Antonio Angeli per il Tempo
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“Smettere di pensare al passato e guardare al futuro. Il cinema a Roma non è solo la Hollywood sul Tevere e non è solo cinema: è un mondo di professionalità, di lavoro, di opportunità che vanno riscoperte, valorizzate, rilanciate, soprattutto con e per i giovani»:Francesco Rutelli, Presidente dell'ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali), già sindaco di Roma, Ministro dei Beni Culturali e molto altro è visibilmente emozionato quando parla della sua ultima creatura: «Videocittà». Si tratta di una manifestazione-evento incentrata sulle «immagini in movimento» che invaderà festosamente la Capitale, dal centro fin oltre il raccordo anulare, dal 19 al 28 ottobre.
I contorni di «Videocittà» sono ben delineati tra cinema, cinema non convenzionale, fashion, video-arte, video factory, videomapping e molto altro, tutto distribuito in più di sessanta appuntamenti, ma ci sarà anche spazio per novità dell'ultimo minuto. Responsabili del progetto ideato e curato da Francesco Rutelli, anche Tomaso Radaelli, Direttore Editoriale Videocittà e Clara Tosi Pamphili, Coautrice Progetti Moda e Cinema di Videocittà.
Presidente Francesco Rutelli, cosa è esattamente «Videocittà»?
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«Si può definire un festival, oppure un evento, ma oggettivamente non esiste nulla di uguale. Troveremo la definizione giusta "assaggiando il budino", con l'esperienza. Volendo cercare una similitudine potremmo paragonare Videocittà al Fuorisalone di Milano. Lì c'è il Salone del Mobile, poi, in parallelo, il Fuorisalone, con centinaia di eventi, incontri, iniziative. Ma in realtà si tratta di un'esperienza completamente nuova».
Videocittà è legato ad altri eventi?
«Sì, a due manifestazioni importanti: la Festa del Cinema, ed abbiamo scelto di situare Videocittà proprio in contemporanea, e il Mia, il Mercato Internazionale dell'Audiovisivo, che come Anica e Apt abbiamo fatto crescere, ed ora attira miglia di operatori da tutto il mondo per vendere, comprare, fare produzioni con gli operatori italiani. Ed è molto importante che anche il Mia, da quest'anno torni a coincidere con la Festa del Cinema».
Come nasce l'idea di Videocittà?
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«Nasce soprattutto per tre motivi: prima di tutto per dare di più a Roma e all'industria dell'audiovisivo della Capitale; poi per dare un contributo all'economia reale, per creare lavoro, che è quello di cui ha bisogno la città, più che di un red carpet di apparenze. Serve sostanza. Terzo aspetto fondamentale è che dobbiamo uscire dalla dinamica che colloca il cinema e l'audiovisivo nel passato. Non possiamo solo continuare a guardare alla Hollywood sul Tevere, dobbiamo rivolgere lo sguardo al futuro. Sono legato e ho il massimo rispetto per la tradizione, ma oggi ci sono nuove realtà».
Che tipo di realtà?
«La parola d'ordine è: immagini in movimento, quello che vedremo nella Capitale è sorprendente, incredibile, innovativo. Avremo il concorso per realizzare cortometraggi in quarantotto ore; il videomapping nelle grandi piazze del centro storico di Roma, ma anche al Colosseo quadrato all'Eur e molto altro».
Tra i tanti eventi ce n'è uno che caratterizza maggiormente la manifestazione?
«Il senso di Videocittà è proprio la sua diversità e molteplicità. E vogliamo combattere contro due concetti, sbagliati: quello del cinema che, per la mia generazione, è solo nelle sale e quello che oggi mette l'audiovisivo solo negli smartphone, nei tablet e nell'offerta dell'on demand. Oggi noi abbiamo l'universo delle immagini in movimento, un universo nel quale vivono soprattutto i giovani, ma che piace, tanto, anche a chi ha una concezione più tradizionale del cinema. La vera vocazione di Videocittà è di far convivere tutti i diversi linguaggi delle immagini in movimento. Altrimenti si va verso delle barriere, costituite dai tempi di passaggio dei film dalle sale al piccolo schermo, ad altri media, barriere che la maggior parte elle persone non capisce. Vogliamo far vedere che i mestieri del cinema, che a Videocittà saranno rappresentati da premi Oscar, sono tanti, differenziati e sono una grande occasione per la città, per il lavoro, per i giovani».
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2. DIECI GIORNI, PIÙ DI SESSANTA EVENTI
Da Il tempo
Un programma in crescita, quello di «Videocittà», con numeri ed eventi di eccellenza, che si arricchiscono di giorno in giorno di partner e progetti innovativi, con il filo conduttore comune delle immagini in movimento «Videocittà» è un progetto inedito: 10 giorni, più di 60 eventi che daranno un'immagine di Roma come luogo unico e internazionale di creatività artistica, artigianale e tecnologica.
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Quasi 50 location, dal centro storico alle sale cinematografiche oltre il Grande Raccordo Anulare, dalle Accademie internazionali, alle gallerie, ai musei. 1 Paese Ospite (India) 2 Colossei (il Colosseo e il palazzo della Civiltà Italiana all'Eur) 3 Musei e Aree Storico-Monumentali (il Maxxi, il Parco archeologico del Colosseo, il Museo Nazionale Romano con Palazzo Altemps) 3 Maison (Bulgari, Fendi, Gucci) 3 Accademie internazionali (American Academy in Rome, Deutsche Akademie Rom, Real Academia de Esparia en Roma) 5 Festival coinvolti (Asvoff-A Shaded View on Fashion Film, Cannes Lions International Festival of Creativity, RomaEuropa Festival, VR Arles Festival, Yoko Ono Film Festival) 7 Fondazioni d'Arte (Fondazione Giuliani, Fondazione Memmo, Fondazione Musia living (&) arts, Pastificio Cerere, Nomas Foundation, Studioli, Fondazione Volume) 10 giorni 12 Gallerie (Frutta Gallery, Gagosian, Galleria Alessandra Bonomo, Galerie Emanuel Layr Rome, Galleria Lorcan O'Neill Roma, Galleria Valentina Bonomo, Magazzino, Monitor, Operativa Arte Contemporanea, Studio Stefania Miscetti, T293, Z20-Sara Zanin Gallery) 37 Masterclass 42 Location 50 Partner 68 Eventi 1300Studenti attivi (Istituto CineTV Roberto Rossellini). Tutti gli eventi e tutte le iniziative per il pubblico, gratuiti e inseriti nei tre filoni che caratterizzano la rassegna Videocittà, Video Factory, Unconventional Cinema, Cinema 4.0, verranno presentati all'inizio di ottobre con il programma definitivo e le sue ulteriori novità.
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3. VIDEOMAPPING
Da il Tempo
Il videomapping lascia sempre tutti a bocca aperta, quando lo vedono, ma il nome, pronunciato a freddo, può causare qualche perplessità soprattutto nei non più giovanissimi. La definizione deriva dell'inglese projection mapping e dal francese mapping video e indica una recentissima forma d'arte.
VIDEOCITTA' Valerio Ciampicacigli
Con sofisticati proiettori si creano delle illusioni ottiche che possono essere arricchite da suoni, musica, effetti speciali. Con il videomapping è possibile proiettare queste «illusioni ottiche» sulla facciata di edifici storici mutandone i colori, i volumi, la forma con risultati di grande effetto. È l'evoluzione delle antichissime ombre cinesi e poi della lanterna magica con le tecniche computerizzate.
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