Jacopo Iacoboni per La Stampa
giuseppe conte e rocco casalino
Tentare una ricostruzione analitica e fredda, in questo caos, è difficile. Ma di una cosa si può essere certi: sulla vicenda del decreto che dispone di fatto la chiusura di gran parte del Nord abbiamo assistito a un gigantesco disastro comunicativo del governo. Non il primo, in questa drammatica emergenza del Coronavirus.
lucia azzolina
Appena l’altro giorno, una storia analoga era accaduta con il provvedimento di chiusura delle scuole: pubblicato dall’Ansa, smentito dalla ministra Azzolina dopo appena un quarto d’ora, annunciato ufficialmente dalla stessa ministra quattro ore dopo, con dentro esattamente i contenuti riferiti dall’Ansa.
Coronavirus - stazione di Milano
Il nuovo disastro è ancora più grave, se possibile. I fatti di ieri sono questi. In serata, intorno alle 19, comincia a circolare la bozza del decreto con cui oggi il premier Conte ha severamente ristretto la possibilità di muoversi in Lombardia e 14 province del nord Italia. L’Ansa batte una notizia alle 19,33. La batte da Roma, non dalla Lombardia o dal Piemonte: stop ai ricoveri non urgenti. Al di là della notizia, che non colpisce più di tanto, il testo si conclude: “Così il decreto che l'ANSA ha potuto visionare”.
fuga da milano dopo il decreto che ha chiuso la lombardia
Un testo governativo dunque è già fuori. E’ lo stesso che a breve uscirà? Di sicuro occorre un minimo di tempo per leggerlo, e prendere una decisione su cosa è più giusto fare della sua disposizione più grave: il nord bloccato. Poco più tardi, il Corriere della sera è in grado, fatte le sue verifiche, di andare online con un articolo di Fiorenza Sarzanini, che annuncia con quasi assoluta precisione le misure sul nord contenute nel decreto del premier (si parla di 11 province chiuse, alla fine saranno 14. Ma il testo e la ricostruzione sono precisissimi).
la cnn e la bozza del decreto
DECRETO DEL GOVERNO CHE HA CHIUSO LA LOMBARDIA
Si scatena subito una certa polemica sui social network. In non pochi accusano i giornalisti di diffondere notizie non ufficiali, scatenando il panico. Diverse persone raccontano che alcune centinaia di milanesi hanno preso d’assalto le stazioni per andare via dal capoluogo della Lombardia nell’ultimo tempo utile. L’irresponsabilità, a caldo, viene scaricata immancabilmente sui media mainstream, che senza scrupoli e cinicamente avrebbero dato una notizia gravissima, ma non ufficiale.
Poco a poco, però, la scena cambia. Si comincia a capire non solo che la notizia è vera, ma che è imminente la sua divulgazione ufficiale, e è stata fatta uscire da qualcuna delle autorità italiane. Non si sa per sciatta volontà, o per incapacità nel dominare i meccanismi della comunicazione in una grave emergenza sanitaria nazionale. Entrambe sarebbero opzioni gravi. Anche perché, a questo punto, comincia un grottesco scaricabarile.
GIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO
A tarda notte il premier Conte va in conferenza stampa e pronuncia una frase che ad alcuni pare un’accusa alle regioni. Anche se la frase non è del tutto chiara, lessicalmente. Conte dice: “L’abbiamo letto su tutti i giornali. Ne va della correttezza del governo. Ne va della sicurezza di tutti gli italiani. Perché questa pubblicazione, tra l’altro di una bozza non definitiva, ha creato incertezza, insicurezza, confusione.
IL POST DELLA LEGA CHE DIFFONDE SUI SOCIAL LA BOZZA DEL DECRETO CHE HA CHIUSO LA LOMBARDIA
Cosa è successo? Decreto del presidente del Consiglio che significa? Esistono delle procedure a cui siamo tenuti: il decreto lo propone il ministro della Salute. Lo elabora e poi lo fa girare, perché bisogna raccogliere i pareri dei ministri competenti e di tutti i presidenti delle regioni. A quel punto lì ce lo siamo ritrovato su tutti i giornali”.
Conte non attacca direttamente le regioni, e la sua frase potrebbe riferirsi a chiunque altro, anche ai “ministri competenti”, o agli staff del gabinetto. Tuttavia l’ultima parola che echeggia è: “i presidenti delle regioni”. O è una frase mal pronunciata, o si produce come l’impressione che il presidente del Consiglio stia additando le regioni. All’1,17 ora italiana, la Cnn mette online un articolo in cui è scritto che “stando a una bozza spedita anche alla Cnn dall’ufficio stampa della Regione Lombardia...”.
attilio fontana si mette la mascherina
Ma come sappiamo, la bozza è in circolazione a Roma da alcune ore prima, intorno dalle sette di sera. [update. L'ufficio stampa della Regione Lombardia, com’è ovvio, smentisce infatti, tempi alla mano, di avere anticipato ai media i contenuti della bozza del decreto contenente le restrizioni per fermare il contagio da coronavirus. «L'ufficio stampa della Regione Lombardia ha appreso i contenuti della bozza del Dpcm dell'8 marzo dai principali quotidiani online. Pertanto, da parte nostra, non è stata fatta alcuna anticipazione. Sono quindi del tutto infondate le ricostruzioni giornalistiche di un broadcaster internazionale a cui è stata chiesta immediata rettifica»].
MARCO TRAVAGLIO FIORENZA SARZANINI
La fonte originaria non è stata dunque lombarda? A fine conferenza stampa di Conte, ormai a notte fonda, interviene Rocco Casalino, portavoce di palazzo Chigi, e invita sbrigativamente i presenti a intervenire se ci sono questioni da porre: “Se ci sono domande parli”, dice a una giornalista.
Nel frattempo altre discrasie appaiono evidenti. Conte ha aperto la conferenza stampa lamentando che la bozza circolata non era quella definitiva. Ma quando ha illustrato il testo definitivo, si è potuto facilmente constatare che era quasi identico a quello in giro da ore. Salvo due differenze: vengono sbarrate più province in Piemonte (solo Torino, Cuneo e Biella restano aperte benché di fatto isolate), e è prevista la possibilità di rientrare al proprio domicilio per chi sia fuori.
giuseppe conte e mattarella all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence 1
Un punto sottile, che sembra linguistico, viene fatto notare da Luca Sofri: si passa dalla bozza, che autorizzava a muoversi solo per "indifferibili esigenze lavorative", al testo definitivo, che dice "comprovate esigenze lavorative". Una relativa maggiore elasticità. Anche qui si può facilmente obiettare che il problema comunicativo resta notevole: cosa sono le “comprovate esigenze lavorative”? Non ci muoviamo tutti, forse, per lavoro “comprovato”, e non per divertimento?
ROCCO CASALINO AL QUIRINALE
Sofri dà voce a una domanda che serpeggia: “C’è solo una cosa che sarebbe interessante sapere dai giornalisti con cui abbiamo discusso di queste cose, e che è un buco nella comprensione delle loro ragioni: ancora Casalino?” La risposta di palazzo Chigi è ovviamente negativa, al momento. Resta il fatto che – anche al di là di chi sia stato a far uscire il testo (i leakers potrebbero essere più d’uno) - la comunicazione di un decreto del presidente del Consiglio di tale gravità è affidata a precisi responsabili, e è centralizzata proprio per evitare che accadano vicende pericolose come quella di stanotte.