Federica Manzitti per il Corriere della Sera - Roma
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A Oslo o ad Hanoi, a Sidney o al Pireo, l'avventuroso viaggio dell'uomo nelle viscere della terra ha qualcosa di vertiginoso. È nelle fotografie in mostra allo Spazio Extra del Maxxi fino al 14 novembre. Di roccia, fuochi e avventure sotterranee raccoglie cinque progetti affidati ad altrettanti autori: Fabio Barile, Andrea Botto, Marina Caneve, Alessandro Imbriaco, Francesco Neri. Le centoventi immagini esposte con la curatela di Alessandro Dandini de Sylva, sono state realizzate tra il 2019 e il 2020 e documentano cantieri che la società Ghella, specializzata in grandi infrastrutture, ha aperto in tre diversi continenti.
Lo sguardo è quello di artisti che nella tecnica e nella materia hanno colto chi l'elemento narrativo, chi sociale, archetipico o spettacolare. Il percorso espositivo è introdotto da immagini storiche sull'attività dell'azienda italiana dalla fine dell'Ottocento agli anni Cinquanta, con vedute di città e carotaggi esposti come totem.
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Nella sala principale i progetti commissionati: Fabio Barile (Barletta, 1980) ha fotografato il tunnel tra Oslo a Ski giustapponendo immagini di sistemi naturali e artificiali come foreste di conifere e scorci di cantiere in una lettura del tempo dal punto di vista minerale, che esclude l'uomo. Le fotografie di Andrea Botto (Rapallo, 1973) realizzate nella galleria sotto il Brennero che unirà Italia e Austria, sono frutto di una ricerca pioneristica fino alla realizzazione di un sistema che sincronizza lo scatto fotografico con il detonatore. Sua l'immagine di un'esplosione del fronte di scavo da un punto di vista finora mai raggiunto.
Le immagini di Marina Caneve (Belluno, 1988) vengono dal cantiere della metropolitana che collegherà l'aeroporto di Atene al Pireo e si interrogano, giocando sulla tridimensionalità, intorno rapporto tra progettazione contemporanea e memoria storica; mentre le foto di Alessandro Imbriaco (Salerno, 1980) ritraggono le gigantesche talpe meccaniche utilizzate per realizzare i tunnel sotto la baia di Sydney, evocando equivoci visivi ed atmosfere da viaggiatori lunari.
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Infine la sequenza di Francesco Neri (Faenza, 1982) è stata realizzata ad Hanoi, dove gli scavi della metro sono all'inizio e taglia visivamente la città, restituendo con stampa analogica il cantiere come una zona di sfida agli ambienti caotici della città e dei suoi abitanti secolari: gli alberi. Fino al 14 novembre. Info: www.maxxi.art.
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