Luca Monticelli per la Stampa - Estratti
meloni mantovano
Il centrodestra riprende in mano il dossier sui poteri della Corte dei conti. Dopo aver tolto ai magistrati contabili il "controllo concomitante" sul Pnrr e garantito a funzionari e amministratori lo "scudo erariale" – che scade il 31 dicembre di quest'anno – il governo mette al centro del dibattito politico la proposta di legge Foti sulla riforma delle funzioni di controllo della Corte.
È stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano a rilanciare il progetto firmato dal capogruppo di Fratelli d'Italia, con la scusa di voler seguire l'appello di Confindustria contro la burocrazia. Citando il leader degli imprenditori Emanuele Orsini, Mantovano dice: «C'è un'Italia che va avanti superando ostacoli di ogni tipo, e c'è un'Italia che invece frappone ostacoli, che si nasconde dietro la burocrazia. Spero che non sia considerato blasfemo chiedere al Parlamento di quale Italia desideriamo che faccia parte la Corte dei conti».
giorgia meloni alfredo mantovano
La proposta di legge di Fdi all'esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera si basa principalmente su due misure. La prima riguarda il controllo preventivo sugli atti che, se positivo, garantisce una liberatoria per gli amministratori. In sostanza, qualora un determinato atto amministrativo abbia superato il controllo preventivo di legittimità della Corte, non sarà più possibile sottoporre a giudizio per responsabilità erariale i funzionari che lo hanno adottato. «Sono salvi i casi di dolo – spiegano dalla maggioranza – viene riconosciuto il fatto che il dipendente possa aver commesso un errore in buona fede». Limiti vengono messi anche alle sanzioni.
In caso di colpa grave l'amministratore infedele rischia al massimo due annualità di trattamento economico. E qui veniamo al secondo pilastro della riforma Foti: secondo Palazzo Chigi l'introduzione del tetto alla responsabilità colposa è lo strumento più adeguato per affrontare la paura della firma.
alfredo mantovano giorgia meloni
Su questo argomento oggi opera lo "scudo erariale", approvato con l'alibi del Pnrr per restringere ai casi di dolo le contestazioni della Corte. Nonostante l'abuso d'ufficio sia stato abrogato recentemente da questo Parlamento, si vuole comunque rendere strutturale lo scudo erariale, limitando, appunto, a due anni di stipendio la sanzione patrimoniale del funzionario responsabile del danno erariale.
L'ultima proroga dello scudo ha già fatto polemizzare l'associazione dei magistrati della Corte dei conti, che pubblicamente ne ha denunciato il carattere «ingiustificato» e il rischio di esporre il Paese «allo spreco di denaro pubblico».
La riforma proposta dalla maggioranza lascia tanti dubbi alle toghe contabili, c'è la sensazione che si voglia depotenziare la Corte. C'è chi fa notare che nonostante i quattro anni di scudo erariale per eliminare la paura della firma, «un evidente miglioramento dell'efficienza dell'amministrazione non c'è stato».
Guido Carlino - presidente della corte dei conti