del Tesoro trentennali. Ciò sta già rallentando il mercato edilizio, ma anche altri settori. Il punto è che gli anni Venti si annunciano assai diversi dagli anni Dieci, a partire dalla fine della liquidità facile, con l'ex numero 2 della Fed Donald Kohn che avverte come il tasso naturale degli interessi potrebbe essere parecchio più alto di quanto non suggerissero i modelli del passato.
CHRISTINE LAGARDE JEROME POWELL
Bloomberg ci aggiunge le valutazioni di Goldman Sachs e BlackRock, secondo cui i mercati non hanno ancora messo in conto i costi di una recessione globale, che Ned Davis Research dà ormai al 98% delle probabilità. Axios giura che non sta prevedendo un nuovo 2008, ma nessuno conosce davvero l'entità del dolore in arrivo. Di sicuro però chi governa deve metterlo in conto, evitando promesse insostenibili, iniziative o rotture dettate solo dal furore ideologico, e comportamenti fiscali comunque irresponsabili, che potrebbero finire solo per acuirlo.
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