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    CI VOLEVA TRUMP PER AVERE IL PD AL GOVERNO - IL PRESIDENTE TELEFONA A CONTE: ''AGENDA COMUNE E PRESTO UNA VISITA IN ITALIA''. L'EX PUZZONE OGGI ADORATO VERRÀ IN EUROPA A DICEMBRE PER UN VERTICE NATO, E POTREBBE ALLUNGARE IL VIAGGIO PER OMAGGIARE IN CASA ''GIUSEPPI'' - MA IL PROBLEMA È DI MAIO: IL NEO-MINISTRO DEGLI ESTERI DOVRÀ DIMOSTRARE DI AVER SMALTITO LA COTTA PER ''PING''


     
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    1. TRUMP TELEFONA AL PREMIER "AGENDA COMUNE E VISITA IN ITALIA"

    Paolo Mastrolilli per ''la Stampa''

     

    «Il presidente Trump e il primo ministro Conte hanno avuto una telefonata amichevole. Hanno discusso la formazione del governo e un possibile incontro nel breve termine». Questa dichiarazione, che un autorevole funzionario della Casa Bianca ha voluto consegnare ieri a La Stampa, rappresenta una chiara investitura di Washington a favore del nuovo esecutivo di Roma, e dimostra che il tweet a sostegno del premier italiano pubblicato dal presidente americano subito dopo il G7 di Biarritz non era affatto frutto del caso o di un equivoco.

    GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP

     

    Giovedì scorso Trump e Conte si sono sentiti al telefono, e allora la Casa Bianca si era limitata ad annunciare la conversazione, dicendo che i due leader avevano discusso generici «temi bilaterali». Ieri La Stampa ha chiesto chiarimenti, per approfondire la sostanza delle questioni trattate. In principio, la Casa Bianca ci ha risposto che non aveva nulla da aggiungere al comunicato emesso.

     

    CONTE TRUMP CONTE TRUMP

    Poco dopo però ci ha ricontattati, per avvertire che intendeva aggiungere un messaggio a quello pubblicato finora. Il punto centrale è che Trump e Conte hanno discusso la possibilità di un incontro a breve termine, che potrebbe anche riguardare una visita in Italia da parte del capo della Casa Bianca, che ha già in programma di venire in Europa per il vertice Nato di Londra a dicembre, e forse in Germania. Il messaggio generale di fondo è però che gli Usa scommettono sul nuovo governo italiano, e sono pronti a manifestare questo sostegno attraverso la loro massima carica.

     

    La prima occasione per un bilaterale tra il presidente e il premier si presenterà presto, cioè durante l' Assemblea Generale dell' Onu, a cui entrambi parteciperanno nell' ultima settimana di settembre. La diplomazia ci sta già lavorando e le possibilità che avvenga sono alte. Anche il ministro degli Esteri Di Maio sarà a New York per la sessione al Palazzo di Vetro, a cui potrebbe aggiungere un passaggio a Washington, aumentando dunque le opportunità di dialogo. A questo bisogna sommare che il presidente della Repubblica Mattarella andrà in visita a Washington il 16 ottobre, aggiungendo forse anche una tappa in California, mentre il segretario di Stato Pompeo sta considerando la possibilità di fare la prima visita nel suo paese d' origine nello stesso mese.

     

    Si tratta dunque di una serie di contatti al massimo livello, che rappresenta non solo un' investitura a favore del nuovo governo, ma anche la possibilità di un "reset" per ridiscutere tutte le questioni bilaterali più importanti. Un tema emerso negli ultimi giorni riguarda la politica delle estradizioni, dopo l' arresto in Italia su richiesta degli Usa della spia russa Alexander Yuryevich Korshunov. Washington di recente ha avuto problemi con una ventina di casi in altri paesi, relativi alla richiesta di processare emissari di Mosca impegnati in attività di spionaggio. L' obiettivo è che Roma non si aggiunga a questa lista, ma ciò comporterebbe una presa di posizione sgradita al Cremlino.

    CONTE TRUMP CURRICULUM CONTE TRUMP CURRICULUM

     

    Altre questioni aperte sono il rapporto con la Cina, dopo l' adesione alla nuova Via della Seta; quello con l' Iran, nel clima di «massima pressione» esercitata da Washington su Teheran; il mancato riconoscimento di Guaidò in Venezuela, mentre è in corso la trattativa col regime di Maduro; la Libia, dove il G7 ha auspicato di convocare presto una conferenza internazionale, che magari l' Italia potrebbe ospitare; l' acquisto degli aerei F35, su cui Conte ha lanciato segnali giudicati positivi dagli americani.

