TENNIS SCOMMESSE
Emanuela Audisio per “la Repubblica”
MA che razza di roba è diventata lo sport? Un giallo, un romanzo criminale, horror, un road-movie poliziesco mondiale. Con Fbi, Dea, Interpol in azione. Da calciopoli a racchettopoli, per dirla alla banda Bassotti. Era il caro vecchio romantico sport, magliette sudate e fango vero, ora è un susseguirsi di irruzioni, di intercettazioni, di agenti, di polizie che indagano su illeciti e riciclaggio.
Era malato lo sport, si sapeva. Ma questa non è malattia, è un’infezione all’osso. Si può ancora voler bene a un quasi cadavere portatore insano di malavita, malaffare, scommesse? Cosa devi pensare quando un tennista russo perde un torneo in Polonia (Sopot) con un giocatore che in classifica è 82 posizioni sotto, in una finale con 7 milioni di dollari di scommesse?
TENNIS SCOMMESSE 1
Cosa devi intuire quando alla maratoneta russa Lylia Choboukhova, vincitrice di Londra 2012, viene estorta una mazzetta di 450 mila euro per tacere sulla sua positività, e dopo le vengono rimborsati 300 mila da una società fantasma con sede a Singapore?
Ciclismo, calcio, atletica, tennis. Si sono ammalati tutti. I giochi più romantici, quelli più popolari, quelli più universali, quelli più elitari. Ma anche quelli più redditizi. E soprattutto sono mancati i dottori, quelli che intervengono subito e non dicono: aspettiamo.
TENNIS TAROCCO 9
Quando la velocista tedesca Katrin Krabbe, oggi commessa, nel ’92 risultò dopata, le circostanze erano già da giallo: si era fatta prestare l’urina dalla moglie (incinta a sua insaputa) del suo allenatore, l’aveva messa in un profilattico, che si era introdotta in vagina prima del controllo.
Però che stratagemma, pensarono tutti. Il ciclismo spostò quei confini e si arrivò alle sacche di sangue congelato, all’operacion Puerto, ai sequestri, alle irruzioni all’alba. E si disse: ma c’è proprio bisogno di questi golpe? Poi arrivarono i 7 Tour dell’amerikano Lance. Prima magici, poi misteriosi.
Non a caso nello sport il titolo «L.A. Confidential » non si riferisce al libro di James Ellroy ma a quello sul ciclista Lance Armstrong. Grande bandito su due ruote. I malviventi erano gli sportivi. Loro prestavano le vene alla grande truffa.
TENNIS WIMBLEDON
Quando l’americano Jeff Novitzky, agente speciale delle tasse (Irs) che lavora in collaborazione con Fbi e Dea su riciclaggio e narcotraffico, indaga su un’azienda appena fuori San Francisco che si chiama Balco, scopre che tanti campioni la frequentano (in segreto), comprando i prodotti (steroidi e altro) sempre in contanti, anche diecimila dollari a volta.
Decide per il blitz e piomba sulla sede con gli elicotteri in una riedizione di Apocalypse Now. C’è la fuga, l’inseguimento, ma le poste elettroniche, le siringhe, conti e fatturati ci sono. Stavolta il bandito è uno che non è nemmeno dottore, si chiama Victor Conte, è lui che rifornisce i grandi campioni dello sport a stelle e strisce. Marion Jones compresa, che finisce in galera.
LANCE ARMSTRONG
Non paga le tasse per dieci anni nemmeno Chuck Blazer, membro dell’esecutivo Fifa dal ’96 al 2013 e vicepresidente della federazione americana di calcio. Così l’agente Berryman a Los Angeles inizia a indagare e incrocia i report di altri due signori che lavorano all’Fbi e che dal 2010 si stanno occupando di mafia russa.
E guarda caso c’entra anche l’assegnazione dei mondiali di calcio a quel paese. L’inchiesta diventa una, con diramazioni in 33 paesi. E porta allo scandalo Fifa. Stavolta i cattivi sono in alto.
BLATTER PLATINI 4
Quelli in doppiopetto, non in tuta. Si scopre che Blazer ha in affitto due appartamenti al 49esimo piano della Trump Tower per 18 mila dollari al mese. E uno più piccolo solo per i suoi gatti. Chi paga? Lui no, ma il calcio sì. Nel 2005 Blazer si compra anche per 49 mila dollari il carrarmato da strada Hummer (utilissimo a New York) e ne spende 21.600 per il garage. Lo incastrano, lui decide di collaborare, e a Londra 2012 va con il registratore appiccicato sotto la camicia, come nei film, per raccogliere prove sui colleghi.
DOPING ATLETICA
Un altro dirigente Fifa, Jeffrey Webb, nel suo paese, Isole Cayman, ha fatto costruire un nuovo quartier generale per la sua federazione calcio da oltre 2 milioni di dollari. Peccato che le Cayman, una popolazione di appena 58 mila persone, nel football siano al 191esimo posto e non abbiano mai partecipato ad un mondiale.
Chi dirigeva l’atletica è sotto inchiesta in Francia, il figlio di Diack, ex presidente Iaaf, è ricercato dall’Interpol, Platini e Blatter sono squalificati, la Russia dell’atletica è sospesa e non si sa se andrà ai Giochi di Rio, su calcio e tennis c’è l’ombra delle scommesse. Giustificazione: sui court ai bravi non conviene vendersi. Ma che bella notizia: e a tutti gli altri invece sì? Va bene, il paradiso non esiste. Ma questo è ancora sport?
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