Dalla bacheca facebook di Alessandro Gilioli
ALESSANDRO GILIOLI
La tesi di Fabrizio Cicchitto, presidente della Commissione Esteri della Camera, è che Giulio Regeni sia stato ucciso da "qualcuno" che voleva far saltare gli accordi italo egiziani sul gas e quindi abbia ammazzato il ragazzo italiano per creare tensione tra Roma e il Cairo. Questo "qualcuno" sarebbe quindi un nemico di al Sisi - altro che delitto di Stato - ma il povero dittatore «non ha la forza di sanzionarlo». Complice indiretto di questo qualcuno, secondo Cicchitto, sarebbe anche chi ha fatto uscire la «polpetta avvelenata» (così la chiama lui) sul Nyt, cioè l'articolo dell'altro giorno sul caso Regeni.
fabrizio cicchitto
Tutto questo argomentare pro al Sisi è sulla Stampa di oggi, dove Cicchitto sorvola sulle dozzine e dozzine di altre sparizioni di dissidenti che avvengono in Egitto con le stesse modalità - tutte operate dalla Sicurezza - così come fa finta che il regime non abbia mai organizzato una mezza dozzina di depistaggi sull'omicidio Regeni (compreso uno che ha causato alcuni morti ammazzati).
Allo stesso modo, Cicchitto finge che non vi sia stato alcun ostacolo nella collaborazione tra giudici italiani e inquirenti egiziani: quando invece, se gli assassini di Regeni fossero stati davvero avversari di al Sisi, questa collaborazione sarebbe stata ovvia.
REGENI
Insomma, a me pare giustissimo perculare quelli delle scie chimiche, delle sirene e del caldo che fa aumentare il Pil. Ma questo è il presidente della commissione esteri italiana, parlamentare da sette legislature, nonché rilevante esponente della maggioranza del nostro governo: e tutti zitti, anziché sghignazzargli dietro.