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    CI AVETE ROTTO IL GAS – I RUSSI DI GAZPROM DICONO CHE CONTINUERANNO A RIFORNIRE REGOLARMENTE L’EUROPA ATTRAVERSO IL TERRITORIO UCRAINO, NONOSTANTE LA GUERRA E LE SANZIONI. MA PUTIN HA IL COLTELLO DALLA PARTE DEL MANICO: SE VOLESSE POTREBBE CAUSARE UN BLACKOUT ENERGETICO AL VECCHIO CONTINENTE. BIDEN, CHE CIANCIA DI UNITÀ DELLA NATO E FA IL DURO CON LO ZAR, CI VUOLE RIFILARE L’INUTILE E CARISSIMO GAS LIQUIDO. SE VUOLE LEALTÀ, PERCHÉ NON CI TROVA UN’ALTERNATIVA VERA (ED ECONOMICA)?


     
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    GAZPROM, FORNITURA A EUROPA CONTINUERÀ REGOLARMENTE

    (ANSA) - Gazprom continuerà a fornire gas russo per il transito in Europa attraverso il territorio ucraino come di consueto. Lo ha detto ai giornalisti il portavoce Sergey Kupriyanov, secondo quanto riporta la Tass. "Gazprom fornisce gas russo per il transito in Europa attraverso il territorio ucraino come di consueto, in conformità con le richieste dei consumatori europei - 107,5 milioni di metri cubi al 27 febbraio", ha affermato. (ANSA).

     

    putin gas putin gas

    LA RUSSIA PUÒ DAVVERO LASCIARE A SECCO L’EUROPA SUL GAS?

    Giuseppe Gagliano per www.startmag.it

     

    In che termini la Russia potrebbe danneggiare l’Europa a livello energetico? Se la Russia dovesse interrompere tutte le consegne di gas come risposta alle sanzioni imposte dall’UE e questa sarà costretta ad affrontare un vero e proprio black out fino a portare i governi europei ad un vero e proprio razionamento dell’energia.

     

    Servirsi allora del Gnl? Non servirà perché il mercato globale del Gnl è molto ristretto e i maggiori produttori sono il Qatar e gli Stati Uniti che hanno una capacità limitata di esportare.

    le vie del gas russo le vie del gas russo

     

    Insomma l’Europa ha scarse capacità di importare grandi quantità di Gnl. Tecnicamente non va dimenticato che queste capacità nei terminali europei sono soprattutto concentrati in Spagna, in Inghilterra e in Francia.

     

    Di fronte a queste tesi di solito si muove un’obiezione abbastanza scontata e prevedibile e cioè che Putin non taglierà il gas all’Unione Europea perché i profitti, le entrate, sono troppo importanti per lui. Ma questo è un errore di valutazione: infatti ci sono circa 640 miliardi di dollari di riserve estere rispetto ai 350 miliardi che erano presenti nel 2015 e ciò consente alla Russia di avere un grande vantaggio.

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    D’altra parte la Russia non ha forse dimostrato nel 2014 e 2015 di avere la capacità di ammortizzare le difficoltà economiche che sono giunte senza per questo modificare il suo assetto politico? Noi siamo persuasi che a breve-medio termine la Russia non abbia bisogno di molte entrate per le sue esportazioni di gas. È invece l’Europa che ne ha fortemente bisogno.

     

    Secondo lo scenario dettagliato recentemente stabilito dall’Agenzia internazionale dell’energia (AIE), il consumo globale di gas naturale dovrebbe aumentare del +50% dal 2012 al 2035. È anche una crescita significativamente più veloce di quella dell’energia (+2%). Inoltre, la produzione globale di gas è in aumento. Così, nel 2019, secondo BP, la produzione globale di gas naturale ha raggiunto 3.989 Gm3 (miliardi di metri cubi), in crescita del 3,4% rispetto al 2018 e del 35,9% dal 2009.

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    La produzione statunitense è aumentata del 10,2% con una quota di mercato che sale al 23,1%, molto più avanti della Russia (17%). Molti paesi sviluppati hanno bisogno di gas. Così, la Germania, che sta gradualmente emergendo dall’energia nucleare e ha iniziato la chiusura delle sue centrali elettriche a carbone, avrà bisogno di molto gas.

     

    Inoltre, il gas naturale liquefatto (Gnl) è cresciuto a causa della globalizzazione e del crescente fabbisogno energetico. Il ruolo sempre più importate del trasporto marittimo offre anche nuove prospettive per il gas.

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    Anche le navi portacontainer non saranno più in grado di operare con olio combustibile pesante troppo inquinante e molte inizieranno a utilizzare il GNL come combustibile per spingere le navi.

     

    Le riserve mondiali sono principalmente suddivise in due aree, la Russia e il Medio Oriente, che insieme si dividono il 56% delle risorse di gas.

     

    Il calo dell’offerta da parte dei paesi produttori di gas dell’OCSE europei (Norvegia, Gran Bretagna, Danimarca stessa) ha favorito uno spostamento territoriale delle trivellazioni e hanno avviato nuove operazioni.

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    Questa nuova situazione ha portato ad un aumento del commercio transfrontaliero per collegare centri di produzione e aree di consumo su migliaia di chilometri. Secondo gli esperti, i volumi esportati dal Medio Oriente dovrebbero triplicare entro il 2030. In un Medio Oriente in cui le risorse energetiche sono importanti, Qatar e Iran hanno scelto il gas. La scoperta di una gigantesca sacca nel Golfo Persico North Dome, condivisa tra i due paesi, nel 1971 influenzò notevolmente la loro scelta.

     

    L’appropriazione e lo sfruttamento di queste riserve di idrocarburi così ambite da molti paesi spesso poveri è diventato un grave problema politico a livello globale nonostante le disposizioni e i requisiti stabiliti sia dal diritto marittimo internazionale che dai trattati e dalle convenzioni firmati da molti di questi paesi.

    mario draghi joe biden mario draghi joe biden

     

    Uno degli aspetti più importanti a livello geoeconomico della crisi ucraina sta insegnando -con buona pace di Greta Thunberg e di tutti gli ecologisti più o meno fondamentalisti presenti in Europa oltre che negli Stati Uniti – che la via verso la cosiddetta de carbonizzazione è lontanissima…

     

    Non possiamo né dobbiamo farci illusioni di alcun genere: il gas-tanto quanto il petrolio-hanno ancora un futuro luminoso e sono ancora strumenti indispensabili per l’economia globale .

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