Estratto dell’articolo di Francesca Del Vecchio per “la Stampa”
MOVIDA E ALCOLICI
In Italia sono quasi nove milioni - 8,7 per l'esattezza - le persone che hanno problemi con l'alcol. Secondo i dati dell'Istat relativi al biennio 2020-2021 (quelli che riguardano il 2022 saranno elaborati il prossimo anno insieme ai dati del 2023) il 15% degli adulti compresi tra i 18 e 69 anni consuma alcolici in modalità o quantità ritenute «a maggior rischio» per la salute.
Con questa definizione si classifica l'utilizzo abituale elevato, cioè superiore a due unità alcoliche (UA, che corrisponde a 12 grammi di etanolo, quantità contenuta per esempio in una lattina di birra da 33 cl, in un calice di vino o in un bicchierino di liquore) giornaliere per gli uomini e una UA giornaliera per le donne.
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Il consumo «a maggior rischio» è più frequente fra i giovani e i giovanissimi (tra i 18-24 anni) con una quota che raggiunge il 30%. Tra gli uomini questa percentuale è del 19% mentre tra le donne del 12%. Sull'uso più o meno «responsabile» sembra non incidere la condizione socio-economica, anzi: il 17% delle persone socialmente avvantaggiate o con livello d'istruzione alto assume alcol in maniera pericolosa a fronte del 13% di quelle che hanno molte difficoltà economiche.
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Il costo dei prodotti alcolici, talvolta elevato, è dunque in minima parte un deterrente per le fasce sociali svantaggiate. Le aree del Paese in cui il «consumo a rischio» è più frequente sono le regioni del Nord - i trend prevedono un aumento nei prossimi anni - con picchi nella Provincia autonoma di Bolzano. Seguono la provincia autonoma di Trento, la Valle d'Aosta e il Friuli Venezia Giulia. […]
alcol a fiumi tra i ragazzi
Preoccupante, nel quadro complessivo nazionale, che tra gli intervistati, il 54% di pazienti con malattie del fegato, il 12% di donne in gravidanza e il 30% di quelle che allattano abbia consumato alcol nell'ultimo mese precedente all'indagine statistica. Nell'anno 2020, poi, circa 29.300 accessi in Pronto soccorso sono stati caratterizzati da una diagnosi principale o secondaria attribuibile all'alcol: il 66% di questi in codice verde e solo il 2% in codice rosso, cioè massimo regime d'urgenza. […]