Daniela Polizzi per “CorrierEconomia - Corriere della Sera”
Dagli scali di Fiumicino e Ciampino alla Banca centrale di Pechino per attingere risorse da Gingko Tree. Come dire, il braccio degli investimenti della State administration of Foreign exchange che gestisce gli oltre 3mila miliardi di dollari di riserve in valuta estera della People’s bank of China. Il veicolo di investimenti, al quale il governo cinese ha destinato la gestione di circa 5 miliardi di dollari, si è candidato ad acquisire il 15% di Aeroporti di Roma, la controllata di Atlantia che gestisce in Italia gli scali di Fiumicino e Ciampino.
ampliamento aeroporto di fiumicino
Fonti vicine al gruppo aeroportuale confermano la candidatura di Gingko, il fondo sovrano cugino del più noto China investment corporation. La società di Pechino ha appena completato la due diligence, affiancato dall’advisor Morgan Stanley che aveva sottoposto la candidatura al gruppo italiano, assistito da Lazard.
Adesso si entra nel vivo. Due i nodi chiave che dovrebbero essere sciolti attorno a metà ottobre. Prima di tutto, la valutazioni degli scali romani. Ossia il prezzo, visto che il candidato cinese dovrà comprare da Atlantia la metà di quel 30% che la società delle infrastrutture intende mettere in gioco per raccogliere munizioni e trovare partner che accompagnino il gruppo nella ricerca di opportunità a livello internazionale.
FABRIZIO PALENZONA CON IL MODELLINO DELL AEROPORTO DI FIUMICINO
Gingko — dal nome della piu antica pianta del Pianeta con 250 milioni di anni di storia — dovrà impegnarsi. Le basi di partenza risalgono ormai a due anni fa, quando fu varata la fusione Atlantia-Gemina e in quell’ambito Adr fu valutata circa 3 miliardi. Da allora c’è stato il nuovo Contratto di piano con l’aggiornamento tariffario, l’impatto degli investimenti e l’aumento del traffico passeggeri (+7% ad agosto) malgrado i danni prodotti dall’incendio del maggior scorso a Fiumicino. In più la società degli aeroporti ha il sostegno dell’Enac e del suo presidente Vito Riggio, favorevole al progetto di raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino. Tra le banche d’affari impegnate sul dossier c’è la stima: Adr oggi vale tra 4,3 e 4,4 miliardi. E attorno a quello ragionano le parti.
aeroporto fiumicino
Ginkgo dovrà presentare le richieste in materia di governance. Con il gruppo che fa capo alla holding Edizione presieduta da Gilberto Benetton disponibile a lasciare al nuovo investitore un posto nel board di Adr. Il fondo di Pechino ha ormai esperienza di investimenti in Europa. Sull’Inghilterra, primo presidio in ordine di tempo, ha già puntato 1,6 miliardi tra immobiliare e asset come Véolia water con la regia del team di Londra specializzato nelle infrastrutture e guidato da Mike Bryan. In Germania il fondo sovrano ha investito 1,7 miliardi nell’ultimo biennio. Ma adesso si dirige verso mercati che devono ancora esprimere potenziale di crescita.
GILBERTO BENETTON
Come la Spagna, dove in primavera ha comprato per 1,3 miliardi la madrilena Red de gas assieme al fondo olandese Pggm e ai francesi di Edf invest. L’altra caratteristica di Gingko, che fa riferimento al capo della State administration of Foreign exchange, Yi Gang, è che non investe mai da solo.
GINKGO
E qui scatta l’altro passaggio chiave che coinvolge l’altro potenziale partner, il fondo Adia che ormai da un anno siede in attesa a bordo campo in qualità di destinatario di un altro 15% di Adr. Gingko - e d’altronde la stessa Atlantia - subordinano l’investimento nell’hub romano all’intervento di Adia. Qui la partita si farà più complessa perché a quel punto occorrerà che le valutazioni dei due fondi coincidano. Ora la palla è nel campo del fondo sovrano Adia, il cui coinvolgimento era scattato al momento dell’ingresso in Alitalia di Etihad dell’Emirato di Abu Dhabi.
Adr non ha bisogno di fare cassa. Ma ha progetti ambiziosi, fuori dall’Italia. Nel radar ci sono tutti i dossier. Dalla privatizzazione dello scalo di Nizza, che secondo il mercato potrebbe valere fino a 1,6 miliardi (il 100% del capitale), a quella di Lione. Ma gli occhi sono puntati anche sul London City airport. Il fondo Global infrastructure, che ne possiede il 75%, ha infatti deciso di mettere in vendita il quinto scalo britannico con 4,1 milioni di passeggeri.
FONDO SOVRANO ADIA ABU DHABI
L’altro spunto viene da Atene, dove il governo di Alexis Tsipras si è impegnato in un denso programma di privatizzazioni per rispettare le condizioni poste dall’Unione europea nel salvataggio dello scorso luglio. E nella lista dovrebbe finire anche il 60% che lo Stato possiede nel nuovo aeroporto della capitale, Eleftherios Venizelos. Tutte operazioni impegnative. Valga come riferimento l’acquisto due mesi fa per 1,23 miliardi degli scali regionali greci da parte di Fraport. E proprio qui si giocherebbe il ruolo chiave di Gingko e Adia, in campo come coinvestitori.