AGNESE DE DONATO
Leonetta Bentivoglio per la Repubblica - Roma
Chiunque abbia avuto contatti con l' ambiente artistico degli ultimi decenni del secolo scorso a Roma non può non essersi imbattuto in Agnese De Donato, simpaticissima signora, intelligente e colta, che fu fotografa e femminista "della prim' ora".
Nata a Bari (dove aveva studiato Legge con Aldo Moro) e trasferitasi presto a Roma, città in cui ha sempre vissuto e lavorato e dov' è morta il 5 marzo scorso, Agnese aprì nel 1957 in Via Ripetta la libreria "Al Ferro di Cavallo", crocevia d' incontri fra poeti, artisti e intellettuali, nonché spazio in cui apparvero in mostra le prime, sorprendenti opere della Pop Art.
AGNESE DE DONATO
"Chez Agnese", avventurosa dama delle avanguardie, sono passati gli esponenti del Gruppo '63 e poeti come Ungaretti, Sinisgalli, Tzara, Pound, De Libero, Bertolucci e Pasolini. Fu sponsor di artisti visivi quali Burri, Afro, Capogrossi, Novelli e Perilli, e nel '73 fondò, insieme ad altre compagne, la prima rivista femminista italiana, "effe". Ma il suo amore fondamentale era la fotografia. Dagli anni Sessanta, per un intenso periodo, firmò importanti fotoreportage su avvenimenti politici, sociali e culturali. Era curiosa e onnipresente.
JOHN LENNON
Giunge a riproporre il suo bagaglio d' immagini e ricordi, che riflette una delle stagioni più inquiete e artisticamente innovative nella storia recente di Roma, la mostra intitolata "Anni '70: io c' ero". Si apre il 25 maggio, e rimane aperta fino al 30 giugno, nella galleria De Crescenzo e Viesti, alle spalle di Piazza del Popolo. Dal suo archivio, folto di documenti su quasi tre decenni di fatti italiani, cioè dalla fine degli anni '60 ai '90, Agnese, che prima di andarsene lavorò molto alla preparazione della mostra, aveva tratto le migliori immagini sull' irripetibile fase di fermenti che animò la capitale. Ora la selezione presenta la sua messa a fuoco, singolare e ravvicinata, sulle performance di quel periodo, sulle battaglie femminili e su personaggi leggendari della cultura italiana e internazionale.
NANNI MORETTI
Le stampe, scelte dalla De Donato con la curatrice Greta Boldorini, sono quasi tutte d' epoca, e registrano i volti di scrittori come Alberto Moravia, Natalia Ginzburg e Carlo Levi, di pittori come Mino Maccari e Michelangelo Pistoletto, di attori come Ugo Tognazzi, Michele Placido, Romy Schenider, Charlotte Rampling, Claudia Cardinale e Monica Vitti, di registi come Marco Bellocchio, Liliana Cavani e Nanni Moretti.
C' è pure molta danza, arte di cui Agnese era un' appassionata fan: ecco una fresca e iper-sensibile Elisabetta Terabust, una Carla Fracci all' apice del suo fulgore, una Maja Plissetskaja che s' erge come un' aquila pronta a spiccare il volo, un Patrick Dupond di fascino perturbante, un carismatico Rudolf Nureyev.
Non manca l' avanguardia teatrale, con frammenti di spettacoli audaci come il Risveglio di primavera di Wedekind con la regia di Giancarlo Nanni, Le 120 giornate di Sodoma messe in scena da Giuliano Vasilicò, lo scabro Macbeth di Leo De Berardinis e Pirandello chi? di Memé Perlini.
ANNI '70 IO C'ERO
C' è persino John Lennon, ammesso eccezionalmente da Yoko Ono nella "First International Feminist Planning Conference", una manifestazione rigorosamente separatista che si tenne a Cambridge, in Massachusetts. Il catalogo della mostra è scandito in cinque sezioni ("Donne", "Istantanee", "Arte viva", "Il teatro delle cantine" e "Le pezze dei ballerini") ed è integrato da foto non comprese fra quelle esposte. In totale le immagini sono 156, commentate da estimatori, critici e amici di Agnese. Un meritato omaggio postumo.
AGNESE DE DONATO - FOTO MOSTRA ANNI 70 AGNESE DE DONATO - MOSTRA ANNI 70 SCATTO DI AGNESE DE DONATO