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    UN PAESE FALLITO - CLASSE MEDIA TARTASSATA: IL 5% DEI CONTRIBUENTI VALE IL 37% DEGLI INCASSI IRPEF - TANTI “IMPRENDITORI” DICHIARANO MENO DEI DIPENDENTI - IMPOSTA ZERO PER 10 MILIONI DI CONTRIBUENTI


     
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    Giuliano Zulin per “Libero Quotidiano”

     

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    Il 5% dei contribuenti italiani dichiara più di 50mila euro lordi, ma vale il 37% degli incassi Irpef del Tesoro. Cioè quei 2 milioni di persone che guadagnano poco più 2.000 euro al mese netti paga 56,3 miliardi di tasse. Non stiamo parlando di ricchi, ma di quella che una volta era chiamata la classe media.

     

    Ci sono invece 10 milioni di contribuenti, un quarto del totale, che hanno un'imposta netta a pari a zero. Per colpa o per dolo. Sono di fatto mantenuti, perché possono usufruire della sanità pubblica gratis, beneficiano di sgravi a scuola e magari ricevono pure un assegno pensionistico. Minimo, sì, ma con un'alta probabilità immeritato, perché non hanno versato sufficienti contributi.

     

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    Sta in questo confronto il male dell’Italia: chi lavora, fatica e dichiara fino all'ultimo euro al fisco è strozzato e paga i servizi cosiddetti pubblici come uno che dichiara poco niente, di fatto azzerando il reddito. Non siamo ciechi: nel 2013, anno di riferimento dei redditi comunicati dal ministero dell’Economia, si è chiuso con una contrazione nominale del Pil dello 0,4%, mentre quella reale è dell’1,7%. Certo è che se affami il cavallo che tira il carro, prima o poi il cavallo scappa o si ferma. Anche perchè le dichiarazioni 2014 su 2013 mostrano già un segno negativo.

     

    PLATEA IN CALO

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    In totale sono circa 41 milioni i contribuenti che l’anno scorso hanno presentato il modello Unico e il 730. In particolare il 730 è stato utilizzato da più di 17 milioni di soggetti, quelli che, poveri loro, fra qualche giorno potranno usufruire del modello precompilato. Il numero totale dei contribuenti è risultato comunque in diminuzione (-425.000, pari al -1%) rispetto all’anno precedente.

     

    Il calo ha riguardato i lavoratori dipendenti (-334.000), specialmente quelli a basso reddito e gli individui nelle due classi di età più giovani, riflettendo gli andamenti congiunturali del mercato del lavoro nel 2013. Si è assistito anche a un calo del numero dei soggetti che dichiarano reddito d’impresa (-60.000). Gli effetti della riforma Fornero si sono riscontrati invece nella contrazione del numero dei pensionati (-168.000).

     

    LOMBARDIA PRIMA

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    Il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a circa 811 miliardi di euro per un valore medio di 20.070 euro. Il confronto con l’anno precedente mostra un aumento sia del reddito complessivo totale (+0,6%), sia del reddito complessivo medio (+1,5%), determinato principalmente dalla crescita dei redditi da pensione (+2% il reddito totale, +3,2% il reddito medio, che compensa ampiamente il calo del numero dei pensionati).

     

    Insomma, è una partita di giro: più pensioni, più Irpef. Il lavoro, il Pil non c’entrano. Nello specifico la metà dei contribuenti non supera 16.213 euro di reddito complessivo dichiarato. Si va dalla Lombardia, dove il reddito medio dichiarato è più elevato (23.680 euro) al Lazio (22.310 euro), fino alla Calabria, che presenta un reddito medio di 14.390 euro.

    Tasse sulle imprese Tasse sulle imprese

     

    POVERI IMPRENDITORI

    Sorprendono poi due dati: i redditi da lavoro dipendente e da pensione superano l’82% del reddito complessivo dichiarato, in particolare il reddito da pensione supera per la prima volta il 30% del totale del reddito. Eppure non siamo solo un popolo di dipendenti o pensionati. Forse c’è qualcuno che scappa al fisco? Forse più di qualcuno...

     

    Quei “pochi” lavoratori autonomi che presentano la dichiarazione dei redditi risultano invece “ricchi” con un reddito medio pari a 35.660 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è pari a 17.650 euro: inferiore a quello dei lavoratori dipendenti (20.600 euro), di poco superiore a quello dei pensionati a 16.280 euro. Il Tesoro precisa comunque, prima che parta la solita guerra di classe inutile, che «per “imprenditori” nelle dichiarazioni Irpef si intendono i titolari di ditte individuali, escludendo pertanto chi esercita attività economica in forma societaria».

     

    QUANTO SI PAGA

    L’imposta netta Irpef ha un valore medio di 4.910 euro (+0,6% rispetto all’anno precedente) ed è dichiarata da circa 31 milioni di soggetti pari al 76% del totale dei contribuenti. Circa 10 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a zero. L’imposta netta totale dichiarata è pari a 152,2 miliardi.

    Irpef Irap Inps Irpef Irap Inps

     

    Analizzando i contribuenti per fasce di reddito si nota che nella classe fino a 15.000 euro si colloca il 46% dei contribuenti, che dichiara solo il 5% dell’Irpef totale, in quella tra i 15.000 e i 50.000 euro si posiziona il 49% dei contribuenti, che dichiara il 58% dell’Irpef totale, mentre solo il 5% dei contribuenti dichiara più di 50.000 euro, ma versa il 37% dell’Irpef totale.

     

    I soggetti con un reddito complessivo maggiore di 300mila euro (30.000 contribuenti) sono anche tenuti al pagamento del contributo di solidarietà del 3% sulla parte di reddito eccedente tale soglia. Quasi metà degli italiani paga poco o niente anche perchè ci sono 29,2 miliardi di deduzioni e 64,4 miliardi detrazioni. Che neutralizzano in parte anche le addizionali regionali (370 euro, +2,8% rispetto all’anno precedente) e comunali stata (170 euro, +6,2%).

     

     

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