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    1. CIÒ CHE NON È RIUSCITO A MARINO, È RIUSCITO ALLA RAGGI: ROMA A UN PASSO DAL CRAC 2. IL RAGIONIERE GENERALE, CUSTODE DELLE DISASTRATE CASSE CAPITOLINE, HA RIMESSO L’INCARICO, ALLEGANDO UN DOSSIER DI 20 PAGINE SUL RISCHIO DEFAULT CHE CORRE LA CITTÀ 3. NELL’ARCO DI APPENA 100 GIORNI HANNO GIÀ ABBANDONATO LA NAVE GRILLINA: IL CAPO DI GABINETTO, IL SEGRETARIO GENERALE, L’ASSESSORE AL BILANCIO (COLPA DEI POTERI FORTI?) 4. POVERA ITALIA: TRA RENZI E GRILLO PAROLAIO ABBIAMO DATO "A FESSA MANO `E CREATURE"


     
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    Lorenzo D’Albergo e Giovanna Vitale per “la Repubblica”

     

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    «Basta, io ho finito, con questi non ci sono le condizioni per lavorare», scrive all’ora di pranzo Stefano Fermante al capogruppo della Lista Marchini Alessandro Onorato. La conferma di quanto anticipato ieri da Repubblica: il ragioniere generale, custode delle disastrate casse capitoline, ha rimesso l’incarico nelle mani di Virginia Raggi, allegando un dossier di 20 pagine sul rischio default che corre la città.

     

    L’amministrazione comunale perde così un’altra figura-chiave. Ingrossando le fila dei “disertori” che nell’arco di 100 giorni hanno già abbandonato la nave grillina: il capo di gabinetto, il segretario generale, l’assessore al Bilancio, per citare i più importanti. Nessuno dei quali finora sostituito.

    Una defezione che manda in crisi i pentastellati.

     

    raggi assessore raggi assessore

    «Le dimissioni, al momento, non ci risultano, Fermante è regolarmente al lavoro », fa trapelare l’ufficio stampa. Giocando come al solito sulle parole: perché è vero che il ragioniere è rimasto al suo posto, è un dirigente vincolato fino al 31 ottobre da un contratto, non si è certo licenziato, ha solo rinunciato a guidare il dipartimento che vigila sulle finanze cittadine. «Ho evidenziato delle criticità mettendo a disposizione l’incarico, le persone serie fanno così», aggiunge Fermante nell’sms inviato ad Onorato. Un eufemismo, in realtà: perché i conti di Roma — lasciati senza una guida — adesso sono davvero in pericolo.

     

    LE CONSEGUENZE DELLA VACATIO

    raggi tutino raggi tutino

    In assenza della manovra di assestamento, attesa per fine mese, i municipi hanno esaurito le risorse e già da domani potrebbero cominciare a tagliare i servizi. Significa che anziani e disabili non riceveranno più l’assistenza domiciliare, le buche non verranno riparate e così pure le scuole, il verde pubblico precipiterà nell’incuria. Mentre la deadline per l’approvazione del previsionale 2017, fissato al 31 dicembre, si avvicina in modo inesorabile senza che nessuno — a 90 giorni dal termine — abbia neppure iniziato ad affrontare la partita. Aprendo così la strada, se la scadenza non verrà rispettata, al commissariamento della giunta.

     

    CONTI IN ROSSO

    Se è vero che lo squilibrio delle finanze comunali è strutturale, non certo imputabile alla giunta grillina, altrettanto vero è che gli attuali inquilini del Campidoglio sono rimasti inerti di fronte all’avanzata del deficit. Già schizzato, in mancanza di manovre correttive impossibili da costruire senza assessore, a circa 1,5 milioni rispetto a un bilancio complessivo di 6 miliardi. E ciò al netto del debito storico, gestito da un commissario governativo: tra i 13 e i 16 miliardi, ripagato ogni anno a rate fino al 2048 in parte dallo Stato (per 200 milioni), in parte dai romani (300).

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    Il fatto è che con la caduta di Ignazio Marino, il piano di rientro autorizzato con il decreto Salva- Roma, è rimasto lettera morta: specie la vendita delle partecipate, che il commissario Tronca ha rinviato, ritenendo che dovesse essere la politica a operare quelle scelte. In tre mesi, però, la giunta Raggi non ha fatto nulla.

     

    LE NOMINE

    Dopo aver detto «arriverà presto », oggi dovrebbe essere il giorno del nuovo assessore al Bilancio. Che potrebbe essere nominato insieme a quello delle Partecipate. Per la prima casella in pole c’è un altro giudice contabile, stavolta in pensione: Tommaso Cottone. Mentre la seconda andrebbe all’industriale Massimo Colomban: agli albori del M5s aprì le porte della sua associazione (la Confapri) a Gianroberto Casaleggio, organizzandogli una serie di incontri con gli imprenditori della Marca trevigiana.

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