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    CON UNA MANO DAVANTI E L’ALTRA ARCURI – CI VOLEVA MIJENA GABANELLI PER METTERE ALLA BERLINA IL SUPERCOMMISSARIO SUL CASO DELLO SPRECO MILIARDARIO PER MASCHERINE SCADENTI – LA REPLICA DI ARCURI VIENE SMONTATA PUNTO PER PUNTO DALLA GABANELLI: “PRENDIAMO ATTO DELLA PRECISAZIONE, MA I DOCUMENTI INVIATI LA CONTRADDICONO…”


     
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    Dal Corriere della Sera

     

    milena gabanelli e la gestione commissariale di arcuri milena gabanelli e la gestione commissariale di arcuri

    Gentili dottoresse Milena Gabanelli e Simona Ravizza, in relazione all' articolo pubblicato sul Corriere il 1° febbraio 2021, terremmo a fare alcune precisazioni nell' interesse esclusivo dei lettori. La Byd Auto Industry Company Limited, conglomerato cinese quotato alla borsa di Hong Kong, è oggi il più grande produttore mondiale di mascherine. Nei Paesi Bassi operano anche Byd Europe B.v., appartenente al gruppo Byd e la controllata Yqt Health care B.v.H, entrambe operanti nel settore dei dispositivi di protezione individuale.

     

    Con il protrarsi della situazione emergenziale, il 1° Giugno 2020 - con lettera Prot. N° 762 - è stata sottoscritta tra la struttura commissariale e Byd Auto Industry Company Limited, la fornitura di ulteriori 100 milioni di mascherine Kn95, al prezzo unitario di 1,05 euro. Il contratto prevedeva un piano di consegne presso Shenzhen, con cadenza settimanale. Inoltre era necessario procedere al trasferimento dei dispositivi in Italia, nonché al loro sdoganamento. Nel mese di giugno 2020 si è riusciti a trasferire e sdoganare in Italia 18.827 colli, corrispondenti a 18.827.000 dispositivi.

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    Si sottolinea che, considerata l' enorme quantità dei dispositivi in quel periodo acquistati e consegnati in Cina, il trasferimento all' estero, e quindi anche in Italia, registrava dilazioni temporali anche consistenti, aggravate dalle modifiche introdotte dal Governo cinese nella legislazione in materia di esportazioni.

     

    La struttura commissariale avviava perciò una serie di interlocuzioni con Byd, al fine di identificare soluzioni che potessero rendere più rapide le operazioni di esportazione dalla Cina.

     

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    Queste interlocuzioni hanno portato l' 11 settembre 2020 - con lettera Prot. N° 1355 -, alla risoluzione per mutuo consenso del contratto sottoscritto con Byd Auto Industry Company Limited il 1° Giugno 2020, e alla sottoscrizione di un contratto sostitutivo con Yqt Health care B.v. alle medesime condizioni economiche. Il nuovo contratto ha previsto, come condizione di maggior favore per la struttura commissariale, la fornitura di 50 milioni di mascherine Ffp2, normalmente commercializzate ad un prezzo superiore, in luogo di analoga quantità di Kn95, oggetto del precedente contratto. Il prezzo unitario è rimasto quello contrattualizzato a giugno, ovvero 1.05 euro.

     

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    È stata anche l' occasione per rimodulare il calendario delle consegne previste, in relazione alle mutate esigenze del sistema sanitario nazionale. Le operazioni di importazione e sdoganamento sono risultate ovviamente più celeri in conseguenza del cambiamento del soggetto contraente.

    Ufficio Stampa del commissario Arcuri

     

    LA RISPOSTA DI MILENA GABANELLI

    Prendiamo atto della precisazione, ma i documenti inviati la contraddicono. Punto uno: in data 1° giugno viene stipulato un contratto con la Byd cinese per 100 milioni di pezzi a 1,05 euro con consegna entro il 28 giugno. A tale data risultano consegnati solamente 20 milioni di pezzi all' incirca, risultando inadempiente per gli altri 80 milioni. Dalla documentazione inviata non emergono i motivi dei ritardi della Byd e nemmeno una richiesta danni da parte del commissario.

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    Punto 2: nella lettera prot. 1355 dell' 11 settembre 2020 scrive che il contratto della Byd è stato risolto consensualmente per «sopravvenute ragioni ricollegabili a mutamenti dello scenario epidemiologico» .

     

    Come dire «quelle mascherine non ci servono più».

     

    MILENA GABANELLI MILENA GABANELLI

    Punto 3: lo stesso giorno, ma con il protocollo immediatamente precedente, firma un contratto con la Yqt (filiale europea della Byd) per lo stesso quantitativo in ragione della «estrema ed indifferibile urgenza», impegnandosi a pagare lo stesso prezzo di giugno, 1,05 euro. Eppure a settembre, come dimostrato, lo stesso prodotto certificato Ce, si acquistava a meno di 40 centesimi.

     

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    Ultimo punto: sostenete che un contratto ha semplicemente sostituito quello precedente.

    Allora avrebbe dovuto essere stipulato per 80 milioni di pezzi e non 100, visto che 20 erano stati consegnati a giugno, e immaginiamo anche pagati.

     

    Milena gabanelli E simona ravizza

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