GIORGIA MELONI GIOVANBATTISTA FAZZOLARI
Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
Placare, risarcire, compensare. Ora che Giorgia Meloni e la sua squadra hanno giurato, può iniziare il grande risiko dei posti di sottogoverno. In totale i componenti dell'esecutivo sono per legge massimo 65, compresi ministri senza portafoglio, viceministri e sottosegretari di Stato.
Quindi, tolti i 24 dicasteri già assegnati e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, le carte vincenti rimaste sul tavolo di Via della Scrofa sono una quarantina. Forse meno, se la prima donna presidente del Consiglio volesse riservarsi qualche tessera per future deleghe.
GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI
L'incarico che Meloni ha fretta di assegnare è il sottosegretario alla presidenza con delega all'attuazione del programma, destinato a Giovanbattista Fazzolari. Rimasto fuori dalla squadra di governo, il senatore di Fratelli d'Italia entrerà a Palazzo Chigi col compito di sovrintendere al rispetto, da parte di ogni ministro, della linea politica tracciata dalla premier. Dai calcoli di chi lavora al dossier dei numeri due, al partito che ha vinto le elezioni spetta il doppio dei posti rispetto alla somma di Lega e Forza Italia.
Il neo deputato Maurizio Leo sarà in Via XX Settembre con una delega (pesante) alle Finanze. Altra materia delicatissima è la sicurezza della Repubblica. Per Franco Gabrielli, al quale Mario Draghi affidò i Servizi segreti due settimane dopo la nascita del governo, Meloni ha tutto il tempo per decidere. «Dovrebbe individuare una persona di sua fiducia che abbia anche una conoscenza di questo mondo», ha detto l'ex capo della polizia alla festa del Foglio . Ma la premier può anche tenere per sé la delega.
teresa liuni francesco paolo sisto
Un altro nome di FdI evidenziato in giallo è quello del ligure Gianni Berrino, in corsa per lavorare al ministero del Turismo con Daniela Santanchè. Paola Frassinetti, altra meloniana, punta all'Istruzione e al Merito, ma il ministero dove si è insediato ieri il leghista milanese e docente di Diritto romano Giuseppe Valditara piace (molto) anche alla ex presidente della commissione Cultura della Camera Valentina Aprea, già deputata di Forza Italia che il 25 settembre non è stata rieletta.
berlusconi valentino valentini
Silvio Berlusconi è pronto a dare battaglia. Deluso dal numero dei seggi parlamentari e dai ministeri conquistati, preme per ottenere compensazioni. La prima richiesta del Cavaliere, che ha perso il braccio di ferro con Meloni sulla Giustizia, è far avere a Francesco Paolo Sisto una scrivania in Via Arenula come vice di Carlo Nordio.
paolo barelli
La seconda richiesta è avere l'ex capogruppo Paolo Barelli come numero due di Matteo Piantedosi al Viminale e la terza riguarda Valentino Valentini: quest' ultimo, che ha difeso Berlusconi in tv dopo le esternazioni sulla ritrovata amicizia con Putin, sembra destinato alla Farnesina, dove ieri il vicepremier Antonio Tajani ha fatto il passaggio di consegne con Luigi Di Maio. Berlusconi dovrà anche risolvere il problema del Sud, rimasto a corto di ministri.
MAURIZIO LEO GIORGIA MELONI
Francesco Battistoni resterà sottosegretario all'Agricoltura e FI dovrebbe mantenere la delega all'Editoria, o con la riconferma di Giuseppe Moles o, più probabilmente, con il senatore Alberto Barachini, presidente uscente della Vigilanza Rai. Qualche speranza di entrare in squadra la nutrono anche il brianzolo Andrea Mandelli, ex vicepresidente di Montecitorio e i due coordinatori regionali di Calabria e Friuli-Venezia Giulia, Giuseppe Mangialavori e Sandra Savino.
FRANCO GABRIELLI ADOLFO URSO
Deborah Bergamini, che era ai Rapporti con il Parlamento nel governo Draghi, potrebbe restare al suo posto con il nuovo ministro Luca Ciriani. Un ruolo non secondario avrà Maurizio Lupi, il leader di Noi con l'Italia che è rimasto fuori dal governo. Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, non potrà puntare i piedi più di tanto, avendo ottenuto già molto.
luca ciriani 1
Per il leader della Lega la priorità è avere come vice o sottosegretario il fedelissimo Edoardo Rixi, che ha già svolto entrambi gli incarichi nel primo e nel secondo governo di Giuseppe Conte. Tra i desiderata di Salvini ci sono i coordinatori della Lega in Calabria (Giacomo Saccomanno), in Abruzzo (Luigi D'Eramo), in Molise (Michele Marone) e in Sicilia (Nino Minardo).