DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Marco Giusti per Dagospia
Niente da fare. L’horror australiano della A24 “Talk To Me” diretto dai fratelli Danny e Michael Philippou, con il loro miliardo e mezzo di followers e interpretato dalla nuova stellina Sophie Wilde non riesce a superare sabato il giallo/mystery vecchiotto “Assassinio a Venezia” di e con Kenneth Branagh con Riccardo Scamarcio bodyguard, che torna a essere primo, col biglietto a 9, 50, con ben 363 mila euro, portando al cinema 46 mila spettatori in ben 438 sale e arrivando così a un totale italiano di 6 milioni 130 mila euro.
Al secondo posto, coi bambini che non sai mai dove portare, arriva il cartone animato “Paw Patrol: Il superfilm” con 275 mila euro, 40 mila spettatori e un totale di 394 mila euro. Solo terzo quindi “Talk To Me” dei Philippou con 259 mila euro, 32 mila spettatori e un totale di 527 mila euro. Ma ha poche sale rispetto ai primi due film, solo 244. Praticamente la metà.
Quarto posto per “The Creator”, il fantascientifico di Gareth Edwards con John David Washington e Gemma Chan, con 189 mila euro, 24 mila spettatori, ma ben 364 sale, e un totale di 352 mila euro. Quinto per il potente “Oppenheimer” di Christopher Nolan con 176 mila euro, 21 mila spettatori e un totalone di 26, 8 milioni di euro.
Solo sesto, malgrado le 353 sale, tutta la fatica di scenografi e arredatori per sistemare tovagliette e oggettini coi colori giusti per “Asteroid City” di Wes Anderson con Scarlett Johansson e Jason Schwartzman e altri venti grandi attori, compreso Jeff Goldblum come alieno, con 169 mila euro e 23 mila spettatori con un totale di 381 mila euro. Mah…
“Io capitano” di Matteo Garrone, il nostro campione nella corsa all’Oscar per il miglior film straniero è ottavo con 132 mila euro, 18 mila spettatori in 289 sale e un totale onorevole di 2, 3 milioni di euro. Credo che sia uno dei rari film italiani che andrebbe fatto vedere nelle scuole, altro che “Dante” di Pupi Avati.
“The Palace”, il cinepanettone di Roman Polanski scritto assieme al vecchio amico Skolimowski, divertente e volutamente cafone quanto basta, non è mai partito e si ferma pur con 300 sale al decimo posto con 67 mila euro e 9 mila spettatori con un totale di 123 mila euro. Farà di più (un po’ di più non molto di più) Brignano diretto da Neri Parenti.
“Felicità” di e con Micaela Ramazzotti è 12° con 172 sale e un incasso di 33 mila euro. Ieri sono andato a vedere al Mignon di Roma, e c’erano i giusti spettatori per lo spettacolo delle 20, 40, “La syndicaliste", da noi ribattezzato assurdamente “La verità secondo Maureen K.”, presentato un anno fa a Venezia, scritto e diretto da Jean Paul Salomé con una Isabelle Huppert che cambia camicia, giacca, gonna, pantalone, scarpe tacco 12 per ogni scena.
Non dico che i sindacalisti, soprattutto quelli più potenti, siano obbligati a delle mise austere come Landini e il suo storico golfino, però la sindacalista della Huppert magari esagera.
ISABELLE HUPPERT - la verita secondo maureen k - la syndicaliste
Il film, un po’ giallo un po’ politico, tratto da una storia vera, quella di Maureen Kearney, è una buona alternativa ai thriller di Netflix e ai lesbo movie di Mubi, la Huppert è bravissima nel cercare di uscire da un caso giudiziario, una violenza misteriosa che ha subito a casa propria a Versailles mentre cercava di difendere il posto e i diritti di 50 mila lavoratori del nucleare francese durante i governi Sarkozy e Hollande.
L’hanno trovata legata, imbavagliata, con un cappuccio in testa la A della società dove lavora inciso sulla pancia e un coltello ficcato dalla parte del manico proprio lì tra le gambe. Ma non ci sono testimoni, prove di DNA, lesioni nella vagina. E’ stato davvero qualcuno o è un caso di autolesionista per attirare l’attenzione dei media? Detto questo è il tipo di film che non sappiamo fare.
michael fassbender the killer 10
Ieri, uscito in 18 sale, era 23° con 3 mila euro e 508 spettatori. “The Killer” di David Fincher con Michael Fassbender e “Maestro” di Bradley Cooper con Carey Mulligan e lo stesso Bradley Cooper come Leonard Bernstein, usciti in una sola sala, una sola proiezione, per la rassegna dei film veneziani a Roma (o a Milano?), erano 25° e 26° con 1.871 e 1694 euro e 271 e 251 spettatori. Il pubblico c’è. Bisogna trovarlo.
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