Giustamente El Paìs ci va giù duro contro la prestazione offerta dal Napoli ieri sera di fronte al Barcellona:
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L’unica volta che entrambe le squadre sono state protagoniste è stato quando si sono inginocchiate contro il razzismo e hanno esposto lo striscione contro la guerra.
Solo un errore di Ter Stegen, che ha abbattuto Osimhen dopo un’uscita fuori tempo, ha rimesso temporaneamente il Napoli in partita. Insigne trasforma il rigore e calma l’ira dei tifosi del vecchio San Paolo.
La partita è stata ridotta a un duello di uno contro undici: Osimhen-Barça. Il nigeriano ha attaccato lo spazio come un bufalo mentre gli azulgrana hanno variato bene il gioco, si sono ripresi dopo il gol subito e hanno segnato di nuovo con una giocata su calcio d’angolo che si è conclusa con il sinistro di Piqué: 1-3.
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NAPOLI, LO STRISCIONE DELLA DISCORDIA: SCOPPIA IL CASO
La crisi Ucraina monopolizza inevitabilmente anche la serata europea di calcio, con numerose iniziative a stigmatizzare l’offensiva russa che ha scosso il mondo nelle ultime ore. Ha chiesto di fermare il conflitto il giocatore ucraino dell’Atalanta, Ruslan Malinovskyi, che dopo la prima rete personale nel 3-0 con cui la Dea ha superato l’Olympiacos in terra greca, ha mostrato una maglietta con la scritta “No war in Ukraine”.
Presa di posizione pro-Ucraina anche al Maradona, dove, prima del calcio di inizio, i giocatori di Napoli e Barcellona si sono uniti nel dire no alla guerra con lo striscione “No war”, scatenando gli applausi dagli spalti.
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Napoli-Barcellona, lo striscione contro la guerra fuori dallo stadio
Sui social scoppia, però, la polemica per uno striscione non ammesso allo stadio. Prima del match, infatti, non sono state ammesse bandiere Ucraina e gli Ultras72 della Curva B si sono visti negare ai controlli la possibilità di introdurre lo striscione con la scritta “No alla guerra”.
Secondo le indiscrezioni, la motivazione sarebbe da ricercare dalle politica dell’UEFA in merito al passaggio di messaggi politici durante le sue manifestazioni, ma anche per non turbare la sensibilità di una squadra arbitrale interamente russa.
Striscione contro la guerra ritirato al Maradona: la reazione dei tifosi
Una presa di posizione che ricorda il no dell’UEFA durante Euro2020 al sindaco di Monaco di Baviera che aveva chiesto di illuminare con i colori arcobaleno l’esterno dell’Allianz Arena prima della gara tra Germania e Ungheria, come gesto di sostegno alle diversità. Anche in questo caso, sui social non mancano le proteste. C’è chi scrive: “All’interno degli stadi succede di tutto… però poi non succede questo… bha!” e ancora: “Ridicolo!”, “Negli stadi Italiani troviamo ogni domenica striscioni e bandiere con svastica. Oggi è vietato l’ingresso di striscioni contro la Guerra e bandiere Ucraina. Vergognoso“.
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I commenti sono veramente tanti. Un altro tifoso prova a ricapitolare: “Assurdo a Napoli, lo striscione No alla guerra non può entrare allo stadio: l’arbitro è russo. Spero sia una fake” e ancora: “Ma davvero??? Dai non è vero”, “Che schifo!“, “Assurdo: le autorità hanno negato agli ultras del Napoli di portare quello striscione nel Maradona per la presenza degli arbitri russi. Come se “no alla guerra” fosse un messaggio politico… SEMPRE PIU SCHIFATO DA QUESTO MONDO!!!!!“
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