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    "IL PARLAMENTO PROPENDERÀ PER CASINI, A MENO DI UNA BORDATA DEI MERCATI" - LA PROFEZIA DI CLEMENTE MASTELLA: "NELLA PRIMA REPUBBLICA L'ELEZIONE ERA UN PO' "CARSICA", NON È CHE UNO SI PRESENTAVA E CHIEDEVA DI ESSERE VOTATO. IN OGNI CASO NON SO SE QUESTA ENTRATA IN CAMPO DI DRAGHI SIA LA MOSSA CHE RISOLVE LA PARTITA O SE MAGARI E TROPPO TARDI - SECONDO ME DRAGHI PUÒ CONTINUARE A FARE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E APPENA SI LIBERA UN POSTO ESSERE NOMINATO SENATORE A VITA, COME FECE NAPOLITANO CON MONTI"


     
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    Alessandro Di Matteo per "la Stampa"

     

    La nostalgia un po' affiora quando parlando delle divisioni dei partiti sul Quirinale gli viene ricordato che anche nella Dc c'erano le correnti: «Eeeh, ma tra noi c'era rispetto. E c'erano i caminetti. Qui non c'è niente». Clemente Mastella continua a puntare su Pier Ferdinando Casini, come prossimo presidente, e non sembra convinto che la partecipazione attiva ai colloqui con i partiti possa aiutare Mario Dratghi.

    PIERFERDINANDO CASINI E CLEMENTE MASTELLA PIERFERDINANDO CASINI E CLEMENTE MASTELLA

     

    Lei che ne ha vissute di votazioni, faccia un pronostico: il "tecnico" Draghi o il politico Casini?

    «Da quello che percepisco annusando l'aria del Parlamento credo prevalga il parlamentarismo. A meno che non arrivi una bomba dai mercati, che però oggi mi sembrano più preoccupati dall'Ucraina. E credo che l'accoppiata Casini-Draghi sarebbe accettata dai mercati internazionali».

     

    Ma il premier ha cominciato a giocare in prima persona, ha incontrato Salvini, ha parlato con Letta, con Conte Magari un po' insolito, ma non pensa che questo inciderà?

    «Di cose insolite ne vedo tante. Certo, nella prima Repubblica l'elezione era un po' "carsica", non è che uno si presentava e chiedeva di essere votato. In ogni caso non so se questa entrata in campo sia la mossa che risolve la partita o se magari e troppo tardi».

     

    PIERFERDINANDO CASINI E CLEMENTE MASTELLA PIERFERDINANDO CASINI E CLEMENTE MASTELLA

    Lei dice che i partiti devono «ritrovare saggezza». Se la stanno giocando male?

    «Beh, le squadre messe in campo sono stravaganti e sghembe. Prendiamo il centrodestra: già è anomalo che la Meloni sia fuori dalla maggioranza di governo. E l'uscita di scena di Berlusconi non li ha avvantaggiati, il centrodestra sta perdendo punti: Berlusconi è un po' deluso, anche giustamente. Dicevano "evviva Berlusconi" e già immaginavano percorsi completamente diversi».

     

    Che voti dà, finora, a Letta, Salvini, Conte e agli altri protagonisti della trattativa?

    «Tutti insufficienti. Anche se un po' mitigata dal fatto che Letta - per esempio - deve fare i conti con le correnti. Salvini ha la concorrenzialità permanente di Giorgia Meloni. I 5 stelle - con il dualismo tra Di Maio e Conte - farebbero meglio a fare come i capitani reggenti di San Marino».

    CLEMENTE MASTELLA E PIERFERDINANDO CASINI CLEMENTE MASTELLA E PIERFERDINANDO CASINI

     

    Anche la Dc non scherzava con correnti e rivalità

    «Eh, però avevamo capacità di trovare intese tra noi. Quando partecipai al mio primo congresso rimasi stupito: in periferia ce le davamo di santa ragione, ma lì i leader si salutavano con affabilità C'era un rispetto reciproco, c'erano i caminetti. Qui non c'è nessun caminetto».

     

    Prima citava i mercati. L'Italia può permettersi di mettere Draghi da parte?

    «Nessuno mette in discussione Draghi. Ma non possiamo fare come con le matrioske: il presidente della Repubblica che ha una "matrioska" premier, una "ministro dell'Economia" Secondo me Draghi può continuare a fare il presidente del Consiglio e appena si libera un posto essere nominato senatore a vita, come fece Napolitano con Monti».

    CLEMENTE MASTELLA E PIERFERDINANDO CASINI CLEMENTE MASTELLA E PIERFERDINANDO CASINI

     

    Ma al massimo tra un anno si vota. Perché il vincitore dovrebbe confermare Draghi al governo?

    «Posso fare un pronostico? Nessuna delle due coalizione avrà la maggioranza al Senato».

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