CINA - CRISI DEL MODELLO ECONOMICO
(ANSA) - La Cina valuta una maxi iniezione di oltre 140 miliardi di dollari nelle sue grandi banche statali per sostenere l'economia in difficoltà: secondo quanto riporta Bloomberg, citando fonti vicine al dossier, l'operazione porterebbe a mobilitare fino a 1.000 miliardi di yuan (circa 142 miliardi di dollari) per rafforzare i player primari del credito statale, nel mezzo di un'economia stagnante alle prese con la crisi immobiliare, i deboli consumi, i rischi di deflazione e la disoccupazione giovanile schizzata al 18,8% ad agosto. Di riflesso, le Borse di Shanghai e Shenzhen salgono di circa lo 0,6%, mentre Hong Kong guadagna il 2,3%.
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La misura sarebbe attuata principalmente grazie alle risorse dell'emissione di "nuove obbligazioni sovrane speciali", malgrado i dettagli non siano del tutto definiti. La Cina non ha effettuato importanti iniezioni di capitale di tale entità nelle principali banche del Paese dalla crisi finanziaria del 2008, accumulando nel frattempo diversi elementi di criticità, soprattutto tutto il periodo del Covid-19.
La serie di mosse annunciate da martedì, con il pacchetto di misure variegate a sostegno dell'economia da parte della Banca centrale cinese (Pboc) che include il taglio di tassi primari e l'allentamento delle riserve obbligatorie delle istituzioni finanziarie, sono state accolte con favore dagli investitori, mentre le Borse di Hong Kong, Shanghai e Shenzhen sono risalite finora di oltre il 5% dopo il lungo periodo di depressione.
DISOCCUPAZIONE GIOVANILE IN CINA
Ma gli analisti hanno però avvertito di ritenere necessari ulteriori stimoli fiscali per riportare l'economia su un ciclo espansivo sostenibile, mentre la leadership cinese punta nell'immediato a centrare il "circa 5%" di crescita del Pil per il 2024, il target più basso in oltre trent'anni al netto della parentesi della pandemia del Covid-19.
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