Claudia Guasco per “il Messaggero”
DON FRANCESCO SPAGNESI
Sperperava i soldi dei suoi parrocchiani per comprare cocaina e Gbl, la droga dello stupro. Sostanze con le quali don Francesco Spagnesi, l'ex parroco quarantenne della chiesa dell'Annunciazione alla Castellina, a Prato, agli arresti domiciliari con le accuse di spaccio e traffico internazionale di stupefacenti oltre che di appropriazione indebita, animava i festini ai quali, come ha raccontato nell'interrogatorio di garanzia, «partecipavano venti, trenta persone».
Ma a nessuno don Spagnesi ha mai rivelato di essere sieropositivo e ora è indagato anche per tentate lesioni gravissime. Ieri gli investigatori hanno perquisito l'appartamento nel quale l'ex parroco abitava con il compagno Alessio Regina, estraneo alla nuova contestazione e anzi potenziale parte offesa.
MINACCIA SOCIALE Regina ha accettato di sottoporsi al test per l'Hiv ed è in attesa dell'esito, mentre almeno altre due persone che partecipavano abitualmente agli incontri a base di droga e sesso avrebbero già fatto sapere di essere risultati positivi all'esame. Anche la pericolosità sociale del comportamento del prete ha spinto la Procura ad aggiungere il quarto capo d'accusa, per il quale è prevista una pena tra i sei e i dodici anni. Due giorni fa, nell'interrogatorio davanti al gip, Spagnesi ha ammesso tutto: il Gbl acquistato dall'Olanda con il compagno, il cui arresto a fine agosto per importazione di droga ha spalancato uno squarcio sulla doppia vita del prete, i soldi sottratti alla parrocchia. Ma della sua sieropositività non ha fatto cenno, mettendo così a rischio la vita del compagno e degli habitué dei festini, anche se secondo il suo legale «era un fatto noto».
DON FRANCESCO SPAGNESI
La dipendenza dalle droghe «era così forte che lui agiva di conseguenza, aveva bisogno continuamente di denaro», hanno spiegato i suoi avvocati, riferendo che il prete «ha manifestato il suo pentimento ma ha riconosciuto che c'era una forza interiore a cui negli ultimi due anni del rapporto con Regina non riusciva a resistere: è stato sommerso da questa grave dipendenza». Con freddezza e lucidità il prete ha messo in fila le ingenti cifre di cui si è appropriato: 150.000 euro sottratti dal conto della parrocchia, più 10.000 euro estorti direttamente ai fedeli. Una «confessione piena» durante la quale ha fatto nomi e cognomi delle persone truffate con la scusa di essere alla ricerca di fondi da destinare al sostentamento delle famiglie in difficoltà. Non solo. L'ex parroco avrebbe sperperato un'intera eredità destinata alla chiesa della Castellina, circa 230 mila euro, lasciati nelle sue disposizioni testamentarie da una fedele prima di morire, circa due anni fa.
DON FRANCESCO SPAGNESI
L'AVVERTIMENTO Tutto bruciato in cocaina e droga dello stupro. Il depauperamento di risorse, naturalmente, non è passato inosservato. «Non sto facendo una bella figura, abbiamo preso un impegno», scriveva a don Spagnesi il membro del Consiglio affari economici della parrocchia appena sette mesi fa. E lo avvertiva, in una situazione che appariva già compromessa: «Ti volevo informare che sul conto corrente sono rimasti circa 120.000 euro. Tieni presente che nel 2020 la parrocchia ha incassato oltre 200.000 euro solo da vendite degli appartamenti: con questo ritmo di prelievi il conto sarà azzerato prima della fine dell'anno». Il prete era stato messo in guardia ma le cose, se possibile, peggiorarono nei giorni seguenti con «prelievi giornalieri» sino alla fine di aprile quando il vescovo gli ha revocato il potere di firma per le operazioni sul conto. L'ultimo, terribile segreto dell'ex parroco era la sua sieropositività e ora anche l'ultima menzogna è caduta.
DON FRANCESCO SPAGNESI