Elena Duse per ‘la Repubblica’
criogenesi
Non c' è molto da illudersi. L' ipotesi di risvegliarsi dopo un periodo a duecento sotto zero è irrealistica. Non per questo, però, la medicina ha rinunciato a studiare gli effetti del freddo estremo sul corpo umano. La cura di infarti o ictus, le peculiarità di alcuni animali capaci di sopravvivere a temperature molto rigide o la possibilità di ibernare gli astronauti per affrontare viaggi lunghi come quello su Marte sono degli esempi. Matteo Cerri insegna fisiologia all' università di Bologna e studia proprio quest' ultimo aspetto con l' Istituto nazionale di fisica nucleare e l' Agenzia spaziale europea.
criogenesi
Cos' è di preciso l' ibernazione?
«Nel caso inglese dovremmo parlare di crioconservazione. L' ibernazione, o letargo, è un fenomeno naturale che permette ad alcuni mammiferi di rallentare il metabolismo nei periodi di magra. A eccezione di alcuni insetti, non avviene mai al di sotto dello zero. La crioconservazione tramite azoto liquido porta invece a temperature vicine ai meno 200, provocando la formazione di ghiaccio nei tessuti. È una procedura che non permette un risveglio, almeno con le conoscenze attuali. E nemmeno con quelle del futuro prossimo».
Viene usata spesso però.
«Per ovuli, spermatozoi, embrioni, campioni di tessuti. Ma mai per gli individui, se non dopo la morte. Applicarlo a un individuo vivo vorrebbe dire ucciderlo, ed è dunque reato».
Perché è impossibile risvegliarsi?
criogenesi
«A causa del danno che il ghiaccio produce alle cellule. Anche se il sangue viene sostituito da una sorta di "antigelo", l' acqua contenuta nelle cellule si trasforma in ghiaccio e ne spezza le membrane. Quel poco di acqua che resta allo stato liquido, poi, accumula tutti i sali presenti nell' organismo, facendogli raggiungere concentrazioni tossiche. Dopo il decesso, per finire, organi come il cervello cominciano subito a danneggiarsi. L' ipotesi del risveglio, direi, è piuttosto futuristica. E la crioconservazione, per chi l' ha inventata, oggi è più che altro un buon business».
Ma c' è chi la sceglie.
«Anche gli egiziani usavano la mummificazione nella speranza di essere traghettati verso l' aldilà. È un' aspirazione antica».
crioconservazione umana
E perché la scienza si occupa di questa disciplina?
«Non di crioconservazione, ma di ibernazione. Che ha molte applicazioni terapeutiche e viene studiata in vista di voli spaziali molto lunghi».
Quali sono le applicazioni mediche?
«Dopo un infarto (ormai è routine) o dopo un ictus (a livello ancora sperimentale) raffreddare cuore e cervello permette di ridurre il loro metabolismo, e dunque i danni causati dalla mancanza di irrorazione sanguigna. Un liquido refrigerante viene iniettato nelle vene e mantiene la temperatura del corpo a circa 34 gradi per un paio di giorni».
E gli astronauti?
crioconservazione umana
«In uno stato di ibernazione il corpo umano soffre meno l' effetto delle radiazioni, che nello spazio possono essere molto dannose. Negli animali è stato visto che i muscoli e le ossa non si indeboliscono nonostante l' inattività. Un altro aspetto da non trascurare è che gli astronauti non consumerebbero cibo e non sarebbero soggetti a problemi psicologici».
crioconservazione degli ovociti ovvero congelamento ovuli