Estratto dell'articolo di Alberto Zorzi per il “Corriere della Sera”
CLAUDIO VANIN
È il «grande accusatore» dell’inchiesta sul sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e sull’ex assessore Renato Boraso, ma è anche imputato per un «sexy ricatto», che lui però nega. La guerra è guerra, anche giudiziaria, e quella tra Claudio Vanin da un lato e coloro che lui accusa dall’altro non ammette prigionieri.
Boraso l’aveva denunciato subito dopo aver detto alla trasmissione Report che aveva preso una tangente, il magnate di Singapore Ching Chiat Kwong e il suo emissario italiano Luis Lotti lo hanno riempito di querele, ricevendone in cambio altrettante, spesso finite con l’archiviazione. «Non sono mai stato condannato», dice con orgoglio il direttore tecnico della società trevigiana Sama Global, che aveva lavorato ai progetti sull’area dei Pili, al centro dell’inchiesta.
CLAUDIO VANIN
Ma dalle carte del fascicolo spunta pure un processo per una tentata estorsione «a luci rosse» ai danni di un imprenditore che aveva lavorato a uno dei palazzi acquisiti da Ching, il Donà, diventato poi un hotel a cinque stelle. È stato quest’ultimo a denunciare Vanin, che nel 2018 a fronte di una diffida e una richiesta di danni gli avrebbe mandato dei messaggi minatori, dicendo che avrebbe girato alla moglie le foto di un presunto tradimento in un locale hard della Slovenia.
La prima udienza di fronte al tribunale di Treviso sarà il 17 settembre. «Questo episodio dimostra quale sia l’attitudine del signor Vanin, quale il suo modo di rapportarsi con le persone che incontra sul proprio cammino imprenditoriale», ha scritto Lotti nella memoria inviata alla procura lo scorso 27 dicembre.
Ching Chiat Kwong
Un tentativo di screditare il «super testimone», che con la Sama puntava ad avere un ruolo importante non solo come progettista ma anche come socio (con un investimento di 50 milioni di euro) nella maxi lottizzazione sull’area a ridosso del ponte della Libertà, acquistata nel 2006 da Brugnaro quando era solo un imprenditore e che per la procura sarebbe stata oggetto di corruzione: il sindaco, con due membri del suo staff, avrebbe infatti promesso a Ching e Lotti che avrebbe moltiplicato l’indice di edificabilità e le cubature in modo da farne salire il prezzo dai 5 milioni spesi 18 anni fa a 150. [...]
L’assessore, arrestato il 16 luglio nel blitz della Finanza e poi dimessosi, inizialmente era stato indagato per quei 73 mila euro che per l’accusa avrebbero portato a uno «sconto» di oltre tre milioni (da 14 a 10,8) per l’acquisto da parte di Ching di Palazzo Papadopoli; un trojan installato nel suo cellulare avrebbe poi fatto emergere una serie di favori a una dozzina di imprenditori in cambio di consulenze ritenute fasulle. [...]
Ching Chiat Kwong RENATO BORASO LUIGI BRUGNARO LUIGI BRUGNARO - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FRANK FEDERIGHI CHING CHIAT KWONG