Flavia Amabile per “la Stampa”
Si temeva una folla di espulsioni alla scadenza del termine per mettersi in regola con le vaccinazioni nelle scuole.
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Invece secondo i presidi dovrebbero essere alcune centinaia i bambini delle materne che rischiano di rimanere fuori dalle classi.
Un successo dell' obbligo delle vaccinazioni? Non solo.
Gli anti-vaccini hanno trovato un modo perfettamente consentito dalla legge . La spiega sul suo profilo Facebook l' avvocato Luca Ventaloro consulente legale e uno dei fondatori del Comilva, il Coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni, «il termine del 10 marzo riguarda soltanto quei bambini i cui genitori hanno formalmente dichiarato all' inizio dell' anno scolastico di aver già effettuato le vaccinazioni ed è ragionevole pensare che arrivati al 10 marzo possano produrre senza problemi la relativa documentazione. Il termine del 10 marzo non riguarda in alcun modo tutti gli altri, appunto quei genitori che hanno un iter avviato con l' azienda sanitaria territorialmente competente».
Per i genitori contrari all' obbligo dei vaccini, quindi, nessuna esclusione se hanno avviato «un iter» con l' azienda sanitaria a cui appartengono.
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In base alla legge l' esenzione dalla vaccinazione è prevista in caso di immunizzazione a seguito di malattia naturale, che potrà essere provata presentando i risultati di un test diagnostico corredato dall' attestazione del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta o presentando copia della notifica di malattia infettiva effettuata alla Asl dal sanitario che ha diagnosticato il caso. Le vaccinazioni obbligatorie possono essere omesse o differite se sussiste «un accertato pericolo per la salute dell' individuo, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate».
In genere sono i casi di bambini che abbiano avuto reazioni avverse o che abbiano già sviluppato infezioni legate ai vaccini e possano provarlo. Se l' iter di verifica è in corso non può essere effettuata alcuna esclusione in questi giorni, altrimenti la risposta sarà «una diffida del legale e portare i bimbi alla materna, visto che è un diritto di rango costituzionale. Poi si valuterà se rivolgersi all' Autorità Giudiziaria», avverte l' avvocato Ventaloro.
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In ogni caso in base agli ultimi dati sono in aumento nei primi sei mesi del 2018 le coperture vaccinali dei bambini in Italia rispetto ai dati al 31 dicembre 2017. In diversi casi è stata raggiunta e superata la soglia minima raccomandata dall' Organizzazione mondiale della sanità pari al 95%. L' aumento è ancora più marcato nel caso della copertura per la prima dose di vaccino contro il morbillo, che arriva al 94,15%, con un +2,30%; sei le Regioni che superano il 95% e altre tre vi si avvicinano. Nei prossimi giorni il quadro dovrebbe apparire più chiaro anche se già da ora molte Regioni affermano di non avere particolari problemi. «La legge ha funzionato, i dati lo dimostrano» - commenta l' ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin.
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Nel frattempo da mesi il Parlamento è al lavoro su una nuova legge che dovrebbe introdurre l' obbligo flessibile ma la ministra della Salute Giulia Grillo spiega non sarà «un atto di urgenza, come quello di Lorenzin, ma una normativa-quadro basata sui dati epidemiologici del Piano nazionale di prevenzione vaccinale».
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