     

    giuseppe conte donald trump 2 giuseppe conte donald trump 2

    Salvini pensava di avere una corsia preferenziale negli Usa, tanto per l' affinità elettiva sovranista, quanto per la sua vicinanza su questi temi, che sembrava superiore ai cinque stelle. Il leader della Lega però deve aver sopravvalutato le convergenze ideologiche, che erano più care all' ex consigliere Bannon che non al pragmatico Trump. Poi la visita di Salvini a Washington in giugno non avrebbe pienamente convinto, anche perché l' inchiesta sui rapporti tra Savoini e la Lega con Mosca prosegue, e potrebbe portare a sviluppi imbarazzanti. Gli Stati Uniti quindi hanno deciso di scommettere sul nuovo governo, ben sapendo che il PD ne rappresenta la seconda colonna portante, chiedendo soprattutto concretezza sui dossier pratici.

     

    Il messaggio trasmesso dalla Casa Bianca, con la sottolineatura del prossimo incontro fra il presidente e il premier, dimostra quindi che il tweet di Trump dopo Biarritz non era un caso.

     

     

    2. WASHINGTON INVESTE SULL' ITALIA

    Maurizio Molinari per ''la Stampa''

     

     

    giuseppe conte donald trump 14 giuseppe conte donald trump 14

    Il contenuto della telefonata del presidente Donald Trump al premier Giuseppe Conte testimonia la volontà della Casa Bianca di investire sul nuovo governo di Roma. È una scelta che si spiega con quanto sta avvenendo in Europa dove l' Italia è un Paese di frontiera fra l' Occidente e i suoi temibili rivali del XXI secolo: la Russia e la Cina.

     

    Davanti alla platea di Cernobbio l' ex capo della Cia David Petraeus ricorre alla definizione "Seconda Guerra Fredda" per descrivere la sfida strategica di Pechino e Mosca al patto transatlantico mentre lo storico scozzese Nail Ferguson preferisce adoperare l' espressione "Tech War" per sottolineare come l' aspetto cyber ne sia la caratteristica prevalente. Questo spiega perché il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg è impegnato a preparare il summit dell' Alleanza di dicembre a Londra con un tema all' ordine del giorno: come rispondere alle rivalità sempre più aggressive di Russia e Cina, accomunate dalla volontà di cambiare lo status quo internazionale a loro favore, indebolendo Europa e Stati Uniti.

     

    I quattordici turbolenti mesi di governo gialloverde hanno relegato l' Italia ai margini del dibattito interno alla Nato su come rispondere alle sfide di Russia e Cina ma ora che Conte guida un nuovo esecutivo c' è l' opportunità di recuperare in fretta il terreno perduto.

    CONTE PUTIN TRUMP CONTE PUTIN TRUMP

    Anche perché mentre sul fronte di Bruxelles la nomina di Gentiloni alla commissione Ue, Gualtieri al Tesoro ed Amendola agli Affari europei inviano segnali rassicuranti ai partner sulla volontà di partecipare alle riforme dell' Eurozona, sul fronte transatlantico restiamo invece fra i Paesi più distratti nel sostenere la missione di Stoltenberg di adattare la Nato alle nuove minacce strategiche.

     

    Da qui l' importanza di quanto avvenuto negli ultimi giorni nei nostri rapporti con Cina e Russia.

    L' irritazione di Pechino nei confronti di Conte per l' adozione - nel primo consiglio dei ministri del nuovo governo del Golden power sulla partecipazione di aziende straniere ad appalti della rete 5G lascia intendere che Xi Jinping ha interpretato l' adesione formale dell' Italia alla "Nuova Via della Seta" come la genesi di un patto politico simile a quello siglato con Grecia e Ungheria.

     

    Ovvero capace di estendere la zona di influenza cinese nel Vecchio Continente. Così come la detenzione nel carcere di Poggioreale del manager russo Aleksandr Korshunov - su mandato di cattura Interpol per spionaggio industriale anti-Usa - solleva il dubbio che nel nostro Paese sia stata creata di recente una rete di agenti russi impegnati a raccogliere informazioni sensibili. A conferma della volontà del Cremlino di sfruttare le crisi politiche interne nei Paesi europei per far avanzare i propri interessi strategici.

     

    In entrambi i casi il premier Conte, affiancato dal neo-ministro degli Esteri Luigi Di Maio, si trova ad affrontare questioni di primaria importanza: nel caso del 5G si tratta di definire nuovi standard di sicurezza nei rapporti con Pechino per evitare di soccombere in una "Tech War" nella quale il vantaggio cyber dei cinesi sull' Occidente rischia di consolidarsi mentre sul presunto spionaggio russo si tratta di resistere alle pressioni del Cremlino - che vuole riottenere in fretta il sospetto agente - e fare quadrato con Washington nella guerra segreta che la oppone a Mosca in più Continenti.

    Trump col premier italiano Conte e il primo ministro canadese Trudeau Trump col premier italiano Conte e il primo ministro canadese Trudeau

     

    Da come Conte gestirà le tensioni in atto con Pechino e Mosca sarà possibile comprendere in che maniera il governo si pone rispetto all' alleanza transatlantica e quale valore assegna al vertice Nato di fine anno. E poiché il capo della Farnesina è Di Maio, leader dei Cinquestelle portatori di ben note istanze terzomondiste, il test per lui è ancora più evidente: ha l' occasione di dimostrare in fretta quale valore assegna alla Nato.

     

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