matteo renzi interviene al senato
L’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca giovedì mattina ha provocato un mezzo terremoto nei board di due società russe. In risposta all’aggressione di Putin, Matteo Renzi ha infatti lasciato il cda di Delimobil. Leader nel car sharing e fondata dall’imprenditore italiano Vincenzo Trani, la compagnia è partecipata per il 15 per cento dalla banca di Stato Vtb. Come riferisce il Financial Times, il leader di Italia viva ha presentato via mail le sue dimissioni con effetto immediato. Lo stesso ha fatto Esko Aho, ex primo ministro finlandese, che si è dimesso dal cda della Sberbank, una delle più grandi banche russe dove era consigliere indipendente e membro del consiglio di sorveglianza.
gerhard schroeder e vladimir putin
Delimobil è stata fondata da Vincenzo Trani a capo della Camera di commercio italo-russa
Trani, che è anche a capo del fondo Mikro Kapital, guida la Camera di commercio Italia-Russia che il mese scorso aveva promosso un incontro tra Putin e gli imprenditori italiani. La società, con un fatturato nel primo semestre 2021 di circa 70 milioni di euro, avrebbe dovuto quotarsi al Nyse a fine anno, ma l’operazione era stata congelata a causa delle crescenti tensioni geopolitiche.
FRANCOIS FILLON CON LA MOGLIE PENELOPE
GLI EX POLITICI EUROPEI ALLA CORTE DEL CREMLINO
Oltre a Renzi e Aho, sono molti gli ex politici e funzionari europei che hanno legami con le compagnie russe. Su tutti, l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, che siede nel cda di Rosneft, società petrolifera statale russa ed è presidente del Comitato degli azionisti di Nordstream AG, la società che gestisce il gasdotto sotto il Baltico. A far compagnia a Schröder nel Consiglio di Rosneft ci sono ora anche altri personaggi di primo piano, dal compatriota Matthias Warnig all’americano Robert Dudley, dallo svizzero Hans Georg Rudloff ai due rappresentanti del Qatar, Faisal Alsuwaidi e Hamad Rashid Al Mohannadi.
Christian Kern
Evidente l’intenzione di Igor Sechin, Ceo plenipotenziario legato con doppio filo a Putin, di fare di Rosneft un player internazionale con solidi legami non solo in Europa. L’ex primo ministro francese, François Fillon, invece è nel board del gruppo petrolchimico Sibur. Ma la lista è ancora lunga: si va dall’ex cancelliere austriaco Christian Kern nel consiglio di amministrazione delle ferrovie russe all’ex ministra degli Esteri austriaca Karin Kneissl in Rosneft.
L’ingresso di Kneissl nella primavera del 2021 nel gigante petrolifero russo aveva suscitato scalpore in Europa visto che nell’estate del 2018, la ministra aveva invitato Vladimir Putin al suo matrimonio. Kneissl, diplomatica in carriera, era stata chiamata al governo dall’allora cancelliere Sebastian Kurz in quota FPÖ, il partito nazionalpopulista austriaco. Ora è alla corte del Cremlino.
igor sechin