Gian Pietro Fiore per “Giallo”
pietro pacciani
Si, mi trovavo con Francesco Narducci quando venni fermato dai carabinieri. Eravamo in auto a fare un giro... Ero molto agitato, e vero, perche non sai mai quello che devi aspettarti quando vieni fermato a un posto di blocco. Quella sera ero molto preoccupato, si. Ma solo il giorno dopo appresi che proprio quella sera avevano ammazzato quei due...”.
Questa incredibile ammissione a Giallo di Giampiero Vigilanti, ex legionario di 87 anni recentemente indagato per i deli i del Mostro di Firenze, potrebbe aprire un nuovo, importantissimo capitolo nel caso piu misterioso degli ultimi cinquant’anni. Ora vi spiegheremo perche. Come ricorderete, i delitti del Mostro di Firenze, otto coppie uccise a colpi di pistola, sono avvenuti tutti nelle campagne intorno alla citta a partire dal 1968 e fino al 1985.
i misteri del mostro di firenze
Dopo lunghe e complicate indagini, furono arrestati i famosi “compagni di merende” Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti. Vanni e Lotti furono condannati, mentre Pacciani morì per uno strano infarto poco prima che si celebrasse un nuovo processo contro di lui. Ma gli inquirenti e gli esperti che si sono occupati del caso hanno sempre pensato che i tre amici fossero solo gli esecutori materiali dei delitti.
gli omicidi del mostro di firenze
Dietro di loro, per chi ha indagato, ci sono alcuni misteriosi mandanti, il cosiddetto “secondo livello”. Una sorta di cupola, fatta di ricchi professionisti insospettabili, che commissionava gli omicidi probabilmente per compiere riti: come ricorderete, ad alcune delle donne uccise, infatti, vennero asportati il pube e il seno sinistro. Ma se gli esecutori materiali sono stati individuati, chi sono i mandanti?
Gli inquirenti non hanno mai smesso di lavorare per rispondere anche a questo interrogativo, un giallo nel giallo, per ora irrisolto. Ed è proprio per questo che la testimonianza di questo nuovo indagato, Giampiero Vigilanti, potrebbe essere di grande importanza. L’uomo, infatti, è sotto torchio da alcuni anni: secondo gli inquirenti è implicato nel caso. Conosceva Pacciani, abitava a Vicchio, vicino a lui, e agli inquirenti sta raccontando di sapere molte cose.
giampiero vigilanti
Ora, con noi di Giallo, come avete letto, ha ammesso di essere stato un amico anche di Francesco Narducci. Di più: di essere stato proprio in sua compagnia la sera del 22 ottobre del 1981, qualche ora prima che venissero uccisi Stefano Baldi, 26 anni, e Susanna Cambi, commessa di 24 anni, la quarta coppia vittima del Mostro di Firenze. Ma chi è Francesco Narducci e perché il fatto che lui e Vigilanti si conoscessero è così interessante? Vediamolo. Francesco Narducci era un medico gastroenterologo e professore universitario di Perugia.
L’uomo, 36 anni, scomparve l’8 ottobre del 1985 nel lago Trasimeno e venne trovato morto in circostanze mai chiarite. Una strana coincidenza la data della sua morte: esattamente un mese prima, l’8 settembre del 1985, vennero uccisi nella campagna di San Casciano Val di Pesa, in frazione Scopeti, i fidanzati francesi Jean-Michel Kraveichvili, musicista venticinquenne, e la trentaseienne Nadine Mauriot. L’ultima coppia vittima del Mostro. Da quel giorno, infatti, il Mostro non uccise mai più. La morte del medico aprì nuovi scenari: all’inizio fu catalogata come incidente o suicidio.
i delitti del mostro di firenze
Ma gli inquirenti vollero vederci chiaro e decisero di riesumarlo. Si scoprì, così, che era stato strangolato. L’inchiesta per omicidio fu avviata dall’allora sostituto procuratore di Perugia, Giuliano Mignini. Per la sua morte fu accusato il farmacista di San Casciano, morto diversi anni fa, Francesco Calamandrei: l’uomo, però, venne assolto. L’ipotesi della Procura è che il giovane medico sia stato ucciso perché sapeva troppe cose sulle morti delle coppie di danzati e forse avesse intenzione di rivelarle ai magistrati.
