Gustavo Bialetti per “la Verità”
Colao
Forse è presto per dire se Vittorio Colao, il capo della task force sulle riaperture che ha di fatto commissariato Giuseppe Conte, ha un futuro in politica (lui smentisce, com' è ovvio), ma sicuramente l' ex capo di Vodafone dovrebbe affinare il linguaggio. Ieri, intervistato da Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera, Colao ha detto apertamente che questa pandemia che semina morti e lutti è l' occasione buona per ristrutturare l' Italia.
C' è di buono, comunque, che questo manager bresciano con base a Londra non è certo un ipocrita e va dritto ai problemi. Anche se la frase più tosta dell' intervista è un po' antipatica: «Non bisogna mai lasciarsi sfuggire una crisi: è l' occasione per rilanciare il sistema Italia». Non si è capito se ce l' abbia con i burocrati, con i sindacati dei lavoratori, con i giovani o con i pensionati. A noi piace sperare che in realtà ce l' abbia con le tasse e con una pressione fiscale arrivata a livelli indecorosi e immorali.
Ma con tutto questo gran revival di Stato padrone e con il debito pubblico in libera uscita temiamo che non sia aria di riduzioni fiscali, anzi.
VITTORIO COLAO
Ma a Colao è scappata anche una vera perla, quando ha detto: «Dal 4 maggio rimettiamo al lavoro quattro milioni e mezzo di italiani». Persino il Duce l' avrebbe annunciato in modo più elegante. Ma il linguaggio da padrone delle ferriere, a un certo punto della conversazione, ha lasciato il posto a quello da tenutario di Stato etico, e il manager ha ordinato: «La società deve essere più unita e coesa di prima. È il momento di collaborare, tutti: andando in ufficio in bicicletta, spalmando gli orari di ingresso, continuando con lo smart working». Tutte belle cose, ma presidente Colao, ci dica, ci sarà ancora un posto di lavoro dove andare a fare l' ultima ruota del carro della famosa green economy?
conte