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Monica Lewisnky, nel corso del programma “The Clinton Affair”, per la prima volta ha raccontato di quando Bill Clinton le chiese di mentire sotto giuramento sul caso Paula Jones, la reporter che lo aveva accusato di molestie sessuali.
«Bill mi chiamò alle 2.30 del mattino e c'erano due brutte notizie – racconta Monica – La prima era che il fratello di Betty Currie (la segretaria personale di Clinton, ndr) era morto in un incidente d'auto. Io ero cresciuta vicino a Betty e, anche se il nostro rapporto era complicato, ero sconvolta. Poi sganciò la bomba dicendo che aveva visto il mio nome nella lista dei testimoni del caso Paula Jones.
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Le informazioni su Betty mi avevano lasciato interdetta, ma quella notizia era devastante. Mi disse che gli aveva spezzato il cuore e che pensava che probabilmente non mi sarebbe piaciuto testimoniare. Rimasi pietrificata. Ero in tensione per la mia famiglia. Fortunatamente, Bill mi aiutò a uscirne e mi disse che avrei potuto firmare una dichiarazione per tirarmi fuori».
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Lewinsky venne citata in giudizio solo pochi giorni dopo, quindi decise di parlare con l'amico e avvocato di Clinton, Vernon Jordan. «Non sapevo a chi rivolgermi e Vernon menzionò un avvocato, Frank Carter, e mi accompagnò all’incontro con lui.
Frank Carter mi spiegò che se avessi firmato un affidavit in cui negavo di aver avuto una relazione intima con il Presidente non avrei dovuto deporre nel caso di Paula Jones. Mi sentivo a disagio, ma sentivo che era la cosa giusta da fare. Ironico, no? La cosa giusta da fare era infrangere la legge».
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Lewinski racconta che, poco dopo aver firmato l’affidavit, fu chiamata alla Casa Bianca per una festa di Natale e Venne ricompensata da Billc con una serie di regali, tra cui una borsa e degli occhiali. «Era il maggior numero di regali che mi avesse mai fatto contemporaneamente. Sapeva che nell’ipotesi di una testimonianza mi avrebbero chiesto di mostrare quei regali, ma mi stava facendo ancora dei doni.
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Chiaramente si fidava ancora di me». Lewinsky ha raccontato che, poco dopo, fu abbandonata dal Presidente, che la lasciò in balìa degli interrogatori dell’FBI. «Era una situazione insostenibile, a tal punto che meditai sull’ipotesi del suicidio».
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