Data la sua appartenenza a una famiglia altolocata di Perugia, potrebbe aver fatto parte addirittura del gruppo di mandanti degli omicidi del Mostro. Finora era solo un’ipotesi: ma adesso, con la dichiarazione di Vigilanti a Giallo, potrebbe esserci il primo vero collegamento tra gli esecutori materiali dei delitti del Mostro e il famigerato “secondo livello” dei mandanti.
giampiero vigilanti
Torniamo dunque ora a Giampiero Vigilanti, che da tempo e sotto torchio: gli inquirenti sono convinti che abbia avuto un ruolo importante nella macabra storia dei sedici delitti. Noi di Giallo lo incontriamo in bicicletta davanti a casa sua, in via dell’Anile, a Prato, mentre sta tornando dal colloquio con il suo avvocato, Diego Capano. Vigilanti ci accoglie con un sorriso e ci racconta: «Sono di ritorno dallo studio del mio avvocato e posso dirvi che a oggi ancora nessuno mi ha notificato qualcosa: non mi risulta di essere indagato. E da tempo pero che mi interrogano e che vengono a casa mia per capire se io c’entro qualcosa con i delitti del Mostro di Firenze. Ma io non ho ucciso nessuno, sia ben chiaro...».
francesco narducci
Gia il 16 settembre del 1985, otto giorni dopo l’ultimo omicidio del Mostro, i carabinieri si recarono presso l’abitazione dell’ex legionario per una perquisizione “in quanto il predetto, da accertamenti svolti, poteva identificarsi nel noto Mostro di Firenze” , come e scritto nel verbale. Gli investigatori nel corso della perquisizione trovarono a casa di Vigilanti numerosi ritagli di giornale che parlavano dei delitti dei danzati e delle prostitute uccise in quegli anni.
giampiero vigilanti
Nel 1994, a seguito di una lite con un vicino, la casa di Vigilanti venne nuovamente perquisita e in quell’occasione i carabinieri trovarono e sequestrarono 176 proiettili Winchester serie H del 1981, non piu in produzione, gli stessi usati dal Mostro di Firenze. A Giallo Giampiero Vigilanti racconta: «Si, avevo quattro pistole, regolarmente detenute, ma a settembre dello scorso anno me le hanno rubate. Ma se dico che me le hanno rubate, ora non mi crede nessuno. La denuncia non l’ho fatta perche speravo di poterle recuperare. Solo per questa ragione non sono andato subito in Questura. E successo tutto in una mattina di settembre del 2016. Io ero uscito con il cane e mia moglie si era allontanata lasciando la porta aperta...».
pietro pacciani circondato dai carabinieri
Vigilanti per anni e stato nella legione straniera e non fa mistero della sua ferocia e della sua dimestichezza con le armi: «Quando ero soldato, ho ucciso centinaia di persone. Ma era la guerra. Mi pagavano per farlo». Ci racconta poi che negli ultimi due anni e stato interrogato spesso dal procuratore Paolo Canessa, titolare dell’inchiesta, e dai carabinieri: «Mi venivano a prendere verso le otto del mattino, mi portavano nella caserma e verso le 17 mi riaccompagnavano a casa. Sono entrati diverse volte nella mia casa e hanno anche portato via alcune mie fotografie e alcuni documenti».
anna vigilanti
Pare che tra le foto sequestrate a Vigilanti ce ne fosse una che lo ritraeva su un mucchio di cadaveri in Indocina, mentre stringeva tra le mani due teste mozzate. Ci parla poi di Pacciani: «Si, io conoscevo il Pacciani: a lui una volta ho anche spaccato la testa con una bastonata. Ma tranne che in quell’occasione, non ci ho avuto nulla a che fare, cosi come con il Vanni e il Lotti».
pietro pacciani
Vigilanti tira in ballo anche un’altra persona, che pare sia come lui un personaggio chiave della nuova indagine, un dottore, anche lui sotto la lente degli inquirenti da qualche tempo: «I carabinieri mi hanno chiesto con insistenza del dottor Francesco Caccamo, che e stato per lungo tempo il mio medico curante. Lui, siciliano di origine e sposato con una donna arabo- francese, abitava nel Mugello. Visitava anche Pacciani e gli altri, ma di certo non sapeva mica chi fossero quelle persone. Sospettano di me per il fatto che in quegli anni dei delitti io spesso passavo da casa sua e mi fermavo a parlare con lui. Ma in quella zona ci abitavano sia mia sorella che mia madre, che andavo spesso a visitare. Gli inquirenti lo tenevano d’occhio da tempo e per questo ora da me vogliono sapere perche lo incontravo...».
Ecco, poi, che gli chiediamo dei suoi rapporti con Francesco Narducci, il medico perugino.
pia rontini e claudio stefanacci, uccisi dal mostro di firenze a vicchio
«Narducci? Non lo conosco». Risponde di getto. Ma poi, incalzato, ammette: «Mi sembra che l’ho incontrato una o due volte. Non e che mi ricordo bene». Gli chiediamo allora se ricorda di quella notte, quella del 22 ottobre 1981 in cui vennero uccisi i fidanzati
Stefano Baldi e Susanna Cambi. Come vi abbiamo gia detto, quella notte Vigilanti venne fermato dai carabinieri mentre era alla guida di uno spider rosso, su cui viaggiava anche Narducci.
