Valeria Braghieri per “il Giornale”
gianluca vacchi
È vero che in Italia, se non hai un sindacato alle spalle non esisti. Ma la necessità effettiva di tutelare sindacalmente gli influencer, francamente ci sfugge. Più che altro ci risulta difficile accostare Chiara Ferragni al concetto di «contratto collettivo», o a Gianluca Vacchi quello di «monte ferie annuale» o di «stipendio minimo tabellare».
Risulta complicato proprio capire come applicare la logica sindacale agli influencer. Intanto è un mondo di singoli, il concetto di sindacato nasce per le masse, poi è tendenzialmente una nicchia di danarutissimi, va bene non saranno tutti dei Di Vaio o delle Biasi, ma anche quelli con qualche follower in meno non se la cavano male. Sono ormai 350mila in Italia i professionisti dell'influencer marketing, un'industria che vale 280 milioni di euro. Normale che qualcuno pensasse di «regolarizzare» il tutto, o quantomeno di salire sul carro dei vincenti della Rete.
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La modalità rimane misteriosa, ma qualcuno, evidentemente, è riuscito a sbrogliare la questione, visto che è appena iniziata una campagna di tesseramento per la categoria. Ce lo immaginiamo, Gianluca Vacchi, mettere in pausa il tik tok del balletto con i domestici in giacca modello battista per votare i rappresentanti sindacali. Ma fatto sta che è in fase di lancio Assoinfluencer, la prima associazione italiana di categoria, inserita nell'elenco delle Associazioni Professionali del Ministero dello Sviluppo Economico.
balletto di gianluca vacchi
Avrebbe l'obiettivo di rappresentare e tutelare istanze e interessi di influencer e content creator, che ormai rappresentano un vero e proprio «esercito». Esiste già un sito e compaiono già i nomi dei primi iscritti. L'iscrizione è in promozione a 99 euro (classica cifra da marketing) fino a Natale, quando balzerà ad euro 200. Ma per la Ferragni, qualora volesse associarsi, supponiamo non sarà problematica nemmeno la quota intera.
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Assoinfluencer nasce da un'idea degli avvocati Jacopo Ierussi e Valentina Salonia, per «supportare e regolamentare questa categoria professionale in ascesa, ma ancora poco tutelata sul piano legale». L'associazione, che ha mosso i primi passi a livello istituzionale nel 2018, si appresta ora a lanciare, appunto, la sua campagna associativa.
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Si tratta del primo sindacato che rappresenta le diverse figure professionali: dagli youtuber ai podcaster, dagli streamer agli instagrammer fino ai cyber atleti. «Quella dell'influencer è una figura nuova e che cambia tanto rapidamente quanto il mondo dei media - ha spiegato Jacopo Ierussi, founder e presidente di Assoinfluencer - i creator possono essere artisti e imprenditori, atleti e divulgatori, ma sono sempre professionisti, capaci di produrre valore attraverso competenze e strumenti specifici.
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E in quanto professionisti, in un mercato ancora non regolato, ciò che fino ad oggi è mancato è esattamente una realtà che ne tutelasse diritti e interessi: Assoinfluencer è nata proprio per rispondere a questa esigenza». Quindi networking, tutela legale e fiscale, formazione e divulgazione, difesa dei compensi e rappresentanza istituzionale: queste le principali aree di interesse del sindacato. Perché Vacchi e Ferragni possano dormire sonni tranquilli.
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