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(ANSA) "E' del tutto evidente come la cocaina fungesse da catalizzatore rispetto al compimento di rapporti sessuali, ma non vi sono elementi certi per affermare che la stessa costituiva la controprestazione del mercimonio". Di conseguenza, rispetto ai fatti contestati, si potrà affermare la penale responsabilità degli imputati per il delitto di prostituzione minorile, "soltanto qualora vi sia la piena prova che la prestazione sessuale fosse stata espressamente concordata con la minore in cambio di denaro o altra utilità".
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E' quanto scrive il Gup di Bologna, Alberto Gamberini, nelle motivazioni della sentenza - nove condanne in abbreviato - del processo nato dall'inchiesta 'Villa Inferno', dal nome della casa in cui si sarebbero tenuti festini a base di sesso e cocaina. Per diversi imputati, non per tutti, sono caduti i reati legati alle prestazioni sessuali di una 17enne (all'epoca dei fatti) in cambio di soldi e droga e per molti è stato ridimensionato anche lo spaccio, riqualificato nell'ipotesi di lieve entità.
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Analizzando le singole posizioni degli imputati, il Gup sottolinea quindi che il reato di prostituzione minorile si configura quando la "prestazione sessuale deve essere elargita a fronte dell'utilità economica", ma "nella maggior parte delle ipotesi poste all'attenzione del giudicante - spiega Gamberini - pare mancare un negozio illecito esplicitato" in questa forma. "Da quello che si evince dalle dichiarazioni dei protagonisti della vicenda, gli uomini che partecipavano ai festini - sottolinea ancora il Gup - mettevano a disposizione di tutti gli ospiti dei quantitativi di cocaina che veniva assunta dai partecipanti. E' del tutto evidente che vi era l'aspettativa, da parte di chi forniva lo stupefacente che le ragazze si concedessero sessualmente, ma non vi era alcun accordo preventivo".
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Per quanto poi concerne la cocaina, il giudice afferma che gli imputati hanno "ceduto, o comunque messo a disposizione, quantitativi mai superiori a uno o due grammi alla volta, quasi sempre (salvo rare eccezioni) a titolo gratuito e, molto spesso, parte della sostanza era destinata anche al loro consumo personale". Oltre alle condanne c'erano stati anche un rinvio a giudizio e due patteggiamenti: Davide Bacci, proprietario della villa, a due anni e Luca Cavazza, ex candidato della Lega, un anno e otto mesi con la condizionale
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