mario vanni
I militari annotarono che il conducente aveva “uno stato di agitazione psicomotoria inusuale”: «Eh. Insomma, si. Io e Narducci eravamo insieme. Ci hanno fermato i carabinieri per un controllo. Io ero spaventato quando ci hanno fermato. Ero spaventato perche non avevo fatto nulla e ti puoi trovare in una situazione... Non ricordo bene quando ci hanno fermato. Potevano essere le 20...». Non e cosi.
pietro pacciani
Vigilanti venne fermato circa alle 22 del 22 ottobre e quindi un’ora prima che Susanna e Stefano venissero uccisi. Proprio Susanna prima di morire si era confidata con una amica e anche con sua madre. A loro aveva detto di aver paura perche: «C’e un uomo alto con un’Alfa Rossa, capelli rossicci, che mi segue continuamente».
il pm paolo canessa indaga sul mostro di firenze
Stefano era un operaio tessile, proprio il nuovo lavoro che aveva trovato Vigilanti. Continua: «Io mi trovo in questa situazione perche mi hanno visto con questo Narducci. Lui l’ho conosciuto a Vicchio, dove avevano ammazzato una donna che era anche una parente di mia madre, se ricordo bene una cugina. Andavamo in auto insieme, come quella sera. Non facevamo nulla di particolare. Si stava insieme, prima facevamo merende e poi si girava. Dell’omicidio io l’ho saputo il giorno dopo. Dove sono stati uccisi, non e una zona di passaggio a piedi. Si passa solo in auto, normalmente per la strada che da Vicchio porta a Dicomano, poi c’e una strada molto stretta. E da quelle parti che il dottor Caccamo aveva la casa. Con Narducci si andava insieme da qualche donna, ma non quella sera che stavamo solo girando. Dopo quella notte, pero, non l’ho piu voluto incontrare. Ho girato al largo da quella persona. A me non interessava di quella gente li. Andai via da quelle zone e non ci ritornai piu come prima».
i delitti del mostro di firenze
Come avete letto, i rapporti tra Vigilanti e Narducci erano stretti: giravano insieme per le campagne fiorentine. Ma perche? Da quali donne andavano? Perche dopo la notte del quarto duplice delitto Vigilanti non volle piu vederlo? Perche ebbero cosi paura, quella notte? E soprattutto: che cosa ci faceva un medico di Perugia nelle campagne del Mostro di Firenze?
Stranamente, Vigilanti conosceva anche il farmacista di San Casciano, Francesco Calamandrei, che, come abbiamo visto, fu accusato e poi assolto proprio per la morte di Narducci: «Si che lo conoscevo», ci dice. «Venivano tutti al Mugello. Giravano tutti da quelle parti. Conosco tanta gente...».
i delitti del mostro di firenze
Prima di salutarci il Vigilanti tiene a dirci: «Io credo di essermi trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato. Anche quando hanno ammazzato i due francesi ero da quelle parti. Ma forse ero andato a trovare mia madre che abitava proprio in zona. Non ricordo».
Quindi Vigilanti era un’altra volta nella zona di un delitto del Mostro. Dice infine: «E possibile che qualcuno commissionasse tutti i delitti. Io non so di piu. Non temo che mi arrestano perche ho 87 anni e a questa eta non possono farmi piu nulla, me lo ha detto anche il giudice che mi ha piu volte sentito. Vorrei collaborare ma non posso inventarmi nulla».
i delitti del mostro di firenze
Prima di congedarci, conclude preoccupato: «Forse ora che e venuto fuori tutto questo ho un po’ paura. Il fatto che vai a parlare con un giudice o con i carabinieri non e che la prendano bene, un certo tipo di persone. Ma io sono molto svelto. Se qualcuno vuole farmi del male sono il primo a colpire, tanto sara legittima difesa. Un po’ di preoccupazione ce
gian piero vigilanti
l’ho, ma io non ho fatto nessun nome agli inquirenti. Sono loro che mi hanno chiesto di alcune persone. Io a oggi non ho detto nulla...».
Le indagini della Procura di Firenze in tutti questi anni sono sempre andate avanti, anche dopo le condanne definitive di Vanni e Lotti. Gli inquirenti, che cercano ancora la pistola Beretta calibro 22, ora si apprestano a effettuare nuove analisi tecnico-scientifiche su tutti i reperti conservati e prelevati sulle varie scene del crimine.
i delitti del mostro di firenze
Verranno analizzati un fazzole o intriso di sangue, un capello e dei guanti da chirurgo, trovati da un cane vicino al luogo dell’ultimo delitto, in localita Scopeti. Sono state disposte anche perizie balistiche mai fatte prima. Non e escluso che da queste nuove analisi possano emergere importanti risultati e nuove tracce biologiche riconducibili al Mostro. Non e nemmeno escluso che queste nuove ammissioni di Vigilanti possano portare ora gli inquirenti verso il misterioso “secondo livello”...
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